Dall’agosto del 2010 Nikon ha aggiornato il suo modello di DSLR entry-level presentando la Nikon D3100. I punti chiave rispetto il modello che sostituisce rimangono invariati, così come il pubblico cui è indirizzato. Di novità ce ne sono poche, ma sostanziose. Ed in parte hanno anticipato soluzioni viste solo un mese più tardi nella Nikon D7000, che recensiremo verso la fine di aprile.

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Caratteristiche tecniche
Principali differenze rispetto la D3000 sono il sensore CMOS da 14.2 MegaPixel, con il nuovo processore d’immagine Expeed 2 (con riduzione delle aberrazioni cromatiche), la registrazione video in qualità FullHD con autofocus e l’ovvia introduzione della funzione LiveView. Il range di sensibilità ISO sale fino a 12800 (in Hi-2). Altre piccole importanti variazioni sono l’aggiunta dell’uscita HDMI e la possibilità di scatto in RAW+JPG Fine.

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Corpo ed ergonomia
La dimensione del corpo è rimasta invariata e per essere una APS-C è decisamente compatta e leggera. Rispetto le piccole mirrorless (a sinistra una Panasonic G2 micro 4/3) altezza e larghezza del corpo sono quasi sovrapponibili, mentre la profondità è più simile a quella delle sorelle maggiori (come la D7000 a destra) per via dello schema sensore + specchio. I controlli subiscono piccole variazioni, in particolare spicca sul retro la leva per attivare la modalità LiveView (che contiene anche il pulsante rosso di avvio registrazione) e in basso a sinistra il nuovo tasto di accesso veloce alle opzioni di scatto. La qualità costruttiva è da entrylevel, ma l’approccio Nikon si nota e dietro un peso di soli 500 gr e l’impiego esclusivo di materiali plastici, si cela una piacevole sensazione di compattezza. L’impugnatura è ben sagomata ma non molto profonda, così come l’altezza che con mani medio-grandi non permette di appoggiare comodamente anche il mignolo. Rimane comunque comoda e così leggera che anche con l’obiettivo del kit 18-55 VR montato, si può usare tranquillamente con una sola mano.

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Display
Lo schermo posteriore è da 3″, dimensione ormai standard. Non avendo l’LCD secondario questo diventa l’elemento principale per il controllo della camera, seppure nel mirino si vedano le informazioni primarie di scatto. Si accende immediatamente all’avvio e non avendo un sensore di prossimità va spento manualmente quando non necessario. Conserva la stessa (bassa) risoluzione da 230.000 pixel della D3000. Durante l’uso non si nota come un evidente limite, ma con la nuova funzione video in FullHD un pannello migliore sarebbe stato ben accetto. La luminosità è sufficiente in quasi tutte le circostanze e quando la luce ambientale è troppo forte e diretta, si può selezionare uno schema di visualizzazione differente per migliorare la leggibilità. Quello mostrato in figura è il menu grafico/nero, disponibile anche in verde e marrone, ma c’è anche quello classico, con i numeri più grandi, nelle varianti blu, nero o arancione (per un totale di sei opzioni). Grazie al sensore di rotazione, la grafica si adatta quando giriamo la camera a 90°, risultando chiaramente leggibile anche in tale circostanza.

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Mirino
Anche qui nulla di nuovo sotto il sole, rimane lo stesso pentaspecchio con copertura del 95% e rapporto di ingrandimento di 0,78x, che con il FOV crop DX corrisponde ad uno 0,52x in 35mm. In linea insomma con prodotti di pari livello, anche di casa Canon. Mi sembra di notare una piccola modifica anche nella visualizzazione dei punti di messa a fuoco, visto che ora si illumina solo il “puntino”. Preferivo la modalità precedente in cui diventava rosso anche il rettangolo intorno a quello attivo, anche se la nuova soluzione risulta meno invasiva sull’immagine.

