Avete iniziato a vedere i primi apparecchi dotati di connettività Bluetooth 3.0 durante le vostre scorribande nei negozi di elettronica e informatica? Ebbene, sono già vecchi: da un paio di giorni sono state rilasciate le specifiche di Bluetooth 4.0.

E i nostri Mac, i nostri iPhone? Be’, Apple al momento è ferma alla versione 2.1 + EDR di questa tecnologia. Se andiamo nel menù , clicchiamo su Informazioni su questo Mac e successivamente sul pulsante Più informazioni…, compare il System profiler ed è possibile visualizzare tutte le specifiche.

Personalmente non ho mai amato il Bluetooth fin da quando l’ho utilizzato per la prima volta sul mio primo smartphone, un vecchio Nokia 6680 che ora, se non si fosse rotto appena scaduta la garanzia, starebbe bene in un ipotetico museo delle telecomunicazioni, anche se il mio primo dispositivo dotato di connettività Bluetooth è stato il mio vecchio portatile Toshiba, quello che è poi stato soppiantato dall’iMac dopo il mio switch di tre anni fa. Ho sempre ritenuto che fosse una tecnologia poco matura e mal progettata, per via della scarsa qualità del segnale, il breve raggio di funzionamento e l’enorme consumo di batteria. Tuttavia potrei ricredermi dopo gli ultimi sviluppi.

Ma ripercorriamo insieme le tappe evolutive di questa tecnologia, senza entrare in tecnicismi che comunque possono essere facilmente trovati altrove (ad esempio su Wikipedia).

Il Bluetooth è nato alla fine degli anni Novanta come tecnologia in grado di mettere in comunicazione dispositivi  differenti, creando una rete radio in grado di rilevare i dispositivi fino a poche decine di metri. Il nome gli deriva da Re Aroldo primo di Danimarca che all’inizio del decimo secolo DC  unì sotto il cristianesimo la Scandinavia. Proprio questa capacità di unire popoli differenti, unita alla sua golosità per i mirtilli che gli hanno procurato il soprannome di Dente Azzurro, Bluetooth.

Alla nascita (versione 1.0 e 1.0B), il protocollo era talmente immaturo addirittura da impedire la comunicazione tra produttori differenti e non era possibile trasmettere in modalità nascosta. Di conseguenza il tipico “utente malintenzionato” in ascolto sulle giuste frequenze poteva intercettare facilmente una conversazione, con buona pace della privacy e della segretezza.

La versione 1.1 correggeva questi aspetti, ma la velocità di trasmissione era ancora piuttosto bassa. Solo con la successiva 1.2 si raggiungono velocità di trasmissione decenti e inoltre vengono introdotte numerose funzioni per migliorare la qualità del segnale e la riduzione di interferenza.

La versione successiva, la 2.0, che è quella in uso nei Mac e nell’iPhone, ha dominato il mercato negli ultimi anni e la quasi totalità dei dispositivi in commercio è attualmente dotata di questa versione del protocollo. Viene introdotto l’EDR, quella sigla che spesso si vede nelle specifiche dei telefoni cellulari, o Enhanced Data Rate, che consente lo scambio di dati alla mirabolante velocità di 3 Mb/s. Vengono inoltre velocizzati i tempi di connessione e dimezzati i consumi rispetto alla versione precedente.

A 10 anni dalla nascita, viene varata la versione 3.0, che introduce la possibilità di scambiare dati a velocità molto più elevata utilizzando il wi-fi (24Mb/s) e sono questi i dispositivi che stanno iniziando ora ad essere presenti sul mercato. Ma quale sarà il loro successo? Non sono pronto a scommetterci, dato che il 6 luglio scorso sono state pubblicate le specifiche per la versione 4.0, che dovrebbe drammaticamente ridurre i consumi, in modo tale da consentire il funzionamento per un intero anno con una sola carica di una batteria “a bottone”.

I nuovi dispositivi con Bluetooth 4.0 saranno disponibili sul mercato già dalla fine del 2010 o nei primi mesi del prossimo anno. Li vedremo sul prossimi prodotti di Apple, da sempre attenta ai consumi dei propri apparecchi e all’ecosostenibilità del proprio hardware?

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