Uno degli scogli più grossi per le persone “normali” per il passaggio da telefoni vecchio stile (d’ora in avanti “featurephone”) a i nuovi smartphone è l’abbonamento dati che deve accompagnarli. “Deve” in quanto sebbene nessuno venga obbligato a farlo, la pressione è forte così come la pura curiosità in un utente iPhone (o uno smartphone equalmente evoluto).
In Italia ci lamentiamo tanto — siamo famosi per questo tipo di comportamento, ma ascoltando un podcast 5by5 (mi sembra The Talk Show, ma non ne ho la certezza) ho sentito un dato parecchio interessante: negli USA dove l’abbonamento è praticamente l’unica via per avere un telefono funzionante, il minimo piano dati di Verizon (compagnia più grande assieme a AT&T) richiede il pagamento di 30 dollari mensili per due gigabyte. Io con Vodafone spendo 12€ e certe volte ho avuto il coraggio di lamentarmi di questa situazione.
Dodici Euro mensili sono pochi, ma per chi ha sempre usato un featurephone sono un bello scoglio difficile da giustificare. Penso a mio padre: dopo aver sostituito un Nokia con un iPhone 3G, e nonostante circa un anno di esperienza con un iPad 3G con abbonamento dati sempre presente, ha comunque preferito non abilitare l’opzione internet della Wind perché — cito testualmente — tanto sono sempre a casa o a lavoro e il Wi-Fi c’è in entrambi i luoghi.
A differenza di mio padre, io ho una marea di motivazioni per giustificare la spesa addizionale per avere internet sul mio iPhone: ho risparmiato cento Euro di GPS, ho bisogno di connettività in treno verso e dall’università, ho accesso ai file importanti con Dropbox da ogni luogo del mondo, e via dicendo.
La domanda è: come mai mio padre — e più in generale gli utenti di featurephone — non comprano un abbonamento dati? La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: perché non sanno cosa si perdono. Costoro non conoscono la comodità di arrivare in una città e trovare i ristoranti più vicini (e le indicazioni per arrivarci) in un minuto, sapere quali fra questi sono i migliori con app come 2Spaghi, trovare amici o conoscenti più familiari in quella città, ecc…
Come risolvere allora questa situazione? L’idea è banale: offrire un piano dati gratuito ma fortemente limitato, qualcosa del tipo 50MB al mese. In questo modo gli utenti avrebbero un assaggio dell’enorme mole di opzioni disponibili con un collegamento a internet sempre presente — e geolocalizzato, ma comunque non infinito. Esso soddisferebbe i bisogni più semplici e poco esosi in termini di banda (quindi non andrebbe a costare troppo agli operatori), ma aprirebbe gli occhi a tutte le persone, costituendo un investimento a lungo termine dal potenziale di ritorno enorme.