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Flash
Il Flash si apre a popup nelle modalità automatiche o con il pulsante laterale dedicato. Non è affatto sottodimensionato avendo lo stesso numero guida (12) dei modelli superiori, compresa la D7000. La resa è apprezzabile, anche se nella pratica sono pochi in casi in cui ne consiglierei l’uso. La compensazione dell’esposizione arriva da -3 a +1. Non si possono controllare flash wireless chiaramente, caratteristica appannaggio dei modelli più costosi.

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Impostazioni e controllo
La ghiera dei modi si trova in cima sulla destra e comprende oltre ai PASM anche le varie scene, una modalità completamente automatica e la GUIDE, già vista nella D3000. Di fianco un selettore permette di cambiare velocemente la modalità di ripresa: scatto singolo, continuo (3fps), autoscatto e quiet. Quest’ultimo dovrebbe ridurre al minimo il rumore dell’otturatore, ma non è così efficace come sulla D7000, probabilmente perché il piccolo e leggero corpo non riesce ad attutire il suono in equal misura. In classica posizione avanzata il pulsante di scatto a doppia corsa, alla cui base si trova il selettore per l’accensione/spegnimento. Un po’ più arretrati il tasto info (per accendere e spegnere il display) e quello dedicato alla compensazione dell’esposizione.

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Sul dorso il blocco fuoco/esposizione (personalizzabile del menu) e l’unica ghiera di modifica delle impostazioni. Il selettore per il LiveView con tasto incorporato è una comoda novità, poi ripresa anche nella D7000. Risulta piuttosto semplice da usare perché in qualsiasi modalità, si attiva il LiveView e si può iniziare immediatamente a catturare un video. Il pad direzionale non subisce variazioni, così come il pulsante di conferma centrale e quello di eliminazione/uscita più in basso. Sulla sinistra oltre alla modalità di revisione (play), menu e zoom-in/out si trova il nuovo pulsante di accesso diretto alle impostazioni <[i]>

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Con il modo guida selezionato il menu si trasforma completamente e domanda in tono amichevole all’utente cosa vuole fare, guidandolo in una serie di schermate veramente semplici. Alla fine però le possibilità di intervento saranno praticamente nulle. È una specie di automatico con priorità di scopo definita dall’utente. Una sorta di evoluzione delle scene in cui il fotografo sceglie il tipo di immagine che vuole ottenere. Sicuramente una marcia in più rispetto le classiche impostazioni automatiche, ma praticamente inutile per chi mastichi un minimo l’argomento fotografico.

L’unico pulsante aggiuntivo è quello Fn personalizzabile, che si trova lateralmente, sotto quello del flash. Non si può scegliere di utilizzarlo per l’anteprima della profondità di campo, opzione che manca, ma per modificare il valore ISO o attivare/disattivare alcune funzioni come il D-Lighting e il blocco esposizione/fuoco.

In sostanza c’è molto di più rispetto a ciò che serve al fotografo punta e scatta. E probabilmente anche chi è più tecnico troverà piuttosto facile muoversi tra le impostazioni con i tanti tasti dedicati. Per tutto quello che non si raggiunge direttamente, si può sempre operare tramite il pulsante <[i]> modificando tutti i parametri sul display. Peccato che non vi sia l’accesso diretto per modificare il limite di ISO automatico, cosa che Nikon si ostina a rendere disponibile solo tramite il menu principale (stessa cosa sulla D7000 ad esempio).

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AF / Metering / Drive
L’autofocus è sempre il Nikon Multi-CAM1000 ad 11 punti, già visto su D3000/D5000. In quanto entrylevel non possiede un proprio motore interno, per cui con le ottiche che ne sono sprovviste bisognerà focheggiare manualmente (di norma appare un pallino verde in basso a sinistra nel mirino per segnalare la messa a fuoco corretta). Vi è una nuova modalità AF-F disponibile in Live View che permette di avere il fuoco permanente automatico, attivabile su un’area specifica, su tutto il quadro o sui volti. Purtroppo la resa non è un granché, specie per i filmati, in quanto ha la tendenza a risultare molto nervoso, andando avanti e indietro ricercando il fuoco. Sotto questo aspetto Panasonic e Sony sono messe decisamente meglio, sia per una maggiore velocità nella messa a fuoco passiva, che per un passaggio più graduale e ponderato, che va da punto a punto senza passare prima dal completo fuori fuoco. A meno di tollerare questo effetto, converrà probabilmente non cambiare la messa a fuoco durante la registrazione o al massimo farlo manualmente. Inoltre anche usando obiettivi AF-S il rumore del motore si avverte in registrazione. Ecco un brevissimo esempio:

