Final Cut Pro X e l’obsolescenza programmata

Un esempio che mostra bene uno dei motivi per cui Apple è una azienda di successo è il recente aggiornamento di Final Cut Pro X. Prodotto di punta del video-editing di Apple, sono tre le caratteristiche che lo contraddistinguono:

  1. È una completa riscrittura della vecchia versione
  2. Sono state lasciate fuori molte funzioni presenti in FCP 7
  3. È disponibile solo su Mac App Store

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Tutti e tre i cambiamenti hanno un denominatore comune ben chiaro: Apple non ha paura di “scaricare” le vecchie tecnologie, il passato, in modo da innovare continuamente. Questa è la politica che ha portato prodotti come l’iPhone e l’iPod touch a sostituire per la maggior parte degli utenti la linea iPod— prima che questa fosse completamente obsoleta. Rinnovamento simile a ciò che è successo con l’entrata in commercio di Mac OS X a sfavore di Mac OS 9, una completa riscrittura del secondo, anche a discapito di qualche funzione persa per strada (ma poi reintegrata).

Come spesso succede si nota facilmente che questa politica non è tutta rosa e fiori, in quanto porta a quel fenomeno chiamato “obsolescenza programmata” — al contempo spiacevole per le nostre tasche e piacevole per lo sviluppo tecnologico. Interessante, inoltre, è notare come questo modo di agire è ben diverso dallo stile Microsoft, dove si cerca di mantenere quanto più possibile il supporto a vecchie versioni del software (qualcuno ha detto XP?).

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