Recensione: MacBook Air 11″ (2011) da Cupertino con furore

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Da qualche giorno ho tra le mani il nuovo MacBook Air 11″ 2011 nella sua variante top di gamma, la quale differisce dalla base per un doppio quantitativo di memoria e storage, rispettivamente 4GB di RAM e 128GB di SSD. Il sottile portatile Apple, che conosciamo ormai da un anno, si è rinnovato sotto pochi ma determinanti aspetti, andando a colmare alcune delle sue principali lacune. Esteticamente non ci sono variazioni di rilievo ma è possibile riconoscerlo dal precedente da un paio di particolari, i quali celano altrettante novità.

Sul lato destro, a fianco ad una delle due USB2.0, l’icona di Thunderbolt sostituisce quella della mini DisplayPort e conferisce al piccoletto la rinnovata aria di famiglia; ormai manca all’appello solo l’aggiornamento del Mac Pro. Abbiamo parlato più volte di questa porta e delle sue caratteristiche, come la velocità di picco di 10GB/s, ma non c’è istante in cui non ci si ricordi il suo limitato campo d’utilizzo.

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La maggior parte di noi avrebbero preferito le USB3.0 al suo posto, ma sappiamo che queste arriveranno solo se integrate da Intel, per cui con il passaggio ad Ivy Bridge, stando alle dichiarazioni della casa di Santa Clara. Passeranno ancora dai 10 ai 18 mesi per questa attesa implementazione nei nostri Mac, ragione per la quale avremmo auspicato avere un maggior numero di dispositivi Thunderbolt, in modo da sfruttarlo come sostituto, ma è bene ricordare che difficilmente le specifiche delle due connessioni creeranno sovrapposizioni: non avrebbe senso un HDD esterno tradizionale o una pendrive con Thunderbolt (sfruttandone la banda per meno di 1/10), mentre esistono già e continueranno ad esistere in formato USB3.0. C’è anche da evidenziare che, come riportato da AnandTech, Apple ha dotato i MacBook Air di un nuovo e più economico chip Thuderbolt, denomiato Eagle Bridge, che supporta un massimo di 2 canali da 10GB/s (o 1 monitor esterno), mentre tutti gli altri Mac hanno il Light Bridge, con capacità doppie.

La seconda differenza estetica si evince dalle icone sopra i tasti funzione da F5 ad F6. Nel precedente modello c’erano solo Exposé e Dashboard prima dei controlli musicali, nel nuovo abbiamo prima Mission Control e LaunchPad (derivanti da Lion) e poi i due simboli per la regolazione della luminosità della tastiera:

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Ecco dunque superato uno degli aspetti negativi più criticati della precedente versione del MacBook Air, ovvero la perdita della retroilluminazione della tastiera, che nei primi modelli era invece presente. Tra l’altro è stata inserita senza modificare la forma dei tasti e della scocca, a conferma che non metterla nel 2010 è stata una decisione esclusivamente legata al contenimento dei costi. Non penso a Cupertino si aspettassero l’ondata di vendite ed il successo di questo modello rispetto ai precedenti Air, per cui hanno cercato di marginalizzare il più possibile. Anche più di quanto già non facciano normalmente: analisti hanno evidenziato come il precedente Air fosse il computer Apple venduto con il più alto ricarico rispetto ai costi di produzione. Certo c’è anche da dire che il valore di un Mac, specie uno come l’Air, non può essere considerato solo come la sommatoria dei componenti, altrimenti sarebbe un comune assemblato e non un gioiello di design e progettazione quale è. Da notare anche, ritornando alla tastiera, che tutte le icone-funzione slittano di una posizione, ritornando ad essere identiche a quelle dei MacBook Pro e delle Wireless Keyboard. Sparisce invece l’eject, sostituito dal tasto accensione; dopotutto non lo si utilizzava praticamente mai non avendo il SuperDrive (se non per la funzione disco remoto).

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Nessuna ulteriore novità da segnalare sul piano esteriore e della connettività. Se sulla destra abbiamo visto la Thunderbolt vicino ad una USB2.0, sulla sinistra rimangono: MagSafe, l’altra USB2.0, l’uscita per le cuffie ed il microfono.

