Apple sostituisce tutti gli iPad di terza generazione con problemi al WiFi, ma solo in America

Avete letto bene, un documento interno chiarisce agli operatori AppleCare di sostituire senza troppe storie gli iPad di terza generazione per i quali gli utenti evidenziano problemi al WiFi.

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Dopo l’uscita di un prodotto Apple parte la caccia al “caso problematico” del momento, nei primi giorni la fantasia galoppa e c’è chi si lamenta perché la forma a cuneo da fastidio alle mani e chi perché tagliandoci sopra le zucchine il vetro si riga. Dopo un po’ si scremano le segnalazioni paradossali, ma qualcosa, in effetti, rimane. Il nuovo iPad scalda un po’ di più del precedente, questo è vero, ma non più di un iPhone 4S, da quel che ho potuto constatare personalmente, e non più di tanti altri terminali.

Per il discorso del WiFi “ballerino” c’è da dire che si tratta di un classico tormentone per Apple. Problemi analoghi erano stati segnalati fin dal giorno dopo la presentazione dell’iPad 1 e non mancano neanche nel settore computer. Troverete migliaia e migliaia di pagine facendo ricerche con “problemi wifi lion”, “problemi wifi mac”, ecc… perché se cade la connessione, a seconda del caso, c’è chi se la prende con il Mac, chi incolpa Lion perché con Snow Leopard “andava meglio” e via così in turbine di ipotesi legate alle volte all’hardware, al software e finanche al rapporto con alcune marche di router. Intendiamoci, dette così sembrano sciocchezze, ma sono fatti reali. L’iPad 1 ad esempio non andava d’accordo con i router Alice di vecchia generazione ed il nuovo, stando agli oltre 700 commenti del post Poor wifi reception on new iPad non si comporta meglio, con problemi che fanno dalla lentezza, all’intermittenza fino all’impossibilità di collegarsi al network.

Finora in Italia non ho ricevuto segnalazioni del genere, anzi, molti mi hanno confermato che la rapidità del WiFi ed anche del 3G sembra nettamente migliorata (impressione che ho avuto anche io). Potrebbe forse essere un caso legato alla prima produzione statunitense? A prescindere dalla motivazione Apple ormai preferisce intervenire immediatamente per sedare questi focolai di lamentele che in passato, quando ignorati, hanno portato a conseguenze peggiori. Basti pensare al caso Antenna Gate, a cui è stato necessario rispondere con vigore indicendo un evento stampa con Jobs in persona a spiegare i test eseguiti sulle antenne ed a comunicare la decisione di dare il Bumper omaggio. In quell’occasione la prima risposta fu quella pubblica: se non lo volete, restituitecelo e vi ridiamo i soldi. Una proposta corretta ma che poteva sembrare quasi sprezzante dell’interesse dell’utente a volere un prodotto funzionante. Per il WiFi si tratta di un caso decisamente più isolato e meno problematico, per cui si cercherà di “sedare le orde di rivoltosi” sostituendo il loro iPad con un nuovo… senza far storie o verificare l’effettivo problema.

Ma così facendo cosa comunica Apple? Se lo sostituisce potrebbe essere a conoscenza di un eventuale difetto nei primo modelli distribuiti (solo WiFi perché il documento non fa riferimento al WiFi+4G). Questo coinciderebbe anche con la decisione di limitare l’operazione al solo territorio statunitense. Oppure la verità è ancora più paradossale e gli iPad sostituiti saranno identici ai precedenti, un palliativo attuato nella speranza di ottenere un effetto placebo nell’acquirente (del tipo: è uguale ma “siccome che è nuovo” funziona meglio).

Sicuramente la notizia data da 9to5mac ora farà il giro della blogosfera Apple e potrebbe anche essere ripresa in TV o dalle testate online generaliste. Per cui avremo presto un feedback italiano sulla faccenda, anche questo da prendere con le pinze perché c’è chi non ammetterebbe mai un problema al suo iPad e chi invece non vede l’ora di scovarli. Io, che come sapete non ho interessi a patteggiare per l’una o l’altra parte, fino ad ora con il nuovo iPad ho notato solo miglioramenti alla prestazioni del WiFi e del 3G.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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