Google interrompe i rapporti con Huawei: niente Play Store e servizi sui suoi smartphone

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Forse un periodo così carico di tensioni a livello mondiale non lo si vedeva da parecchio tempo. Quantomeno, non si vedevano così tante situazioni di rischio intensificarsi tutte insieme. La guerra commerciale tra USA e Cina prosegue sul filo del rasoio, tra apparenti distensioni e immediate controffensive per cercare di portare l’altra parte verso un accordo più vincolante. Nell’ultimo periodo si sono discusse le potenziali implicazioni sui prezzi dei dispositivi Apple, in gran parte prodotti in Cina, ma almeno per ora gli impatti si sono limitati ad accessori come alimentatori e cover, dove apparentemente l’azienda di Cupertino ha preferito assorbire l’urto dei dazi aumentati piuttosto che rincararli sui clienti finali. A pagare dazio per primi, invece, potrebbero essere gli utenti Huawei al di fuori della Cina. L’ordine esecutivo che ha posto un freno agli affari tra le aziende tecnologiche cinesi e quelle americane sta scaturendo effetti più marcati del previsto dato che, come riportato da Reuters, Google avrebbe sospeso molti degli accordi di licenza in essere con Huawei.

Era previsto che, come successo l’anno scorso nel caso di ZTE, le conseguenze più gravi nell’immediato sarebbero state per gli operatori telefonici, utilizzatori di molti apparecchi di rete Huawei. La mossa di Big G coinvolge invece direttamente anche i consumatori, dato che pone seri rischi non solo al colosso di Shenzen ma anche ai propri utenti. Le sospensioni più pesanti tra quelle previste riguardano i futuri dispositivi, che non potranno più prevedere i servizi Google preinstallati. La questione è ancora in fase di chiarimento, tuttavia si sono susseguite nella notte un paio di dichiarazioni di Google, l’ultima delle quali afferma proprio che il Play Store continuerà a funzionare sui dispositivi esistenti:

We are complying with the order and reviewing the implications. For users of our services, Google Play and the security protections from Google Play Protect will continue to function on existing Huawei devices.

Non c’è però da dormire sonni troppo tranquilli, poiché non è detto che si potranno installare i futuri aggiornamenti di sistema. L’unico contatto tra Android e Huawei potrà essere nella base aperta AOSP, utilizzata ad esempio anche da Amazon per il fork Fire OS che è privo di servizi Google.

Per sommi capi: i possessori di un fiammante P30 Pro potrebbero loro malgrado ritrovarsi non troppo in là nel tempo con un dispositivo privo di supporto, vittime di schermaglie politiche e commerciali ben più grandi di loro. Certo, è probabilmente un’esagerazione, sempre riprendendo la situazione di ZTE dello scorso anno ci sono buone chance che dopo alcune settimane di “tira e molla” si ricomponga la questione. Ma bisogna essere preparati allo scenario peggiore e di certo Huawei lo è, avendo già affermato di aver realizzato un proprio sistema operativo qualora diventasse necessario sostituire Android.

Qualora si andasse verso questa direzione, si potrebbe di fatto dire che tanto Google quanto Trump finirebbero per ottenere l’effetto contrario a quanto sperato, aumentando la presenza di servizi d’origine interamente cinese. Nel frattempo, almeno nel breve termine saranno i singoli utenti a rimetterci trovandosi in condizione di totale insicurezza. L’unica che potrebbe trarre beneficio da tutta la situazione è Samsung, vista la pesante ipoteca sulla sua principale rivale. Di certo non festeggia Apple, dal momento che la Cina non starà a guardare e potrebbe potenzialmente anche bloccare le vendite locali dello smartphone simbolo della Silicon Valley.

Nel frattempo anche Intel, Qualcomm ed altri si stanno adeguando all’ordine sancito da Trump, che vieta sia di vendere tecnologia statunitense a Huawei che a quest’ultima di installare proprie infrastrutture nel paese. Sono saltati dunque tutti gli accordi di fornitura, anche se Bloomberg sostiene che Huawei abbia già fatto una notevole scorta in previsione di questi problemi, così da non dover interrompere subito la produzione di smartphone. La questione è molto calda e la tensione alle stelle, vedremo come si evolverà la cosa ma è probabile che ci saranno novità anche nel corso della giornata.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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