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Nella cornice interna del display, c’è sempre la FaceTime camera, anche se non nella migliore variante HD in ragione del ridotto spazio a disposizione.

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Superate queste caratteristiche collaterali, ma non per questo meno importanti, concentriamoci su aspetti più concreti. Come per tutti i recenti Mac, anche per l’Air 2011 è giunto il momento di Sandy Bridge. La nuova architettura porta numerosi vantaggi, tutti riconducibili a migliori performance con consumi contenuti. Alcune delle sue peculiarità non sono però sfruttate a dovere e, come per i MacBook Pro, anche qui sul canale da 6Gb/s della SATA3 è stato montato un SSD SATAII.

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Pur sentendomi in dovere di sottolineare come la differenza percepita tra SSD SATAII e SATA3 non sia affatto così evidente, rimane una politica infelice che evidenzia, ancora una volta, la volontà di tenere al minimo i costi di produzione. E se questa scelta, a conti fatti, potrebbe anche essere accettata, non ci sono invece giustificazioni che appaiano condivisibili per l’adozione indiscriminata di unità dalle prestazioni differenti. Una settimana fa abbiamo esposto un report in cui si evince che vi siano MacBook Air equipaggiati con dischi Toshiba ed altri con i Samsung. Con questi ultimi che possono arrivare ad una velocità maggiore fino al 60%in fase di scrittura e fino al 20% in lettura. A me è capitato proprio il modello più lento (il TS128C che si vede in figura) e seppur il computer appaia veramente molto reattivo non si può nascondere un certo rammarico. Sono a conoscenza di alcuni utenti che hanno chiesto un reso solo per provare a riacquistarlo più avanti, nella speranza di ottenere il disco dalle performance migliori. Di certo una condizione infelice per l’acquirente che Apple dovrebbe fare in modo di risolvere prima possibile. Va bene usare componenti alternative per ragioni di stock o di accordi commerciali, ma solo se queste siano in tutto e per tutto equivalenti (un po’ come accade per i banchi di RAM).

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Stiamo andando un po’ avanti e indietro parlando di questo MacBook Air, preferendo un approccio discorsivo ad un mero elenco di dati. Questi ultimi sono però necessari a dare un’idea dell’incredibile salto in avanti fatto dai modelli del 2011, proprio grazie a Sandy Bridge ed ai processori Intel Core ix. Sono solo tre le CPU disponibili, i5 Dual Core da 1,6GHz per i modelli da 11″ e da 1,7GHz per quelli da 13″. Scegliendo però le soluzioni top di gamma di entrambi, è possibile ottenere con 150€ in più un i7, sempre Dual Core, da 1,8GHz.

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La mia ricetta +SSD -GHz, ben implementata da Apple nei MacBook Air, porta ad avere maggiore reattività a parità di capacità di calcolo rispetto ai computer con HDD tradizionali. Alcuni benchmark, come Geekbench 2, non sono però influenzati dall’SSD e valutano solo la capacità computazionale. Ecco perché, con l’ausilio di questi score, è possibile fare un confronto diretto tra macchine dotate di HDD ed SSD. Di seguito vedrete i risultati che ho ottenuto personalmente con alcuni dei Mac che ho testato ed avuto in prima persona, ai quali ho aggiunto due valori presi dalla Mac Benchmark Chart relativi ai recenti Air 13″ che ancora devo testare.

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Nell’elenco vedrete portatili Apple diversi e di epoche differenti, perciò vediamo di dare una possibile lettura più chiara. In primo luogo l’Air 11″ base attuale (5036) offre prestazioni 2,2 volte superiori a quelle della base precedente (2248). È interessante anche valutare che un MacBook Pro 15″ del 2008 (pre-unibody) avesse prestazioni nettamente inferiori (3807), così come il MacBook bianco 13″ del 2010 (3723) uscito di scena recentemente. Se pensate che questi valori non sono influenzati dagli SSD, capirete che la differenza reale tra il vecchio bianchino e la base dell’Air 11″ è molto più accentuata di quanto lo score di Geekbench 2 faccia intendere. Se poi analizziamo le performance del modello con i7 da 1,8GHz, il risultato, superiore a quello di uno dei più potenti MacBook Pro del 2010 (con i7 da 2,66GHz), è veramente elettrizzante.

