E dopo i desktop, spuntano anche le probabili CPU per notebook di Ivy Bridge

Si stanno sempre più allentando le morse di segretezza dietro Ivy Bridge. Dopo la probabile lineup dei processori desktop, ora è il turno di quelli destinati al settore mobile, dunque notebook e dunque soprattutto MacBook Pro e MacBook Air. A parlarne non è CPU-World come l’altra volta, però: la fonte della “soffiata” è VR-Zone.

Per completezza d’informazione riportiamo qui quanto scritto il 28 novembre riguardo alla piattaforma Ivy Bridge:

Si segue il solito “Tick-Tock” di Intel, dove il Tick corrisponde a una evoluzione della precedente architettura con cambiamento del processo produttivo e il Tock invece porta a una piattaforma completamente nuova. Sandy Bridge è stato il Tock, ora arriva il Tick con Ivy Bridge. Questo ticchettio porta con sé il processo produttivo a 22 nanometri di tipo tri-gate, che porterà notevoli benefici nel rapporto prestazioni/consumi, in cui potranno essere aumentate le performance delle CPU senza inficiare troppo negativamente sull’impatto energetico, anzi, a parità di W con la precedente generazione si potranno ottenere miglioramenti. Tra le novità apportate da Ivy Bridge vi è anche una modalità Turbo ripensata, che agisce più dinamicamente a seconda dei contesti, abbassando anche la frequenza operativa della CPU qualora non vi siano le condizioni per mantenere quella standard prevista. Il resto dei rinnovamenti è sul fronte GPU e chipset: le prossime HD Graphics integreranno il supporto OpenGL 3.x, le DirectX 11 e soprattutto OpenCL, su cui Apple ha spinto molto sin da Snow Leopard. I chipset per Ivy Bridge porteranno finalmente il supporto nativo per l’USB 3.0, nota assenza di Sandy Bridge che ha lasciato un po’ l’amaro in bocca. Per quanto riguarda la Thunderbolt, nulla è ancora certo: i report si alternano tra l’integrazione e il mantenimento della soluzione con chip separato, e probabilmente prevarrà tale opzione. Nulla impedirà, sui computer dove il processore è sostituibile, di installare i nuovi Ivy Bridge anche in presenza di chipset pensati per Sandy Bridge: la compatibilità è da ambo i lati, il nuovo può andare col vecchio e viceversa.

Passiamo ora al nocciolo della questione di stasera: i processori mobile. Non ci troviamo davanti a una lineup complicata come quella dei desktop, qui i modelli sono di meno e soprattutto di più facile collocazione per ciò che riguarda la fascia d’uso. Stranamente, anche qui non si parla di Core i3, ma solo di i5 e i7: ciò non significa che la fascia bassa non sarà coperta da Ivy Bridge, potrebbe semplicemente essere che la spinta di Intel al momento è sul far conoscere i nuovi modelli destinati alla gamma media e alta del mercato. Ecco qui la tabella di VR-Zone relativa ai modelli con consumi standard:

3 quad-core e 3 dual-core, tutto piuttosto lineare. Partendo dai dual-core di fascia più bassa, gli i5, ci troviamo davanti due CPU piazzate a 2,6 e 2,8 GHz rispettivamente, 3320M e 3360M. Stesso quantitativo di cache, 3 MB, stessa GPU, la HD Graphics 4000 con identiche frequenze operative di 650 MHz standard e 1200 MHz in Turbo. Cambia invece la modalità Turbo delle due CPU, com’è prevedibile: 3,30 GHz per quella più debole e 3,50 per la più forte. Il terzo dual-core, 3520M, è invece appartenente alla famiglia i7, da 2,9 GHz. Qui cambia la cache, da 4 MB invece che 3, e la frequenza di punta della HD Graphics 4000, che può arrivare fino a 1250 MHz. La modalità Turbo può spingere il processore centrale fino a 3,6 GHz. I quad-core sono tutti i7, come per Sandy Bridge. I primi due, 3720QM e 3820QM, hanno frequenza di 2,6 e 2,7 GHz, con modalità Turbo rispettivamente fino a 3,6 e 3,7 GHz e una HD Graphics 4000 con clock standard di 650 MHz che arriva a 1250 in Turbo. Cambia la cache tra i due modelli: 6 MB nel più debole, 8 MB per quello più forte. L’ultimo quad-core appartiene invece alla serie Extreme, il 3920XM: 2,9 GHz, che in Turbo arrivano fino a 3,8. La cache è la stessa del 3820QM, oltre alla frequenza della CPU cambia anche quella della GPU, che può arrivare a pieno carico fino a 1,3 GHz. Per quanto riguarda i consumi, i dual-core sono posti a 35 W, mentre i quad-core sono divisi tra i 45 W dei “regolari” QM e i 55 W dell’Extreme. Tutti condividono tra loro il supporto alle DDR3 1600.