La macchina restituisce colori molto vivi e naturali già con le impostazioni standard. Il metering è tendenzialmente efficace, giusto in qualche circostanza ha evidenziato un po’ di sovraesposizione (da 0,5 a 1 stop a seconda della scena). Un comportamento piuttosto normale nei casi qui di seguito ed ampiamente prevedibile già al momento dello scatto.

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La possibilità di scattare in RAW+JPG fine è novità per la D3100 e grazie al circuito Expeed 2 riesce a mantenere la velocità di 3fps. Decisamente non un prodotto per sportivi, ma in linea con il range di prezzo in cui la camera si posiziona.

Qualità d’immagine
Il nuovo sensore CMOS da 14.2 MegaPixel si dimostra capace di catturare una buona quantità di dettagli, specie se coadiuvato da buone lenti. Il corpo è da entry-level e l’obiettivo in kit 18-55 VR è un giusto completamento. Ma con lenti migliori si cambia registro e il sensore si valorizza notevolmente. Per quanto concerne invece la resa ad alti ISO, i valori 6400 e 12800 (che sono chiamati HI-1 e HI-2) risultano ovviamente molto disturbati, ma il livello di dettaglio rimane molto alto fino a 3200 ISO (scattando in RAW). Le seguenti immagini sono state scattate ottenute dai file grezzi con impostazioni della camera e di sviluppo standard. A destra quattro crop di particolari al 100%. Cliccando sulle varie sensibilità si può vedere il risultato a video in formato PNG lossless, mentre cliccando sull’immagine attiva si può scaricare il JPG (sviluppato e salvato alla massima qualità, circa 10MB a foto).

RAW: 100 ISO200 ISO400 ISO800 ISO1600 ISO3200 ISO6400 ISO12800 ISO

ISO100

Scattando in JPG la riduzione del disturbo entra in gioco in modo importante. Certo si perdono dettagli, ma in i risultati ottenuti sono comunque apprezzabili e il rumore si riduce al minimo, specie quello cromatico.

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Altra ragione per scattare sempre in RAW è la scarsa resa del bilanciamento del bianco automatico: di giorno si ottengono immagini con dominanti ciano e di sera, con le luci a incandescenza, il giallo diventa il colore predominante sulla scena. Per fortuna con qualsiasi applicazione di post-produzione il problema si risolve in un attimo. C’è comunque la possibilità di far leggere automaticamente alla camera il punto di bianco da uno scatto, per cui avendo dietro anche un semplice foglio di carta (ovviamente meglio con uno strumento più professionale) si riesce a mitigare il problema alla fonte.

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Batteria, memoria, collegamenti
La durata della piccola batteria EN-EL14 da 1030 mAh è ottima. I primi 3 giorni l’ho usata molto con oltre 500 scatti in una sola ricarica e con il display informativo quasi sempre attivo. Con la modalità LiveView e registrando con AF-F permanente la durata si riduce, il “quanto” dipende poi dall’uso. Per le memorie sono supportate SD/SDHC/SDXC e fortunatamente Nikon continua a posizionare lo slot sul lato destro, separato dal vano batteria in basso, così da essere accessibile anche quando la macchina è su cavalletto.

Come anticipato inizialmente una novità di questo modello è l’uscita HDMI, presente sul lato sinistro della camera. Questa è utilissima per rivedere immagini e filmati, ma avendo a disposizione il LiveView può essere interessante da usare anche per la composizione fotografica o come anteprima del video che si registra.