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Sia chiaro che due modelli contemporanei di Pro ed Air non avranno mai stesse performance, questo è scontato essendo parte della loro stessa natura. Ma già superare i migliori modelli di Pro dell’anno precedente è un grande risultato, soprattutto se si considera il vantaggio prestazionale aggiuntivo ottenuto per merito degli SSD (sia Toshiba che Samsung, in questo caso fa poca differenza). Ho provato ad eseguire una codifica dello stesso video di circa 1 ora di durata in m4v con HandBrake a 64bit sugli Air 11″ top del 2011 e del 2010 e i risultati confermano quanto evidenziato dallo score di Geekbench 2, con il nuovo modello che termina in 11’45” contro i 27’50” richiesti dal precedente.

Parlando in parole povere, se gli Air del 2010 li consigliavo a chi facesse un uso molto generalista del portatile, per lo più navigazione, mail, office e fruizione audio / video, con i modelli del 2011 si possono finalmente affrontare lavori più impegnativi. La scheda grafica HD Graphics 3000 di Intel è una entry-level, l’abbiamo già vista su MacBook e MacBook Pro 13″, ma coadiuvata dalla nuova architettura e dalle CPU, i risultati ottenuti dal benchmark di Maxon Cinebench 11.5, si sono dimostrati più che adeguati. Si nota una leggera deficienza su OpenGL ma, come mi ha fatto notare il nostro Razziatore, c’è anche da considerare che i driver Intel per le GPU su Mac sono ancora piuttosto acerbi.

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Per i fanatici del famoso xbench, ho realizzato un test anche con quest’ultimo, seppure incompleto. Purtroppo l’ultima versione di OS X Lion è parzialmente incompatibile e si blocca (su tutti i computer con i quali ho provato) sul Thread Test. Ecco dunque una comparazione di tutti gli elementi ad esclusione di questo:

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Lo score totale non è attendibile per la mancanza di un elemento, è interessante però valutare come il medesimo disco TS128C abbia prestazioni nettamente migliori su SATA3, con uno score complessivo di 324 contro i 236 ottenuto sulla SATAII dell’Air precedente.

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Dopo lo smontaggio di iFixit sappiamo che gli SSD sui MacBook Air 2011 rimangono aggiornabili, essendo sempre in standard mSATA e non saldati su piastra, come invece accade per la RAM. In tutti i casi l’upgrade SSD aftermarket non è particolarmente consigliato, meglio sfruttare il TRIM e le prestazioni, tutto sommato buone, dei dischi in dotazione. Inoltre la scelta sugli mSATA di terze parti è veramente ridotta a fronte di costi elevati, e se consideriamo anche che l’SSD è di serie si va a spendere una cifra al momento dell’acquisto che è peccato perdere. Aggiungiamo pure che Apple ci complica la vita visto che trovare un cacciavite pentalobe per aprire la scocca dell’Air non è affatto cosa semplice e bisogna ricorrere ad un sito specializzato come iFixit.

