Dopo WebM, Google presenta WebP per sostituire il JPEG

BiigG appare sempre più come una inarrestabile forza che marcia verso il progresso. Seguendo i suoi sviluppi su tutti i fronti, non manca giorno in cui non venga fuori qualche nuovo progetto, funzione o semplice miglioramento di uno dei suoi infiniti servizi.

Uno dei problemi più grossi che dovrà affrontare la rete nel futuro è quello della banda. Lo sa bene Google, visto che YouTube genera oltre il 10% del traffico web mondiale. Il numero di utenti che si connette ad internet aumenta in modo incredibile giorno dopo giorno, così come diventano sempre pesanti le informazioni si scambiamo. Per contrastare questa domanda in forte crescita quantitativa e qualitativa si dovrà agire certamente sul fronte delle infrastrutture, ma molta dell’attenzione è posta anche a contenere il problema a monte, riducendo la dimensione dei file a parità di qualità. Tutto ciò è assolutamente necessario per assicurarsi che in futuro l’accesso ai contenuti multimediali sia garantito per tutti gli utenti che si connetteranno alla rete.

Per quanto riguarda i video, Google ha presentato qualche tempo fa WebM, un contenitore multimediale basato su codec open-source con video VP8 e audio Vorbis. Ma il progetto era evidentemente di più ampio respiro visto che dopo la M di Movies si è passati alla P di Pictures con il formato WebP. Questo nuovo formato ha le potenzialità per sostituire il JPEG, garantendo una qualità praticamente identica con file più leggeri di più del 30%. Il problema è che per i video un passaggio di codec è “relativamente” semplice, poiché sono pochi i grandi player che distribuiscono i nostri filmati ed hanno la facoltà di cambiare il tipo di codifica molto più facilmente. Mentre con le immagini l’utente ha molta più libertà. Quando si ha uno spazio web personale ad esempio, non si passa certo da altri servizi: si salva l’immagine e la si manda online. Per cui ci si ritrova con un problema simile a quello che ancora oggi si ha con l’mp3: tecnicamente largamente superato, ma numericamente il più diffuso. Questo perché quando un formato raggiunge un riconoscibilità universale anche tra i non addetti ai lavori è veramente molto difficile da sostituire.

Per quanto riguarda il confronto qualitativo tra JPEG e WebP, le seconde sono state risalvate in PNG 24bit. Questo passaggio si è reso necessario per renderle visualizzabili su tutti i computer e i browser, ma essendo quest’ultimo un formato lossless (quindi senza perdita) sono aumentate di peso, ma non hanno perso minimamente qualità rispetto al WebP originale.

Ecco un esempio di confronto:

webp

E qui un dettaglio ingrandito, con sempre il JPEG a sinistra e il WebP a destra il 66.35% meno pesante!):

confronto_webp_jpg

Insomma, veramente una codifica ottima per le immagini fotografiche.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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