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Video ed Extra
La registrazione video FullHD è per l’esattezza 1080p @ 24fps, nei formati MOV o H.264 con audio mono. Se si deve rielaborare al computer per il montaggio il software dovrà effettuare una conversione dal momento che in Italia si lavora con lo standard PAL da 25fps. Maggiore flessibilità con l’HD 720p dove di può scegliere tra 24fps, 30fps (NTSC), 25fps (PAL). In ogni caso la qualità del filmato, con un sensore DX, è veramente di ottimo livello. L’unica cosa sulla quale si può e si deve migliorare è la resa dell’AF-F permanente. Superato questo scoglio la battaglia con le videocamere amatoriali diventerà ancora più dura, specie per i corpi che montano un display articolato ed un microfono stereo. In camera sono presenti alcune funzioni di post produzione, utili soprattutto per i file RAW, ai quali possiamo ad esempio correggere al volo il bilanciamento del bianco.

voto 4Conclusioni
Nel range della Nikon D3100 non c’è quasi nessuna camera che le competa in quanto a qualità complessiva. Anche rispetto la recentissima Canon 1100d non avrei dubbi visto che ha minore risoluzione, video solo HD, display più piccolo, ISO meno esteso e tanti altri piccoli dettagli più cheap come batteria/memoria nello stesso alloggiamento alla base. Può essere considerato un corpo secondario per chi già possieda obiettivi Nikon, ma a mio avviso la sua vera vocazione è quella di essere la prima reflex per chi si avvicina alla fotografia “più nobile” arrivando da compatte o bridge. Ad un primo approccio si presenta con le sue guide e menu estremamente chiari e semplici, ma se il fotografo amplierà le sue conoscenze scoprirà che la Nikon D3100 ha ancora tanto da offrire e potrà continuare a soddisfarlo anche nel medio-lungo periodo.

Costi
Il prezzo del corpo con l’obiettivo in kit 18-55 VR ed una SD Lexar da 4GB (tutto garanzia Nital) si compra per poco più di 500€ (link offerta). Come già detto il corpo offre semplicità e flessibilità in dimensioni e peso veramente ridotti. Inoltre la qualità delle immagini è veramente ottima, sia in quanto a risoluzione effettiva che per la resa ad alte sensibilità. Le alternative? La D5100 per circa 250/300€ offrirà una qualità d’immagine ancora migliore condividendo lo stesso sensore della D7000, oltre che una funzionalità video decisamente rinnovata. Ma rimane comunque carente di quelle peculiarità un po’ più tecniche che potrebbe ricercare un fotoamatore e che si trovano solo in modelli di rango superiore. In questo senso la vecchia D90 ha ancora qualcosa da dire. Avrà sicuramente i suoi annetti, “solo” 12 MegaPixel ed una resa ad alti ISO inferiore, ma il corpo è un altro pianeta in quanto a solidità, il mirino a pentaprisma più ampio e luminoso, motore di messa a fuoco, display LCD secondario, controllo remoto del flash, anteprima della profondità di campo, etc..

PRO
Il corpo è compatto e leggero, ma pur essendo interamente in plastica risulta abbastanza solido
Qualità d’immagine veramente buona
Estrema semplicità d’uso, ma anche tante funzioni per i fotografo più esperto
AF a 11 punti molto valido ed efficiente
Ottima qualità dei video in FullHD
Funzioni di correzione e sviluppo in camera

CONTRO
Pro Leggera tendenza a sovraesporre
Pro Il bilanciamento automatico del bianco è da migliorare (meglio scattare in RAW per modificarlo)
Pro Manca l’anteprima della profondità di campo e il bracketing
Pro AF-F in Live View è troppo nervoso per risultare usabile nella registrazione video

DA CONSIDERARE
Pro Perfetta per iniziare, buona per imparare. A questo prezzo difficile trovare di meglio.

SCATTI DI PROVA
Solo su alcuni (evidenziato in descrizione) vi è una leggera post-produzione su bilanciamento del bianco ed esposizione (-1 o -0,5), giusto per correggere gli errori evidenziati del metering. Tutti gli altri parametri sono invariati. Immagini ottenute direttamente dai RAW.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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