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voto 4,5Conclusioni
Quando ho testato e recensito il primo modello di MacBook Air 11″ del 2010, non ho potuto assegnare un voto inferiore alle 4 stelle e mezzo. Non che fosse un computer privo di difetti, ma le sue carenze erano conseguenza diretta di chiare scelte progettuali. Invece che produrre un netbook con la ricetta classica del “tutto ma scadente”, Apple ha realizzato un prodotto che rinuncia ad alcuni elementi, come il masterizzatore e i dischi capienti, offrendo però il meglio nel campo della portabilità con schermi di qualità, tastiera completa ed ampio trackpad  E con l’ausilio della velocità degli SSD è venuto fuori un nuovo concetto di super-netbook (piuttosto che sub-notebook) che sta macinando successi dietro successi. È anche colpa sua se il MacBook bianco è uscito dal listino e guardando ai risultati esposti durante la recensione se ne capisce il motivo. Se penso al portatile ormai mi viene in mente lui, sottile, rapido ed essenziale, eppure, quando mi sono trovato a scegliere il mio ho optato comunque per il MacBook Pro 15″ che, a confronto, sembra un bestione. Ad oggi però, con la rinnovata potenza che troviamo in questi Air 2011, il 13″ con i7 da 1,8GHz inizia a far gola anche a chi con il computer ci lavora seriamente. Ci sono sempre risvolti e si tratta comunque di scelte, questo è chiaro, ma se gli Air del 2010 erano puramente degli entry-level, nel 2011 si avvicinano finalmente anche a molti professionisti. Il MacBook Air continua a distinguersi dalla massa per concezione oltre che per design e, con questo recente aggiornamento, elimina un punto negativo riprendendo l’illuminazione della tastiera e si propone con prestazioni nettamente migliorate. A distanza di un anno dunque, la ricetta si conferma valida e il bacino d’utenza si allarga considerevolmente, sia per l’11” (ormai l’entry-level dei portatili Apple) che per il 13″, una variante dei Pro con maggiore risoluzione sullo schermo e leggerezza assoluta. La batteria continua a mantenere performance di pari livello.

Costi
Il modello base riduce il prezzo di 50€ rispetto al passato e si acquista oggi con 949€. I 64GB sono pochi e i 2GB di RAM nel 2011 sembrano un’eresia, seppure io stesso abbia dimostrato che già il modello del 2010 riusciva a sopportare anche macchine virtuali esose grazie alle performance degli SSD. Sicuramente la scelta del modello top con 4GB di RAM e disco da 128GB è la più equilibrata e c’è da sottolineare anche che la superficie dello schermo è pari a quella del MacBook / Pro da 13″. Per chi necessità di maggior spazio di lavoro, il 13″, con schermo di pari risoluzione dei Pro 15″ standard, è una macchina veramente valida anche nel modello base. Per quanto riguarda lo spazio è normale che qualsiasi tipo di archivio corposo non sia ben gestibile, se non nel taglio da 256GB. Come esperienza pratica vi dico che mia moglie usa il modello 11″ del 2010 con 128GB di SSD e ci tiene tutti i documenti di lavoro, un bel po’ di foto ed una macchina virtuale con Windows 7 di 30GB, rimanendo con ben 50GB liberi. Per me che faccio uso intensivo di video e foto in RAW sono pochi 128 come 256, ma quest’ultimo è il taglio che uso da tempo anche nel mio MacBook Pro, aiutandomi con dischi esterni per l’archiviazione dei dati meno recenti. È un’abitudine che si deve prendere se si hanno archivi corposi per poter lavorare con gli SSD, ma se sul piatto della bilancia ci mettete i miglioramenti prestazionali dei dischi allo stato solido, allora i conti ritornano a vantaggio degli Air. Ecco le 4 configurazioni di base:

PRO
ico.piu.png Eccellenza di design, materiali, assemblaggio
ico.piu.png Reattività eccellente nell’operatività quotidiana
ico.piu.png Prestazioni finalmente interessanti con Sandy Bridge e gli Intel Core ix
ico.piu.png Batteria piuttosto longeva
ico.piu.png Schermo di buone dimensioni e con una risoluzione ampia, ma non troppo elevata e leggibile
ico.piu.png Tastiera e Trackpad usabili anche da chi ha mani piccole essendo full-size
ico.piu.png Sottile, leggero, robusto, la portabilità all’ennesima potenza con prestazioni rispettabili
ico.piu.png Ha riacquistato la tastiera retroilluminata

CONTRO
Pro Non sapere se ci capiterà l’SSD Toshiba o il più veloce Samsung è decisamente spiacevole

DA CONSIDERARE 
Pro Inizia ad essere una soluzione interessante anche per applicazioni più esose di potenza
Pro Manca il ricevitore infrarossi e il lettore di card, ma ad essere sinceri: dove li dovevano mettere?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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