Costo e capienza sono i principali limiti degli SSD, ma in quanto a velocità non li batte nessuno. In particolare le memorie NAND sono inarrivabili nelle scritture e letture di piccoli blocchi casuali, ambito in cui i tradizionali dischi incontrano invece dei limiti fisici dovuti al movimento delle testine ed alla rotazione dei piatti. E sono proprio gli incredibili valori di IOPS nel Random che ci forniscono quella sensazione immediata di velocità fin dall’avvio.

Nella lettura/scrittura sequenziale, specie con file di dimensioni maggiori di 1MB, dei buoni dischi da 7200rpm configurati in RAID 0 (stripe) fanno registrare dei risultati a dir poco eccellenti. Ed il motivo per cui ho di recente fatto il passo sul Mac Pro è proprio questa sua maggiore espandibilità. Basti pensare ai 4 slot per i dischi, i quali permettono molte configurazioni non realizzabili con un iMac.

Il primo test effettuato oggi è stato quello della configurazione in RAID striped di due dischi Western Digital Caviar Black WD1002FAEX (74,66€). Per farlo non ho utilizzato il controller hardware acquistabile in CTO (con +630€), ma ho voluto inizialmente testare i risultati ottenibili con il RAID software. Vediamo come procedere.

Si apre Utility Disco, si accede al tab RAID e si trascinano nello spazio sottostante i dischi che faranno parte del Set. Dopo aver selezionato il File System (HFS+ journaled) definiamo la tipologia di RAID:

raid1

Con “striped” il set di dischi viene gestito come fosse un volume unico, sommando lo spazio a disposizione ed incrementando notevolmente la velocità (avendo ovviamente due testine a disposizione). Scegliendo invece “duplicato” (che corrisponde al RAID 1 mirror), ogni informazione contenuta sul primo viene immediatamente copiata sul secondo, soluzione particolarmente indicata per la sicurezza dei dati visto che sostanzialmente si ottiene un backup continuo senza dover fare nulla.

A me personalmente interessava proprio la velocità per grandi quantità di dati (motivo per cui non ho pensato agli SSD), mentre per il backup mi affiderò sempre ai NAS di rete così da centralizzare il tutto anche con altre postazioni (e mi sta arrivando un prodottino simpatico di Synology di cui parlerò in futuro).

Per cui ecco il risultato del Set RAID Striped creato con 2 dischi WD1002FAEX:

A questo punto però c’è da chiedersi quale sia il reale risultato dal punto di vista prestazionale, per cui avevo precedentemente eseguito il benchmark sul volume singolo, così da confrontalo con quello del Set RAID. Di seguito in questa GIF animata le incredibile differenze con i file fino ad 1 MB.

test_small

Si noterà che nella lettura Random si rimane sempre su valori non comparabili con quelli di un SSD con i piccoli blocchi (per i 4 KBytes un disco solido fornisce risultati 20 volte migliori), ma salendo con le dimensioni si migliora notevolmente. Con un Set del genere si ottiene mediamente un 80% in più di prestazioni rispetto a quelle del disco singolo e ci si avvicina moltissimo nel sequenziale (e in parte anche nel casuale) ad un disco SSD (sotto il mio test del OWC Extreme Pro):

testSSD

E il tutto migliora salendo sopra i 1024 KBytes, nel range tra 1 e 10 MB.

test_med

Per cui per quanto riguarda i dati una soluzione di storage basata su RAID (meglio chiaramente con un RAID 1+0 in modo da avere performance e sicurezza) è nettamente la migliore soluzione, mentre per il sistema operativo gli SSD non hanno rivali.

Ecco perché ho preso anche un piccolo OCZ Vertex 2 60GB da 2,5″, che con l’adattatore speravo di inserire in uno dei 4 alloggiamenti. Tuttavia questo non è compatibile con i supporti removibili del Mac Pro, per cui proverò ad inserire al posto del secondo SuperDrive che tanto non intendo montare, così da sfruttare ancora meglio lo spazio.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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