Recensione: Mac Pro 2010, potenza flessibile in un case strabiliante

Il Mac Pro è l’erede x86 dei vecchi Power Mac G5. Da quando è stato introdotto ad Agosto del 2006, ha subito sostanzialmente solo upgrade hardware. Esteticamente la versione 2010 è ancora quasi identica a quella con CPU G5 del 2003, dalla quale si differenzia nel frontale solo per il doppio slot SuperDrive ed il numero di porte USB/Firewire.

MacPro_porte_frontali

Dietro al minimalismo simmetrico della workstation si cela l’emblema della qualità cupertiniana. Meticolosamente progettato in ogni aspetto, il Mac Pro è praticamente l’unico computer Apple che l’utente può personalizzare oltre RAM e Hard Disk. La cura costruttiva è immediatamente evidente, così come la robustezza e l’eleganza dovuta al generoso utilizzo del freddo alluminio. Non si tratta di un oggetto di design ovviamente, ma potrebbe facilmente essere scambiato per tale. Anche scattando una fotografia molto ravvicinata non si nota la minima imperfezione o sbavatura.

MacPro_particolare

Il Mac Pro può essere configurato per raggiungere prestazioni elevatissime con 2 processori EsaCore Intel Xeon X5670 (Westmere) da 2.93Ghz e 32GB di RAM (quasi 10.000€ di spesa), ma da quando gli iMac 27″ hanno l’Intel Core i7 Quad Core, la differenza puramente prestazionale tra un Mac Pro base ed un iMac top di gamma si è spostata a vantaggio di quest’ultimo:

confronto imac mac pro

E l’iMac risulta anche più vantaggioso economicamente dal momento che con i7 2.93Ghz e 8GB di RAM costa 2.359€, mentre il Mac Pro Xeon 2.8Ghz con il medesimo quantitativo di memoria e lo schermo da 27″ Led Cinema Display arriva a 3.873€. Escludendo però lo score deve essere chiaro che si tratta di macchine diverse fin dalle viti. I componenti di un Mac Pro sono di classe superiore e destinati a massicci carichi di lavoro: scheda logica, RAM, sistemi di raffreddamento, CPU, schede di rete (sono 2), alimentatore, hard disk, etc.. non vi è nessun componente in comune tra i due computer. Inoltre il Mac Pro può essere espanso in modo piuttosto semplice su quasi ogni aspetto, aggiungendo schede eSata o USB3.0, fino a 4 dischi in RAID (con livelli di velocità e sicurezza impensabili per un all-in-one), nonché schede grafiche professionali, biprocessori, maggiore quantitativo di RAM e via discorrendo.

MacPro_server

Questa caratteristica di espandibilità è quella che mi ha spinto circa un mese fa a comprare un Mac Pro in versione base con Intel Xeon W3530 (Nehalem) da 2.8Ghz con 8GB. Per la mia attività di grafica 2D non occorrono prestazioni di chissà quale entità (seppure durante l’uso di applicazioni per il montaggio video la potenza non sia mai troppa), ma di contro ho bisogno di reattività, capienza e sicurezza dei dati. Sul Mac Pro ho potuto installare un SSD Vertex 2 (recensione), per l’OS e le applicazioni, e due HDD da 7200rpm WD Caviar Black FAEX in RAID0 software per i dati. Lo striping, come spiegato precedentemente, mi ha permesso di raggiungere la ragguardevole velocità media di 250MB/s anche con i classici dischi magnetici. Sul fronte sicurezza però non fornisce garanzie, per cui ho optato per una soluzione di backup esterna (poi approfondiremo meglio il discorso in una prossima recensione). L’ideale sarebbe avere la scheda Mac Pro RAID (630€) e configurare almeno tre dischi in RAID 5. Ma visto il costo per il momento ho temporeggiato. La cosa bella di un Mac Pro è che tale configurazione si può raggiungere facilmente anche dopo qualche tempo, senza dover cambiare computer. E come per ogni workstation che si rispetti, aprire un Mac Pro è un gioco da ragazzi: basta sollevare la levetta di blocco sul retro et voilà!