Visti i modelli a consumi standard, vediamo ora i Low Voltage. Non c’è molto di cui parlare, a dire la verità, sono solo due:

Non sono più contrassegnate dalla M come le altre CPU mobile, ma hanno una U finale, probabilmente per distinguerle ancor di più come campo di utilizzo. Due processori, un i5 e un i7, entrambi dual-core. Il primo, i5 3427U, è da 1,8 GHz e presenta un quantitativo di cache pari a 3 MB. In Turbo si raggiunge un massimo di 2,8 GHz e anche qui è presente la HD Graphics 4000, opportunamente scalata di frequenze per non gravare sui consumi: 350 MHz standard, che in modalità Turbo arrivano fino a 1150. Le stesse condizioni operative della GPU si ritrovano anche nell’i7 3667U, che raggiunge i 2 GHz, una nuova punta per il settore ULV. Come già visto in precedenza, anche qui molta della differenza la fa il MB in più di cache, che porta il totale a 4. Il processore in Turbo può raggiungere un massimo di 3,2 GHz. Il Thermal Design Power è in entrambi i casi di 17 W, che ricordiamo è comprensivo anche del chip grafico. Anche qui ritroviamo il controller di memoria DDR3 1600, ma è opportuno citare pure il supporto alle DDR3L, presente in tutti gli Ivy Bridge mobile ma che trova molto senso negli Ultra Low Voltage. Le DDR3L sono offrono consumi minori rispetto alle memorie tradizionali per notebook, che già tendono a essere meno affamate di energia rispetto a quelle per desktop. In questo caso la frequenza massima supportata per le memorie si ferma a 1333.

Andiamo ora a vedere quali potrebbero andare nei Mac portatili. Iniziamo dai MacBook Pro. Qui è tutto abbastanza lineare, almeno per il momento. Nei 13″ ci andranno gli i5 da 2,6 e 2,8 GHz, con l’i7 da 2,9 in opzione. Nei 15″ e nel 17″ a far da padroni saranno i due i7 quad-core da 2,6 e 2,7 GHz. L’Extreme molto difficilmente sarà considerato, anche come opzione: alzerebbe i consumi e dunque chiederebbe maggior dissipazione. Andando ai MacBook Air, c’è da capire la strategia che potrebbe applicare Apple. Differenziare tra 11″ e 13″ oppure metterne un unico i5 più i7 opzionale? Nel primo caso, gli 11″ potrebbero montare la CPU da 1,8 GHz, lasciando quella da 2 al 13″. Nel secondo, invece, tutti avrebbero il processore da 1,8 GHz e per le configurazioni di punta, sia da 11″ che da 13″, l’i7 da 2 GHz opzionale. Quest’ultima appare la scelta più plausibile: sarebbe un miglioramento per tutti i modelli e lascerebbe a Apple spazio per un processore in BTO. E il 15″? Per ora rimane un rumor: finché non vi è qualcosa che lo mostri davvero in arrivo meglio non includerlo in queste previsioni. Interessante è il supporto alle DDR3L già citato prima, che sugli Air potrebbe consentire di ridurre ancor di più i consumi generali, senza perdite di prestazioni.

Per il resto, come quantitativo di RAM, schede grafiche discrete e supporti di archiviazione rimandiamo a fra qualche mese, in attesa di dati più certi per i vari settori e anche per i processori stessi, che non dovrebbero uscire prima di maggio. Nel frattempo, come già consigliato nell’articolo delle CPU desktop, chi ha esigenza di un nuovo MacBook Pro/Air può comprare tranquillamente quello attuale, sapendo che è e rimarrà una ottima macchina ancora per molto tempo.

(Con questo articolo, il Razziatore saluta per qualche giorno causa trasferta in Germania. Ci si risente domenica.)

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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