L’evoluzione felina di Mac OS X: 10.6 Snow Leopard

Eccola, l’evoluzione di Leopard. Snow Leopard. Ovviamente, in natura il leopardo delle nevi è solo una variante e non un’evoluzione del leopardo, ma per Apple si tratta di un importante avanzamento tecnico, necessario per proiettare Mac OS X su un nuovo livello. Mac OS X 10.6 Snow Leopard, rilasciato il 28 agosto 2009, ha avuto il compito di svecchiare il sistema operativo e al contempo innovarlo con novità di rilievo. Sebbene il tutto fosse quasi invisibile agli occhi dell’utente, questa versione di Mac OS X fu un’autentica ristrutturazione, le cui fondamenta saranno illustrate nel corso di questo capitolo. Una ristrutturazione che durò parecchi mesi, partendo dal WWDC 2008 e passando per varie Developer Preview, fino a quel 28 agosto.

Mac OS X 10.6 ha segnato un punto di svolta definitivo nella transizione verso i processori Intel: è stata la prima versione di Mac OS X a non essere compilata per PowerPC. Snow Leopard ha così terminato un supporto che durava dal marzo  1994, con il rilascio del System 7.1.2. E dire che agli inizi, cioè ai tempi del WWDC 2008, sembravano ancora esserci speranze: si rincorrevano voci secondo cui Apple non avrebbe mollato i PowerPC con Snow Leopard. Queste speranze durarono ancora per parecchi mesi, finché non diventò chiaro che erano speranze vane. I requisiti minimi di sistema erano stavolta rivolti ai soli processori Intel: qualsiasi Mac con x86 andava bene, accompagnato da un GB di RAM e da cinque GB di spazio libero su disco. Altri requisiti, in particolare relativi alla scheda grafica, erano richiesti per l’uso di determinate funzionalità. Esattamente come Leopard, anche il nuovo sistema è stato oggetto d’interesse da parte del mondo hackintosh. Un interesse che Apple ha tentato di spezzare in tutti i modi, soprattutto con l’aggiornamento 10.6.2, che ha tagliato ufficialmente qualsiasi supporto di sistema ai processori Intel Atom, cercando così di evitare la trasformazione di netbook in Mac a basso costo. Tentativi infruttuosi, perché non solo le limitazioni sono state aggirate in poco tempo, ma addirittura la tecnica si è così evoluta al punto che ormai oggi è pratica quasi comune con i giusti accorgimenti poter installare in maniera stabile una qualsiasi copia originale di Mac OS X Snow Leopard su un PC ben compatibile, al punto che la differenza prestazionale rispetto a un Mac reale diventa in vari casi nulla o addirittura a vantaggio dell’hackintosh.

Snow Leopard fu presentato da Apple come un sistema con zero nuove funzionalità. Tale annuncio, al WWDC 2008, generò molte sorprese e anche qualche malumore, essendo in molti abituati alle centinaia di novità che ogni nuova versione di Mac OS X portava.  Le intenzioni di Apple erano di rimuovere il vecchio, cioè i rimasugli dell’era PowerPC, snellire il sistema e dotare le fondamenta di consistenti  innovazioni, in modo che Snow Leopard fosse una buona base per le versioni future. Per invogliare gli utenti al passaggio al nuovo sistema, Apple decise di far leva sul basso prezzo: 29 € invogliano certamente più al passaggio rispetto ai 129 che richiedeva Leopard. Nonostante il buon successo dell’iniziativa, Snow Leopard ha comunque mantenuto un po’ una nomea da piccolo aggiornamento, al punto che da alcuni, non solo vicini all’area Microsoft ma anche nello stesso mondo Apple, è stato canzonato paragonandolo a una riedizione a pagamento dell’aggiornamento tipico del mondo Windows, il Service Pack. Le nuove funzionalità introdotte, però, non erano proprio zero e non erano nemmeno da semplice Service Pack. Snow Leopard ha segnato l’introduzione definitiva dei 64-bit in Mac OS X, terminando il percorso che aveva lasciato in sospeso Leopard, il quale a sua volta partì dalle prime basi poste da Tiger. Altra grande novità della 10.6 è stata Grand Central Dispatch, una tecnologia che ottimizza l’uso dei processori a più core, ormai standard da diverso tempo sui Mac. Sempre nella ricerca di maggiore efficienza e maggiori prestazioni, Snow Leopard introduce il supporto a OpenCL, un set di librerie che consentono di sfruttare la scheda video anche per i cosiddetti calcoli “general purpose”, quelli che solitamente sono compito esclusivo del processore. Il rinnovamento ha riguardato non solo le fondamenta ma anche le applicazioni. Il più toccato è stato QuickTime, che con la versione X ora sfrutta appieno le tecnologie di Mac OS X e le schede grafiche supportate, principalmente nVidia, per ottenere maggiori prestazioni nella riproduzione e nella decodifica dei video. Anche il Finder ha subito profondi cambiamenti ed è stato riscritto in Cocoa a 64-bit per usufruire delle innovazioni portate da Snow Leopard. Per Mail è stato introdotto il supporto a Microsoft Exchange ed è stato implementato un sistema di controllo basato su definizioni aggiornate periodicamente per la rimozione dei malware conosciuti e disponibili per Mac OS X.

Mac OS X Snow Leopard ha avuto comunque un buon riscontro anche nelle recensioni, nonostante alcuni bugs fastidiosi abbiano minato il sistema operativo agli inizi. In particolare, quello che fu rinvenuto nella gestione dell’account Ospite, che poteva portare a perdite di dati per gli altri utenti, ebbe molta risonanza. Fortunatamente, il baco fu sistemato con l’aggiornamento 10.6.2. In totale Snow Leopard ha ricevuto a oggi otto aggiornamenti. Il primo, 10.6.1, è arrivato davvero rapidamente, il 10 settembre 2009. L’ultimo, 10.6.8, è stato rilasciato non molto tempo fa, il 23 giugno 2011. Snow Leopard è ancora pienamente supportato, dunque benché sia poco probabile che escano grosse novità, l’aggiornamento 10.6.8 è da considerarsi per ora ultimo solo in senso temporale e non tecnico. Di particolare interesse è stato l’aggiornamento 10.6.6 del 6 gennaio di quest’anno, che ha introdotto il nuovo Mac App Store, uno dei punti cardine della nuova versione Lion, che sicuramente quando questo articolo sarà pubblicato venderà già tante copie. Termina così il lungo viaggio temporale proposto da questa serie. Non c’è che dire: Mac OS X, da quella Public Beta, ne ha fatta tanta, di strada. Oggi è un sistema apprezzato e usato da molti, che nonostante l’incedere di nuove tecnologie provenienti dalla stessa Apple come l’iPad continuerà a essere per lungo tempo il sistema di riferimento dei Mac e anche di qualche PC che vuole giocare a fare il Mac. Ed è certo che la storia di OS X non finirà con qualche ruggito.

C’è una “one more thing”, però. Ed è un libro o quasi. Contiene in formato PDF tutti i capitoli affrontati qui su SaggiaMente, con alcune piccole aggiunte e immagini in più e con altri articoli bonus, tra cui le applicazioni che hanno storicamente affiancato Mac OS X come iTunes e Safari. Era inizialmente previsto con questo articolo, ma ci sarà da aspettare ancora qualche giorno: sarà disponibile mercoledì. Buona lettura e a risentirci presto con i consueti articoli quotidiani!

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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