Il MacBook Air fa scuola: Intel introduce gli Ultrabook, in arrivo con Ivy Bridge

Un famoso detto dice: “Se non puoi batterli, unisciti a loro”. E’ quello che deve aver pensato anche Intel, che ha deciso di trarre insegnamenti dalla seconda generazione di MacBook Air. Sottile e al tempo stesso con buona potenza sufficiente per l’uso quotidiano e anche per piccoli sfizi multimediali, il sottilissimo portatile di Apple ha stupito tutti, consumatori e concorrenti, persino Intel stessa. L’azienda di Santa Clara ha così deciso di creare una nuova categoria di computer che sembra fatta apposta per accogliere l’Air: gli Ultrabook.

Gli Ultrabook, previsti per Ivy Bridge, presentano oltre ai processori della prossima architettura anche due punti focali: meno di 0,8 pollici e prezzo base minore di 1000 $. Questa nuova generazione si prefigge dunque di creare computer sempre più sottili e sempre più efficienti, non sacrificando la batteria a favore delle performance. Quella che si potrebbe considerare una sorta di Beta degli Ultrabook è l’Asus UX21, che sarà commercializzato a Settembre e presenta i Core i7 Ultra Low Voltage con l’attuale Sandy Bridge e un design che si ispira al corso lanciato dal MacBook Air, con una altezza che va a scalare con il suo punto massimo all’inizio della tastiera e il suo punto minimo all’estremità del touchpad. Probabilmente il prossimo refresh degli Air, dal momento che si può dire sia stato l’ispiratore per la nuova categoria, rappresenterà anch’esso stesso una sorta di Beta per gli Ultrabook in attesa del lancio ufficiale con Ivy Bridge.

Ma per quanto riguarda Ivy Bridge le notizie non sono finite qui. Anche in ottica Ultrabook, Intel introdurrà il TDP (Thermal Design Power) configurabile. Si tratta di una ulteriore evoluzione del Turbo Boost che consente non solo di aumentare la frequenza, ma anche adeguare i consumi del processore in base alla domanda. Il tutto va a vantaggio proprio soprattutto degli ultraportatili/Ultrabook, che potranno godere di un consumo base basso ma anche, quando serve, di una riserva di energia e prestazioni che possa supportare il processore in carichi molto intensi nel breve periodo. Un esempio può essere quello di un ipotetico Core i7 con Ivy Bridge con consumi totali da 17 W, che in caso di bisogno può passare per il tempo strettamente necessario anche fino a 32-37 W, con conseguente aumento della potenza di calcolo. Chiaramente si tratta di una soluzione a breve termine, per non drenare la batteria. Quando serve invece potenza per un periodo più prolungato e si ha a disposizione anche una docking station con eventuale batteria aggiuntiva e sistema di raffreddamento, Ivy Bridge si porta al TDP massimo e alle prestazioni massime. Di fatto, è l’intenzione di Intel di non rincorrere più i GHz in ambito portatili, ma di rincorrere l’abbattimento dei consumi. Rimarrebbe molto probabilmente anche la tecnologia SpeedStep, che ha un concetto simile al TDP configurabile, ma applicato all’opposto: abbassa frequenze e consumi quando il processore è a riposo o a basso carico.

Insomma, tanta attenzione a portatili sempre più sottili e al contempo sempre più parsimoniosi in termini di energia. Delle novità di Ivy Bridge non saranno sicuramente solo gli Ultrabook a beneficiarne, ma anche il MacBook Air del prossimo anno. Ma quanto c’è da aspettare? Un bel po’: Ivy Bridge sembra sia previsto per la commercializzazione tra Marzo e Aprile del 2012. Ciò sicuramente significherebbe che prima dell’Estate inoltrata non uscirebbero gli Air basati su quella architettura. Nel frattempo, pur tenendo un occhio al futuro, meglio attendere e vedere come saranno quelli in arrivo con Sandy Bridge, anch’essi altrettanto interessanti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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