Final Cut Pro X: il punto della situazione e il prossimo futuro

Con questo post non intendo ripetere quello che è stato già detto sulla nuova release del software di montaggio marchiato Apple. Tutto il mondo dei pro (e non solo) si è fermato e per giorni sono stati scritti fiumi di parole, spesso sovraccariche di emozioni. La maggior parte dei professionisti ha espresso grande delusione per le lacune del nuovo software e la mancanza di chiarezza di Apple nei loro confronti.

Non è la prima volta che Apple vuole percorrere una nuova strada ma non la indica con chiarezza ai suoi consumatori. Basti pensare ad iMovie ’08 per com’era stato concepito da Randy Ubillos: come primo step della post produzione, per l’acquisizione, l’organizzazione del materiale e il rough cut. Tant’è che una delle feature più importanti era l’esportazione per Final Cut. Ma le persone non capirono il nuovo paradigma, l’idea alla base del nuovo software, e alla fine Apple inserì nella pagina del nuovo iMovie un link per scaricare iMovie ’06.

Purtroppo, dicevo, la storia si è ripetuta. Apple ha stravolto il suo software di montaggio professionale, questa volta addirittura rimuovendo delle funzioni fondamentali (in parte proprio quelle che rendevano il software “pro“). Ha inoltre bloccato lo sviluppo e la vendita del vecchio software (seppure oggi sia trapelata la promessa di riattivare le licenze enterprise). Ancora una volta i consumatori sono spaesati e, a parte delle FAQ piuttosto povere e anche ambigue in alcuni punti, Apple non sta comunicando in modo chiaro e trasparente con la community sul futuro dell’applicazione.

finalcutprox

Per rinfrescarvi la memoria, ecco i punti sui quali si sono concentrate le lamentele:

  • Nessuna possibilità di aprire i progetti di Final Cut Pro 7.
  • Applicazione “isolata” rispetto ad app simili di altri produttori, e persino rispetto ad altri software Apple.
  • Non permette la collaborazione (vera) con altri editor.
  • Non potendo impostare in modo pratico le colonne negli Eventi, è difficile consultare rapidamente molte informazioni relative al materiale importato.
  • Quando i media vanno offline è impossibile capire dove si dovrebbero trovare. La praticità del Reconnect Media è scomparsa.
  • Il multicam di Final Cut Pro 7, uno dei migliori dell’industria, è scomparso.
  • Supporto agli standard OMF e XML scomparso.
  • I tool per la color correction sono amatoriali.
  • Nessun modo per assegnare tracce audio in modo da poter collaborare con sound designer o esportare per altri software professionali.
  • Finora nessun supporto professionale per i monitor broadcast. Questo rende impossibile la color correction professionale e non solo.
  • La cattura da nastro è molto limitata. Niente Log & Capture. La stragrande maggioranza dei network televisivi non ha ancora adottato workflow tapeless e semplicemente non può usare Final Cut Pro X.
  • Editing audio assolutamente non professionale.

Ci si potrebbe chiedere: ma in fondo, perché si lamentano tanto questi così detti pro? Perché si lamentano se le “poche” feature che Final Cut ha perso verranno reintegrate nelle prossime release? Perché non si godono il nuovo software e basta?

Riferendomi alla mia esperienza personale, io stesso posso dire che certe caratteristiche di Final Cut Pro X mi fanno impazzire. Considero il Background Rendering un piccola rivoluzione. Montando il mio primo video in Final Cut Pro X non ho mai avuto bisogno di renderizzare niente. Mentre aggiustavo un taglio o applicavo un filtro, Final Cut stava già renderizzando la parte di Timeline dove avevo lavorato poco prima. Inoltre potevo riprodurre senza alcun problema anche le clip non renderizzate con applicati filtri e transizioni.
Anche la Magnetic Timeline, una della killer features, è di grande aiuto in molti casi, e rende l’editing incredibilmente fluido e piacevole. Se si tratta di fare J o L cut ad esempio, o Trim di altri tipo, la semplicità di Final Cut Pro X non ha rivali (anche grazie al nuovo Precision Editor).
Meriterebbe un post a parte il sistema di Keywords e Ratings degli Eventi che migliora indiscutibilmente l’organizzazione dei media, specialmente per i progetti più complessi e ricchi di materiale.
Infine è uno strumenti molto potente e pratico il nuovo Retime Editor, di cui ho parlato abbondantemente nel mio blog, anche se ha ancora alcuni limiti (perfettamente comprensibili in questo stadio dello sviluppo).

È evidente quindi che per capire la frustrazione dei pro bisogna cercare di farsi un’idea complessiva della situazione. Non si può dire semplicemente “manca questo, manca quello” perché inevitabilmente si farebbe l’errore di giudicare il software di per sé, non guardando al futuro e cercando di valutare in modo assoluto un software che è a tutti gli effetti una beta (la mia è una provocazione, ma in effetti la mancanza di feature e anche i numerosi problemi che tanti utenti stanno riscontrando, come quelli che vengono segnalati sulla mia pagina Facebook, fanno pensare proprio ad un work in progress, non ad un software completo).
Con idea complessiva della situazione intendo anche quello che è successo prima della commercializzazione, e quindi il contesto in cui questa è avvenuta.

