SaggeLettere: l’Italia che non comprende le vere qualità dell’iPad

Ieri ho ricevuto questa interessantissima email che voglio rendere nota:

Sono un medico, neuropsichiatra infantile, e lavoro tanto con bambini affetti di disabilità di vario tipo: autismo, paralisi cerebrali, sindromi genetiche. In molti casi vi è una compromissione del linguaggio e i bambini non possono parlare, pertanto in questi casi si ricorre alla Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA). L’iPad ha portato un’immensa rivoluzione anche nell’ambito della CAA e, in minor misura, nella riabilitazione cognitiva, sia per i bambini, sia per gli adulti (diventati magari afasici dopo un ictus, affetti da SLA o sclerosi multipla per esempio..). Prima del suo avvento vi erano solo display dinamici con touchscreen e uscita in voce del peso di 2-3 kg, con un’autonomia di 1-2 ore, basati su windows, che tra hardware e software venivano a costare tra i 6000 e gli 8000 euro, con una vita media di 1/2 anni. Credo non ci sia bisogno di fare il paragone con l’iPad! Un bambino di 4-5 anni riesce ad apprenderne facilmente l’utilizzo e con 1000 euro è possibile acquistare sia il dispositivo che software ed accessori utili per la CAA. Peccato che il primo sia prescrivibile con il SSN mentre il secondo no (pur costando molto di meno). Questo perché ad oggi, in Italia, non ne viene riconosciuto il potenziale ”riabilitativo” e viene visto solo come uno strumento ludico. Ogni tanto viene riportata qualche storia strappalacrime da oltre oceano (a volte anche poco attendibile a mio parere) ma siamo ancora ben lontani dalla consapevolezza che c’è ad esempio negli USA, dove l’iPad è diventato uno strumento largamente usato per la CAA. Ed è un vero peccato perché è un’ottima risorsa per i pazienti e rappresenta anche un risparmio per il SSN, quindi per tutti.
Lettera Firmata

Lo sfogo del nostro utente evidenzia in modo chiaro quanta scarsa flessibilità, informazione e risolutezza vi sia nelle alte sfere decisionali del nostro paese. Sol perché l’iPad è un prodotto commerciale di largo consumo se ne disconosce l’immenso valore propedeutico in casi così importanti e delicati come quelli di cui il medico, autore dell’email, si interessa in prima persona. Ma la miopia non sta solo nel non vedere — o riconoscere — la validità dello strumento, quanto anche il risparmio che la sua adozione porterebbe: rispetto alle obsolete interfacce su base Windows costa fino a 8 volte meno. Dato che può essere letto nel doppio senso 8 volte più economico per lo Stato o 7 persone aiutate in più ogni 1.

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Immagini di bimbi ed anziani che usano facilmente un iPad — o un iPhone — se ne sono viste moltissime e sono così frequenti che probabilmente le avrete vissute in prima persona in famiglia e nella vostra cerchia di amici. Le qualità dello strumento in termini di comprensibilità dell’interfaccia ed interazione sono indiscutibili e mi basta vedere mio nipote di 3 anni per dedurlo.

Tuttavia se ne auspico l’uso immediato per i casi evidenziati dal nostro medico, conservo un certo senso di fastidio nel vedere un bimbo che già dalla tenera età viene interamente catturato dal suo iPad. Su questo secondo argomento insomma, ovvero un iPad per ogni bimbo, sono di due cuori. Riconosco il suo valore per sviluppare le capacità cognitive ma ritengo che l’uso temporale debba essere ben gestito dall’adulto.

Come una medicina, funziona bene solo nelle giuste dosi.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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