Ricordo ancora quando archiviavo i dati in nere pile di morbidi floppy da 5¼. E dell’emozione di quando arrivarono poi quegli scatolotti di plastica rigida da 3½, portando la capacità di memorizzazione a ben 720KB. In qualche meandro sperduto a casa dei miei, devo averne ancora molti di questi dischi, che con il tempo iniziarono ad essere colorati, alcuni addirittura trasparenti, e che con un secondo foro a lato si potevano scrivere a doppia densità, superando la soglia psicologia del MB. Più precisamente 1,44MB.

I CD arrivarono molto tempo dopo, con una incredibile capienza di 650MB (poi 700MB) e si evolsero più tardi negli odierni DVD, ancora per nulla soppiantati dal più recente Blu Ray-Disc. Con i dischi ottici iniziammo ad usare il curioso verbo “masterizzare” (to burn in inglese) e ricominciammo ad archiviare nuovamente tutti i nostri dati. A questo scopo si diffusero molti software, ma potremmo dire che oggi le soluzioni commerciali più conosciute ed usate sono Nero su Windows e Toast su Mac. Versioni dopo versioni, funzione dopo funzione, questi applicativi sono diventati delle vere suite che comprendono caratteristiche come la conversione audio/video, la creazione di DVD video con tanto di menu e finanche dei player multimediali. Parallelamente però si sono sviluppati numerosi progetti open-source o gratuiti, sicuramente più semplici, ma che fanno il loro dovere: masterizzare.

Non so voi, ma io uso il masterizzatore una volta l’anno. E quel giorno è stato proprio oggi, dal momento che dovevo consegnare un lavoro ad un cliente su DVD. Sinceramente con l’enorme diffusione di hard disk esterni e di pen drive di ogni genere e prezzo, una pila di 25 DVD mi dura quasi un anno, figuriamoci quindi se spendo soldi (e anche tanti) per un programma come Toast. Validissimo per carità, ma che non mi serve assolutamente a nulla. Di solito per i miei scopi uso Burn e lo trovo piuttosto soddisfacente, tant’è che l’ho piazzato nell’elenco delle migliori applicazioni gratuite per Snow Leopard. Ultimamente però, più di un utente del blog, mi ha suggerito Liquid CD, che conoscevo da tempo ma che non avevo mai provato approfonditamente trovandomi bene con Burn.

L’applicazione, localizzata in italiano, ha un’interfaccia più piacevole rispetto a Burn, se non altro perché ha delle icone grafiche nella parte superiore invece di semplici pulsanti di testo.

burn vs liquid cd

Il pannello preferenze però mostra una maggiore maturità di Burn, il quale ha molte più opzioni. Tuttavia alcune sono presenti anche su Liquid CD, seppur posizionate in modo diverso, ed altre non sono particolarmente necessarie.

Oltre all’interfaccia primaria su Liquid CD abbiamo accesso alla libreria media ed un pannello di informazioni sul supporto. Vediamo tutto al completo in questa immagine:

liquid cd

Ho potuto aggiungere una icona personalizzata al DVD (selezionando una immagine dal computer) e masterizzarlo in modalità compatibile Mac e PC.

formato masterizzazione

E l’icona è visibile anche su Windows:

icona personalizzata cd

Su Burn invece l’icona non si personalizza (da quel che ho potuto vedere), ma si possono scegliere comunque vari formati di memorizzazione per una compatibilità totale:

burn masterizzazione

Su Liquid CD ho trovato in più una funzione per creare un CD di fotografie… niente di trascendentale, ma comunque c’è.

In definitiva credo che da ora in poi userò questo, almeno finché non dovessi trovare qualche controindicazione. Ma al momento non ne vedo nessuna ed anche solo per la migliore interfaccia ed il minor peso (16MB contro 31MB) ho preso la mia decisione.

Voi quale usate?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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