Recensione: Leinox, il battery grip economico per Canon e Nikon testato su D90

Guardando i voluminosi corpi delle fotocamere professionali come la Nikon D3 o la Canon 1D, qualcuno pronuncia anche esclamazioni denigratorie per la loro eccessiva dimensione. Il fotografo però, sa che seppure il peso possa farsi sentire a fine giornata, i vantaggi dovuti da una generosa impugnatura e dallo scatto verticale si avvertono invece durante tutta la sessione di scatto.

Le macchine di fascia economica, amatoriale e semi-professionale, possiedono quasi sempre la possibilità di aggancio di un battery grip. Si tratta di una seconda impugnatura che va a posizionarsi sotto il corpo avendo più di una funzione:

  • migliorare la presa orizzontale, per la porzione aggiunta in altezza
  • aggiungere la presa verticale con tanto di pulsanti di controllo e scatto
  • fornire alimentazione supplementare (che in alcuni casi aumenta le capacità di scatto continuo)

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I produttori propongono i loro battery grip da associare ad alcuni modelli di camera ma ci sono anche tante altre case che offrono soluzioni analoghe a prezzi decisamente inferiori. Da non sottovalutare il fatto che tra le opzioni after-market si possano spesso trovare battery grip anche per i corpi per i quali non sia previsto “di serie”.

Leinox è un marchio tedesco tra i più economici in questo mercato ed ho voluto provare il suo battery grip per la NIkon D90. Vi dirò che qualche settimana fa ho preso quello originale per la Nikon D7000 pagato un pozzo di soldi e sono rimasto un po’ deluso. La qualità strutturale è ottima, intendiamoci, ma l’aggancio con il corpo non è troppo solidale e si avverte qualche movimento qua è là non troppo piacevole. Rispetto il corpo unico che mi ritrovo sulla D3, insomma, la differenza si sente. Probabilmente è solo questione di abitudine, dopotutto io ho provato prima il corpo unico e poi una camera con battery grip, quindi le aspettative, coadiuvate dall’elevato costo, erano piuttosto alte.

Imperfezione per imperfezione, mi sono detto, a questo punto provo un battery grip after-market pagandolo meno della metà del corrispettivo Nikon. Ed eccomi quindi giunto al Leinox, il più economico che ho trovato tra i modelli costruiti con una certa cura. Per prima cosa vediamo l’aggancio. Rispetto al modello per la D7000, che ormai interagisce con il corpo per mezzo di un connettore sulla base, la versione per D90 richiede l’inserimento di una parte del supporto all’interno del vano batteria. Lì alcuni connettori fungeranno da collegamento elettrico e permetteranno di usare il battery grip con tutte le sue funzioni.

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Ovviamente però, per completare “l’innesto” è necessario estrarre lo sportellino che chiude il vano batteria. Nelle semplici istruzioni del Leinox ho scoperto che l’operazione è facile quanto banale: basta aprire ed inclinare lo sportellino a 35° e poi tirare. Una volta estratto si può inserire il battery grip nel suo alloggiamento e vi è la possibilità di riporre lo sportellino rimosso in uno spazietto appositamente ricavato sul battery grip, in modo da non perderlo.

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Per l’alimentazione si possono scegliere due differenti soluzioni:

  • 6 stilo AA da 1,5v (meglio se ricaricabili)
  • fino a 2 batterie standard EN-EL3

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Il battery grip alimenta la camera anche da spento ma per usare i suoi tasti e controlli va acceso. Il selettore On / Off si trova di fianco in posizione piuttosto visibile. Poco più avanti, invece, il pulsante di scatto a doppia corsa leggermente bombato. Questi due elementi sono praticamente gli unici che si differenziano dal classico stile Nikon e che possono far storcere un po’ il naso. Nei modelli originali l’accensione è identica a quella del corpo macchina, con una ghiera che circonda il pulsante di scatto quasi piatto. Tuttavia nell’uso non si avvertono particolari discrepanze o fastidi, passando dall’impugnatura orizzontale a quella verticale tutto fila liscio.

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Non si può dire certo che la plastica usata abbia la stessa solidità ed il medesimo trattamento di quella del corpo, ma non è dissimile da quella del battery grip originale e l’impugnatura è sufficientemente morbida.

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In dotazione anche un pratico telecomando, doppiamente utile perché sul battery grip si trova un secondo ricevitore ad infrarossi frontale che va ad aggiungersi a quello posteriore di cui è dotata la camera per un utilizzo a 360°.

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voto 3,5Conclusioni
Il Leinox battery grip per Nikon D90 e D80 è equivalente per forma e sostanza al MB-D80. È un prodotto che nella sua economicità offre una qualità strutturale da tedesca e delle plastiche che, seppur migliorabili, non sono molto diverse da quelle del modello originale. L’unico elemento di disturbo che ho riscontrato in prima istanza è stata la differente disposizione del tasto di accensione e la forma diversa di quello di scatto. Fortunatamente è solo questione di abitudine e dopo pochi minuti si dimentica e si usa con molta naturalezza. Anche le due ghiere girano in modo piuttosto preciso ma non troppo fluido. Generalmente si nota nell’uso che non sia opera della stessa casa che ha realizzato il corpo ma la qualità è più che sufficiente ed il risparmio notevole. Comoda la possibilità di scatto verticale ma aumenta consistentemente anche la maneggevolezza in orizzontale.

Costi
Il modello di Leinox testato è venduto a 79,90€  su Ra.Ma. Idea. L’equivalente Nikon è prezzato tra le 60€ /90€ in più, per cui un bel risparmio. Lo sconsiglierei agli integralisti del marchio ma per tutti gli altri, superato il fastidio di avere qualche leggera discrepanza estetica e funzionale, è un buon acquisto. È disponibile anche per altri modelli tra cui Nikon D5000 (59€) e Canon 7D (109€). Ecco l’elenco completo.

PRO
Costruzione solida
Soluzione pratica per il copri batteria
Aumenta di poco il peso ma di molto la praticità
Buon rapporto qualità / prezzo

CONTRO
Soluzioni stilistiche differenti rispetto standard Nikon per accensione e pulsante di scatto
Ghiere di controllo precise ma non troppo fluide
Plastiche migliorabili

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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