MacPro_apertura

Questa svincola contemporaneamente il pannello laterale e i 4 alloggiamenti per i dischi, i quali non devono essere collegati con i classici cavi piatti SATA+alimentazione, ma basta fissarli con le viti ad una delle slitte ed inserirla fino in fondo, dove si trova il connettore milimetricamente posizionato.

MacPro_interno

Nell’immagine sottostante noterete i due Caviar Black da 1TB da me montati. Il disco originale era sempre un WD Caviar Black, che in questa categoria sono forse i migliori sul mercato, ma la vecchia versione FALS, che oggi si trova molto difficilmente in circolazione. La differenza in prestazioni è quasi inesistente, ma così facendo Apple ci spinge a comprare i dischi direttamente da loro (non so se volontariamente o per le vecchie scorte), perché per alcuni tipi di RAID i drive devono essere identici. Sono stato costretto a prenderne due nuovi e in questo caso vi consiglio o i Barracuda per risparmiare qualcosa mantenendo alta la qualità, oppure ancora una volta i Caviar Black (assolutamente sconsigliati i Green).

MacPro_dischi

A destra ci sono altri due alloggiamenti rimasti vuoti, ma non si vede l’SSD. Il Vertex 2 da 60GB, che ho acquistato su Amazon a 120€ circa, è da 2,5″ e possiede un adattatore da 3,5″ che però non è compatibile con la slitta presente sul Mac Pro (che vuole i fori per le viti sul top e non laterali). Da qui l’idea di inserirlo nello spazio sottostante al SuperDrive.

L’intero blocco superiore si estrae senza viti, anche se un po’ meno facilmente delle slitte per i dischi. Dopotutto qui si dovrebbe arrivare molto meno di frequente. L’adattatore in dotazione però è da 3,5″ mentre i bay dei lettori ottici sono da 5,25″. per cui neanche qui si inserisce facilmente (ed ecco spiegato il motivo di soluzioni come questa). Tuttavia dal momento che il Mac Pro dovrà stare sempre immobile e che l’SSD non genera nessuna vibrazione per l’assenza di movimenti meccanici, l’ho comunque fissato temporaneamente ad uno solo dei lati con un paio di viti. Il risultato è orribile perché rimane parzialmente penzoloni (e vi sconsiglio di fare lo stesso), ma funziona. E finché non acquisterò uno specifico adattatore servirà allo scopo. In questa foto lo potete vedere subito sotto il SuperDrive:

MacPro_ssd_nel_superdrive

Si estrae anche la porzione di scheda logica sulla quale è installato il processore con il suo enorme dissipatore passivo e la RAM. Purtroppo non è possibile prendere una CPU gemella aftermarket ed aggiungerla, dal momento che c’è un unico socket. Per un upgrade del processore dunque, l’operazione non è affatto semplice. A questo mi riferivo dicendo che si può aggiornare “quasi tutto” sul Mac Pro.

MacPro_northbridge

Ci sono soluzioni che magari analizzeremo in un altro articolo dedicato, ma non sono decisamente a buon mercato. Per cui se per RAM, HDD, scheda grafica e vari accessori potete rimandare anche ad un secondo momento (ed è anche meglio economicamente), le CPU meglio deciderle direttamente all’acquisto. Vediamo dunque le varie opzioni, tenendo a mente che nella linea vi sono sia modelli con tecnologia Nehalem (45nm – azzurra) che quelli con la più recente Westmere (32nm – rosa). Impostando tutte le altre opzioni identiche (6GB RAM per ogni configurazione) ecco i prezzi e le prestazioni con le varie CPU:

MacPro_prestazioni

Considerate anche che più di uno di questi modelli (ed anche alcuni meno recenti) si trovano su Refurb4us con importanti sconti. Quello base con Nehalem 2.8Ghz a 2.039€ e quello con 2 Westmere da 6-core da 2,93Ghz a 5.149€.

MacPro_grafica

Sul fronte grafica invece sono molto ridotte le scelte, partendo da una ATI Radeon HD 5770 1 GB con due uscite mini DisplayPort ed una DVI dual link (sopra in figura). Mentre con 249€ in più si può una seconda scheda gemella o con 200€ passare alla HD 5870 1 GB. Si tratta di schede di fascia medio-alta e permettono sicuramente di avere anche maggiore flessibilità con gli schermi visto che ne possiamo collegare molti (la DVI dual-link ad esempio ne supporta 3), però un professionista che lavori nel 3D molto probabilmente si affiderà ad altre soluzioni come la NVIDIA Quadro 4000 con 256core e 2GB (per sole 1.000€).

