No, non è un caso che abbia scritto “gli” App Store. Perché mi riferisco sia a quello per iOS che all’altro per Mac. Oggi Apple ha diramato risultati piuttosto roboanti per entrambi i suoi negozi digitali. Risultati che confermano la crescita di questo metodo di distribuzione, ormai da tempo non più ad appannaggio esclusivo dell’azienda di Cupertino.

Partiamo dal dato principale, ossia quello inerente iOS. Nel comunicato stampa presente nel link posto poco più sopra Apple annuncia la presenza di oltre 500.000 applicazioni complessive per iPhone, iPod touch e iPad, con ritmi di download davvero impressionanti: più di un miliardo al mese. Dati che non impensieriscono di certo Google, la quale gode di un Android in costante crescita, ma che quasi annichiliscono il povero Windows Phone 7, che oggi ha raggiunto la misera quota di appena 45.000 apps disponibili. È pur vero, però, che l’App Store ha più di tre anni di attività alle spalle, mentre il Marketplace di Windows Phone 7 ha da poco compiuto il suo primo anno. Tuttavia è chiaro come i ritmi sostenuti da Apple stiano rivelandosi impareggiabili per i sistemi come quello Microsoft che non hanno una user base forte né un buon interesse da parte degli sviluppatori.

L’altro dato che stupisce è quello relativo al Mac App Store. In neanche un anno di vita, conta già più di 100 milioni di download. Bazzecole se confrontati con quelli del “fratello maggiore” per iOS, ma al tempo stesso indicatori di come il modello piaccia anche sui computer desktop. Contrariamente a iOS, inoltre, non è nemmeno l’unico metodo di distribuzione e installazione delle apps (per fortuna), dunque il dato risalta ancor di più. Non è un caso se proprio Microsoft sta cercando di adottare la stessa strategia anche per Windows, stavolta non-Phone.

Il futuro, dunque, appartiene agli App Store? Che piaccia o no, è altamente probabile di sì. Sono un mezzo rapido e spesso conveniente per l’acquisto del software, con netti risparmi non solo per i clienti, che pagano meno e godono dei prodotti più rapidamente, ma pure per gli sviluppatori, i quali non devono più curarsi della creazione dei supporti fisici, della loro produzione e distribuzione, concentrandosi su ciò che devono fare meglio: sviluppare le applicazioni. Nell’annuncio di Apple, si denota la soddisfazione anche di grandi aziende come Autodesk per questo modello economico ed efficiente. La preoccupazione principale rimane sempre la stessa: che, come in iOS, anche su OS X diventi l’unica via per installare applicazioni, controllata da Apple e con libertà d’azione delimitata dalle regole stesse dello Store. Ma questa, finora, rimane appunto solo una preoccupazione: se ne riparlerà eventualmente qualora Apple decidesse di farla diventare fatto compiuto.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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