Microsoft rilancia SkyDrive e Google presenta Drive: tante nuvole cariche di GB

Tra MobileMe (ora iCloud) ed il sempre presente DropBox, mi trovo così bene che difficilmente vado alla ricerca di altre soluzioni simili. Ogni tanto mi capita di provarne qualcun’altra, come Memopal o SugarSync, ma alla fine ritorno sempre al solito ed affidabile duetto. Tuttavia le novità che sono emerse in questi ultimi giorni, in particolare da Microsoft e Google, hanno riacceso il mio interesse.

Partiamo da Redmond: il suo servizio cloud (SkyDrive) è già disponibile da tempo, ma Ballmer e soci hanno approfittato della primavera per rinnovarlo. Le novità principali sono due, una positiva e l’altra un po’ meno. Intanto SkyDrive è finalmente disponibile anche per OS X e lavora in modo molto simile a Dropbox creandosi una cartella su cui si può operare naturalmente dal Finder.

Di contro è stato tagliato lo spazio base disponibile gratuitamente, passando da 25GB a 7GB. Per i vecchi utenti, fortunatamente, Microsoft ha concesso la possibilità di tenere i 25 GB gratuiti premendo un apposito pulsante per incrementare lo spazio a propria disposizione.

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Ma a quanto pare l’upgrade “gratuito” non sarà eterno ed alla fine per mantenere lo spazio maggiorato si dovranno pagare 8€/annue. Altre novità minori, ma non per questo meno importanti, riguardano l’interfaccia online del servizio e il limite dei file in upload, ora innalzato a 2 GB.

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Come ha risposto Google a queste novità? Google Drive era in preparazione già da diverso tempo e dopo diverse settimane in cui si pronosticava su quando sarebbe potuto avvenire il fatidico annuncio, ecco che qualche ora fa è arrivato. In tutta sincerità, però, non sembra il servizio che in molti si aspettavano. La qualità e l’integrazione con la galassia di servizi Google è indiscutibile, ma ciò che offre non sono novità assolute, anche considerati i passi avanti di SkyDrive di cui abbiamo parlato prima. Google Drive offre 5 GB di base per poterci caricare qualsiasi tipo di file, in particolare documenti, modificabili direttamente con Google Docs in maniera simile a quanto si può fare anche con SkyDrive e la versione “semplificata” online di Office di cui dispone. Per chi avesse bisogno di ulteriore spazio, ci sono soluzioni a pagamento che arrivano fino a 16 TB! Il servizio è disponibile per Mac, PC e Android e presto arriverà anche su iOS. Per capire ancor di più sulle funzionalità del servizio di Mountain View in rapporto ai concorrenti, Engadget ha preparato una tabella piuttosto completa. Curiosamente, un altro beneficiario dell’annuncio di Google Drive è GMail, che passa a 10 GB di spazio massimo; un peccato che non possa essere cumulato ai 5 GB offerti da Drive.

Nota bene: Google Drive non è immediatamente disponibile per tutti, su molti account appare una scritta che avvisa che si riceverà una comunicazione nonappena il servizio sarà pronto.

In tutto questo movimento Dropbox dorme? No. Dopo aver recentemente raddoppiato lo spazio che si può guadagnare invitando i propri contatti a iscriversi, ieri è stata introdotta la possibilità di creare link pubblici da qualsiasi cartella nel proprio spazio Dropbox e non solo dalla cartella Public come era stato sinora. Al momento, l’unica che sembra essere piuttosto in stand-by è Apple con iCloud che, nonostante funzioni discretamente bene, attualmente presenta alcune lacune rispetto ai concorrenti, anche per una saltuaria lentezza di aggiornamento.

Vedremo cos’ha in serbo Apple per il futuro, magari su iWork.com ci saranno delle versioni online, seppur ridotte, di Pages, Numbers e Keynote. In tutti i casi credo che iCloud inizierà ad essere finalmente più utile con l’arrivo di Mountain Lion e con la possibilità integrata nel sistema e su iOS per aprire e gestire documenti dalla nuvola.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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