Per esempio Helmut Kobler ci spiega perché secondo lui Final Cut Pro, come lo conosciamo, sta morendo. Elenca infatti una serie di segnali che nel complesso sembrano indicare come Apple ormai abbia depriorizzato i suoi strumenti (software e hardware) professionali. L’osservazione che mi ha colpito di più è questa: nel tempo che Apple ha impiegato per aggiornare Final Cut Studio dalla versione 2 alla 3, Adobe ha rilasciato quattro aggiornamenti (non minori) per Premiere, passando dalla CS3 alla CS5.5. Infatti l’update alla versione 3 di Final Cut Studio ha richiesto 2 anni e mezzo, mentre prima gli update erano decisamente più frequenti. Inoltre come sappiamo Apple acquistò Shake nel 2002, poi lo rimosse dal mercato promettendo di rimpiazzarlo con un’app che non è mai stata rilasciata (sia chiaro, Motion 5 non è assolutamente un sostituto di Shake). E pensate che Shake era alla base della pipeline di compositing della Weta Digital di Peter Jackson per la trilogia “Il Signore degli Anelli”.
Sono segnali importanti anche il fatto che Apple ha smesso di aggiornare la sua pagina Pro, che ha impiegato più di un anno per risolvere un bug che rendeva il comando Close Gap (frequentemente utilizzato da molti editor) inutilizzabile (e questo è assurdo), che impiega sempre più tempo ad aggiornare i Mac Pro e che non partecipa più ad eventi importantissimi per l’industria professionale come il NAB.

Dopo aver capito il contesto, possiamo parlare dell’applicazione vera e propria. Ricordo ancora molto chiaramente una delle prime stroncature del software, ad opera di Walter Biscardi. Nel post si parlava delle varie “lacune” del nuovo software, si cui ho già parlato sopra. Dopo aver letto quella recensione (che consiglio vivamente di leggere) chiesi su Twitter a Mark Spencer cosa ne pensassero lui e Steve Martin. Ricordo che sia Mark che Steve sono due persone molto pacate, Apple Certified Trainer da tanti anni, e che continuano ad essere utilizzatori rispettivamente di Motion e Final Cut nonostante tutto.
Mark mi rispose così:

Successivamente ho chiesto un piccolo chiarimento allo stesso Walter Biscardi, che mi ha gentilmente riposto dopo pochi minuti:

Comunque, uno potrebbe dire: e allora? I pro sono una minoranza. La maggioranza è fatta dai papà che riprendono i compleanni dei loro bambini e vogliono montare i video per mandarli ai nonni. Ok, ma per quel genere di cose ci sono iMovie, iPhoto ecc. Se sviluppi app professionali, da zero oppure dopo averle acquistate da altre aziende, e queste hanno hanno successo (tanto da rivoluzionare l’intera industria dei digital media), succede una cosa: privati e aziende, anche di altissimo livello, scelgono la tua soluzione. Dopo svariati anni, se la tua offerta è solida e variegata, l’intero workflow di quei professionisti e di quelle aziende si basa sui tuoi software e sul tuo hardware. Se volti le spalle a queste persone, che hanno contribuito al tuo successo ed anche a costruire un’immagine positiva del tuo brand, aspettati qualche lamentela. Qualche tumulto. E tanta delusione.

La faccenda è ancora più difficile da digerire se si pensa all’enorme contributo che Apple ha dato a tutta l’industria in questi anni. È proprio grazie ad Apple che oggi non dobbiamo pagare un sistema di Editing Non Lineare (NLE in inglese) 100.000€. È proprio grazie ad Apple che molti di coloro che oggi si guadagnano da vivere con Final Cut sono entrati in questa professione (che altrimenti avrebbe avuto per loro costi proibitivi).

Siamo grati ad Apple per come ha rivoluzionato questo settore e speriamo che non lo stia davvero abbandonando, per approdare nella nuova fascia “prosumer”. Come suggerisce Josh Mellicker Apple avrebbe potuto tranquillamente evitare questa catastrofe di product management rilasciando il nuovo software come alternativa a Final Cut Pro 7, continuando nel frattempo con qualche bug fix e aggiornamento minore sul “vecchio” software. Il passaggio sarebbe stato molto più graduale e indolore e sarebbe stato più facile per i pro accettare il nuovo arrivato.

Quello che penso io, per concludere, è infatti che il problema non è Final Cut Pro X. Il problema è il passaggio, la transizione. Considero Final Cut Pro X un software moderno, potente e innovativo, che tra l’altro contribuirà enormemente alla crescita del video prosumer (che fino ad oggi non aveva goduto di un software dedicato) e spero che nei prossimi mesi recupererà le funzionalità, la professionalità e la potenza che per ora ha lasciato al suo predecessore.

Nel frattempo non ci resta che provare, imparare e sperimentare.

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