Campo e tacche: colpa, dolo o casualità? Tra informazioni e rivelazioni

Un tempo lavoravo per un operatore di telefonia mobile, quello che in origine era tutto verde e pagava una formosa modella australiana e poi è diventato tutto rosso e ha arricchito la famiglia di un noto calciatore che gioca in un campionato sponsorizzato dalla concorrenza, con una maglia che reca il nome di un’altro competitor. Insomma, ci siamo capiti? Ebbene, ho iniziato presso il Customer Care, che all’epoca ogni anno vinceva il premio come migliore d’Europa, e dopo un anno sono passato alla gestione della rete, ricoprendo vari ruoli.

Il telefono per eccellenza era il Nokia e i tecnici che si recavano a lavorare sulle antenne avevano il privilegio di possedere una versione particolare del top della gamma di Nokia dell’epoca, il 6150, con un firmware personalizzato che dava accesso ad un menù supplementare chiamato Net Monitor, Field Test o più comunemente software di test.

Tramite questa funzione, che poteva essere facilmente attivata tramite un piccolo software per PC in grado di sbloccare l’accesso a quella voce del menù, era possibile ottenere centinaia di informazioni sulla cella che ci stava servendo, sulle adiacenze, sulla potenza del segnale, sulla motivazione della caduta di una chiamata… addirittura sulla temperatura della batteria del cellulare, tanto che poteva essere utilizzato anche come termometro.

Ebbene, fino all’avvento di iOS 4.0 anche su iPhone era possibile utilizzare il field test, andando nell’applicazione Telefono e digitando *3001#12345#* e inviando la chiamata. Se qualcuno di voi fosse ancora fermo alla vecchia versione del firmware, potrebbe ancora vedere la potenza effettiva del segnale espressa in dB e provare tutte le prese possibili per vedere quale effetto possano avere sulla ricezione.

fieldtest iphone

Apple purtroppo con iOS 4.0 e seguenti ha tolto questa funzione, che altro non era che un’applicazione nascosta. A mio avviso c’è del dolo: non si voleva dare un’arma in più a chi affermava che iPhone 4 aveva problemi di ricezione. Questo, unito all’insolito fatto della produzione dei bumber mi fa pensare che Apple fosse già al corrente dell’errore commesso durante la progettazione del nuovo modello di iPhone, ma che ormai la catena produttiva fosse già partita e fosse quindi troppo tardi per cambiare le carte in tavola.

Probabilmente in questa occasione l’eccesso di segretezza è stato fatale all’azienda di Cupertino, che ha tenuto nascosto il design dell’iPhone 4 nascondendo i prototipi in gusci di gomma fatti a forma di iPhone 3GS, come mostrato dai ragazzi di Gizmodo: tali involucri forse hanno agito da isolante e hanno impedito la rapida individuazione del problema.

In ogni caso, dal 30 di luglio avremo la possibilità di mettere le mani sul tanto discusso nuovo iPhone, e saremo in grado di giudicare di persona quale sia la reale entità del problema dell’antenna o quanto sia stata l’eco della stampa a montare il caso “antennagate”.

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