iPad 2: misteri di RAM e della pasta salata

Ieri parlavamo del nuovo iPad 2 e di come Apple prosegua la sua giusta strada verso l’usabilità e la fruibilità dei dispositivi e non sulla sommatoria di caratteristiche hardware. Se ci fate caso tutti gli altri tablet provano a riassumersi e presentarsi al pubblico con degli specchietti che riportano i loro “numeri”, per cui CPU, RAM, Risoluzione display, etc.. Da Apple gli unici numeri riguardano la durata della batteria (che interessa a tutti) e poi dei valori utili più che altro a determinare la capacità dell’hardware in modo comprensibile, basandosi sulle performance del dispositivo che sostituisce. Ecco un esempio:

caratteristiche

Anche nella pagina delle specifiche mancano alcuni riferimenti tecnici. E se in molti casi concordo con questo approccio, mi è spiaciuto non vedere il dettaglio sul quantitativo di RAM. Non che mi interessei per fare i classici confronti con la concorrenza: abbiamo già avuto modo di verificare che anche hardware più pompato dell’iPad 1 rende meno con un OS diverso come Android. Ma usando l’app Safari si nota che aprendo più di una pagina la RAM da 256MB del precedente iPad non è sufficiente a mantenere tutti i dati e passando tra le pagine attive capita spessissimo che il sistema debba ricaricare i contenuti. Già l’iPhone 4, uscito successivamente, possiede il doppio quantitativo di memoria, pur avendo il SoC Apple A4. Mi aspetto per cui che l’iPad 2 abbia 512MB di supporto all’Apple A5. Poi se fosse 1GB sarebbe ancora meglio ovviamente…

Altro dettaglio non chiaramente espresso riguarda le capacità delle due camere. Ma verificando la risoluzione di registrazione foto/video, sembrerebbero essere gli stessi componenti dell’iPod Touch 4G. Delusi? Beh, di certo un tablet di 9,7″ non si usa come macchina fotografica “portatile” ed è importante tenere a mente la funzione di ogni componente al fine di scegliere quello “giustamente dosato”.

Troppo sale nella pasta non aumenta il sapore, la rende semplicemente salata.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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