Nella tempesta di progetti che nascono e muoiono nello sterminato oceano dei servizi Google, l’anno scorso è venuto a mancare Google Wave. Non una grande perdita, diranno molti, mentre io rientro in quel ristretto gruppo che aveva trovato l’idea molto interessante. Certo necessitava di notevoli implementazioni e probabilmente dei client avrebbero permesso di incrementare di molto l’usabilità. Google ha deciso di mettere da parte le idee poco fruttuose e Wave è finito proprio in questo calderone, incompleto ed incompreso è stato messo da parte prima che potesse realmente dimostrare le sue (eventuali) potenzialità. Da quel che ho letto sul web sono uno dei pochissimi che ci aveva visto degli spiragli particolarmente promettenti, per cui la maggior parte dei “tester” non ne sentirà la mancanza. Il suo inventore, Lars Rasmussen, ha lasciato Google per Facebook poco tempo dopo la decisione di abbandonare Wave e quando da Mountain View hanno rilasciato il progetto Open Source l’azienda russa Rizzoma ha iniziato a lavorarci per migliorarlo, rilasciando una prima beta a gennaio di quest’anno.

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Si può accedere con l’account Google e chi ha lavorato su Wave può finanche importare i precedenti contenuti. L’interfaccia è molto simile, anche se leggermente semplificata per una più immediata comprensione. I concetti di base sono sempre gli stessi ma con le nuove funzionalità, tra cui l’integrazione con Facebook e Twitter prevista per maggio, potrebbe ottenere nuova linfa vitale. Ecco un breve video di presentazione.

Rizzoma è sostanzialmente Google Wave e rimane gratuito e open source. Ma se quest’ultimo è stato già messo a riposare tra i cipressi, Rizzoma inizia ora il suo cammino. Spero che sia un percorso in salito, ma seppure trovo l’idea molto interessante, l’interfaccia non sembra avere il giusto feeeling per catturare nuovi interessati.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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