Qualche tempo fa si ventilava l’ipotesi che iTunes potesse offrire un abbonamento mensile, che garantisse a costo fisso l’accesso a tutto il suo enorme archivio discografico. Mentre continuiamo ad attendere novità in tal senso, ecco che nasce Spotify. Ne avevo sentito parlare già in luglio per dire la verità, quando balzò agli onori della cronaca per via dell’enorme successo in Svezia (dove nasce), America, Francia, Spagna, Inghilterra e negli altri paesi dove è considerato legale. Già perché nella nostra italietta fatta di caste ed interessi economici da difendere, anche un servizio web può diventare scomodo. E così succede che nel paese dove la SIAE mette tasse sui registratori, supporti digitali vergini, bar, locali pubblici, etc.. etc.. etc.. spingendosi addirittura a proporre tasse su cellulari e computer, Spotify, magicamente, diventa illegale.
Ma facciamo un passo indietro.
Qualche giorno fa mio cognato, che fa la spola tra Italia e Spagna avendo la ragazza a Córdoba, mi ha detto di aver visto che li utilizzano tutti un servizio incredibile, con il quale è possibile ascoltare tutta la musica del mondo, gratis. Figuratevi la mia faccia. Ma dai! ho detto. È impossibile. Sarà una cosa illegale sicuramente. E infatti ci ho preso, qui da noi rientra nei ‘troppo bello per essere vero’, pur essendo realtà nei paesi culturalmente evoluti.
Mi sono informato meglio e, sorpresa delle sorprese, è la SIAE che ha messo il suo veto, costringendo Spotify a non fornire il suo fantastico servizio nel nostro paese. Infatti se tentate di accedere alla home page del sito, verrete accolti da una frase: “Why is Spotify not available in my country?”, letterlamente: “perché Spotify non è disponibile nel mio paese?” (e lo so io perché).
Comunque mi sono chiesto: ma come fa a capire in che paese stiamo? Chiaramente lo fa tramite il nostro indirizzo IP (vi ricordate che ne abbiamo parlato qualche tempo fa?). Perciò basta utilizzare un proxy server localizzato in uno dei paesi in cui il servizio è attivo, per avere magicamente la possibilità di registrarsi. Complicato per voi? Basta cercare su google per ottenere una guida passo passo.
Arriviamo quindi finalmente al programma, vediamo l’interfaccia della pagina di accesso:
Vediamo in che cosa consiste il servizio nello specifico. Con la versione gratuita possiamo ascoltare tutta la musica che vogliamo in streaming (quindi si deve essere collegati ad internet), facendo ricerche oppure seguendo i suggerimenti in home. In pratica è come cercare musica in iTunes, con la differenza che poi non dobbiamo comprarla per ascoltare l’intero brano. Ovviamente non è possibile scaricare nulla, ma tutto si può acquistare: i singoli brani o interi CD. La versione a pagamento, definita “Premium”, abilita però la possibilità di ascoltare le nostre playlist offline, oltre al fatto che non presenta messaggi pubblicitari.
Cercare un brano è piuttosto semplice. Non possiede il complesso sistema Genius di iTunes, però si arriva dal brano al cd, dal cd all’autore, dall’autore alla biografia e discografia, per finire poi con gli artisti simili.
L’interfaccia è veloce, semplice, piacevole ed assolutamente MacLike. Ed è veramente incredibile la funzione Radio, che permette di scegliere un periodo o uno o più generi musicale, ottenendo una playlist immediata di brani.