Se il prestigio sta nell’iPhone, il Mac Pro rischia di estinguersi

Dedichiamoci a qualche crudo fatto. Apple ha iniziato seriamente a prosperare fino a diventare l’azienda che è oggi non con i Mac ma con l’iPod.

Al momento il player musicale continua a detenere il monopolio del settore ma è passato in secondo piano e le finanze sono sorrette da nuovi prodotti: iPhone ed iPad (con tutti i servizi ad essi correlati). Solo il tablet da solo vende più di tutte le linee di Mac messe insieme.

ipad

Che Apple avesse allargato i propri orizzonti e non fosse più un’azienda incentrata solo sul Mac è stato chiaro fin da quando ha cambiato il proprio nome eliminando la parola “Computer”. Eppure devo dire che la mia ammirazione per questa azienda non è affatto legata agli iCosi eccezion fatta per l’iMac. E in effetti questo è il solo computer desktop che continua ad andar molto bene nelle vendite, mentre il Mac mini sembra sempre di più preferito per home-cinema ed home-server ed il Mac Pro soffre. Oltre il 70% dei computer Apple venduti è un portatile, con i MacBook Air a fare da traino. Tant’è che in questi giorni si è ripreso a parlare del concept di Air da 15″ che ora potrebbe essere realizzato grazie a dei nuovi pannelli più sottili (quelli del MacBook Pro sono troppo spessi).

A questo punto il problema è che c’è un’azienda percepita ed una reale. E sono veramente molto diverse. Fino a qualche anno fa pensando ad Apple venivano in mente workstation grafiche belle e potenti, ora la prima immagine è un iPhone. E anche se noi pochi irriducibili rimaniamo aggrappati a quella realtà, quella fatta di Xserve e Final Cut Pro e Logic Pro, dobbiamo ormai constatare che le cose sono cambiate. Gli Xserve erano più una spesa che un guadagno e sono stati abbandonati. Final Cut Pro X è stato ricreato da zero andando a riposizionarsi quasi nel settore consumer e Logic Pro… beh, semplicemente non se ne sente più parlare.

Badate bene che non voglio farne un discorso di tipo allarmistico, non è necessariamente un male in senso assoluto non avere più gli Xserve. Sottolinea l’andamento del mercato ed il fatto che Apple abbia sempre, sotto la linea guida di Jobs, fatto attenzione a ridurre la quantità di prodotti eliminando quelli che non fanno guadagnare e disperdono le risorse dell’azienda. Certo, con le ricche casse che si ritrovano potrebbero anche tenerla in piedi qualcuna delle “vecchie glorie” non fosse altro per ricordarsi chi si è e da dove si è venuti. Non siamo affatto al canto del cigno del Mac, sia chiaro. I Mac continuano ad essere importantissimi per Apple, seppure con iCloud si inizia lentamente a spostare il centro di tutto il nostro mondo digitale dal computer alla nuvola.

Ed ecco che si solleva la questione Mac Pro, una macchia che pur venduta a prezzi esorbitanti sembra non portare più utili. Secondo AppleInsider e già da maggio di quest’anno che agli alti vertici di Cupertino si chiedono se la workstation sia arrivata ormai al capolinea e se valga la pena aggiornarla. Facendo forse troppo affidamento su Thunderbolt, in Apple sembrano convinti che ormai anche un Mac mini o un iMac debitamente carrozzato possa sostituire un Mac Pro. Non considerando però che il più potente iMac supera di pochissimo le performance del Pro base, con tutto che questo non è ancora stato aggiornato a Sandy Bridge.

benchmark

E poi c’è la questione dell’espandibilità: il Mac Pro è rimasto l’ultimo ad avere comuni slot PCI-Express per aggiungere elementi. Questo vuol dire che pur non essendo dotato di USB3.0 si può comprare una scheda di terze parti ed aggiungerla fai-da-te. Teoricamente è possibile anche con Thunderbolt ma sempre in un futuro con data sconosciuta e sempre dovendosi dotare di elementi esterni.

MacPro_interno

Devo essere sincero: quando l’Xserve è sparito dall’offerta Apple non mi sono affatto disperato. Era una linea di prodotto che non ho mai considerato in modo particolare. Ma spero vivamente che non si debba ripetere la stessa cosa anche per il Mac Pro. Probabilmente è vero che ormai è superato e che ha un bacino d’utenza ridottissimo eppure continuo a vederlo come il fiore all’occhiello della produzione Apple. Pur avendo un design molto datato è uno spettacolo sia esteticamente che nella concezione ed ingegnerizzazione interna. Anche la Apple TV non ha mai venduto bene, specie la prima versione. Eppure hanno continuato ad aggiornarla definendola un “hobby”. Faceva probabilmente parte di una visione che si sta sempre più concretizzando anche con iOS e le varie funzioni di AirPlay come il mirroring.

Siamo costretti a sperare che si mettano a giocare per hobby anche con il Mac Pro per non dirgli addio?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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