Cinebench comunque non mi ha fornito uno score tanto malvagio considerando il costo della scheda:

CineBench

La reattività del sistema non era male fin dall’inizio. Tuttavia installando l’SSD il miglioramento è stato assolutamente radicale. Avvio in 11 sec e shutdown in 3, tempi non raggiunti con lo stesso disco sul MacBook Pro. Il mio risultato con Geekbench 2 lo trovate su questa pagina ed è di 9861, valore che non ha subito mutazioni con l’aggiunta del disco SSD. Ciò è normale dal momento che la ‘potenza’ non è certo cambiata e si evidenzia per il tipo di test effettuato dal benchmark. Ciò che è notevolmente migliorata invece è l’esperienza d’uso, come abbiamo imparato a vedere in tutti i recenti test di SSD, non c’è macchina che non abbia visibili miglioramenti nel passaggio a questa tecnologia, anche un Mac Pro.

voto 4Conclusioni / Costi
Questo è il primo Mac Pro che finisce sul mio banco di prova, per cui non possiedo un metro di paragone antecedente. Oltretutto chi lo acquista per raggiungere specifici risultati per la propria professione (video, 3D o altro), avrà sicuramente bisogno di test più specifici con l’uso delle applicazioni con cui lavora. Tuttavia il confronto tra questo specifico modello “base” rispetto all’iMac i7 2,93Ghz è sicuramente a vantaggio di quest’ultimo sul piano prezzo/prestazioni, ma solo se non si ha necessità di effettuare upgrade sul fronte dischi/grafica, di superare il limite dei 16GB o di montare altre espansioni come le porte USB3.0 o eSATA3. Ecco perché l’iMac 27″ top di gamma è così gettonato tra i ricondizionati. Il Mac Pro è una workstation professionale che si presta ad essere molto più longeva e che differisce completamente nell’hardware, ma anche in tante piccole cose che per alcuni possono essere di primaria importanza, come l’uso di un numero superiore ai 2 schermi. Il suo lato negativo è sicuramente il costo, decisamente elevato, ma anche l’ingombro e la rumorosità, che non è assolutamente eccessiva o allarmante, ma è ovviamente superiore a quella di un iMac. Nulla però se pensiamo che l’interno è letteralmente cosparso di grandi ventole di tipo “quiet” ed eventuali rumori non vengono attenuati dal case visto che è sostanzialmente aperto (tutta la griglia presente sul fronte e sul retro è veramente traforata lasciando intravedere l’interno). Dal punto di vista raffreddamento tra aperture, alluminio e ventole, il Mac Pro è difficile da mettere in crisi. Per riprendere una delle frasi iniziali il Mac Pro non è per tutti e specie configurato alla base ha senso solo se poi effettuerete delle modifiche successive, ma vi ripagherà di ogni euro speso con tanta qualità, ottima potenza, stabilità, praticità ed un design intramontabile.

PRO
ico.piu.png Qualità a 360°: design, materiali, assemblaggio, ingegnerizzazione, componenti
ico.piu.png Vaste possibilità di configurazione
ico.piu.png Gran numero di connessioni USB/Firewire frontali e posteriori
ico.piu.png Possibilità di controllare fino a 6 schermi
ico.piu.png Semplicità di upgrade, caratteristica sempre più rara in un Mac (purtroppo)
ico.piu.png Con il RAID (anche software) si possono ottenere con gli HDD prestazioni e sicurezza

CONTRO
Pro Prezzo elevato, soprattutto se non avete già il monitor
Pro L’upgrade o l’aggiunta di CPU non è affatto semplice

DA CONSIDERARE
Pro Ingombro e un po’ di rumorosità operativa in più rispetto iMac
Pro Sul fronte grafico un professionista avrà bisogno di qualcosa di più di una HD5870
Pro Se utilizzato come unico computer, mancano anche webcam, microfono e casse (quelle integrate sono giusto “di cortesia”)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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