Quando al Photoshow mi sono recato allo stand Olympus, tutte le attenzioni erano focalizzate sulla OM-D E-M5. La piccola Micro Quattro Terzi dal look estremamente retrò, ma dalle caratteristiche moderne, catturava sguardi ed interesse. Il corpo è decisamente compatto e abbastanza leggero, ma appena impugnata si nota immediatamente la qualità costruttiva superiore, che la rende resistente a polvere ed acqua (solo qualche schizzo ovviamente).
LA E-M5 è la prima Olympus di un nuovo corso e si differenzia in modo importante dalle precedenti PEN, anche per la presenza del mirino elettronico integrato: un’unità abbastanza valida, avrei detto anche ottima se non avessi visto ed usato il TruFinder della NEX 7 (recensione), l’attuale riferimento per la categoria.
Ergonomia abbastanza valida e menu migliorati rappresentano il primo positivo approccio, ma anche la vasta quantità di controlli manuali è di buon auspicio. Il display è orientabile, ma solo in verticale, risultando sempre meno utile di quanto non sia quello incernierato lateralmente presente sulla Panasonic G3 (recensione). Il nuovo obiettivo 12-50mm f/3,5-6,3 (equiv. 24-100mm) è in controtendenza rispetto il trend che preferisce ottiche compatte sulle mirrorless. Tra le frecce al suo arco una focale veramente interessante (probabilmente la migliore attualmente presente nel Micro Quattro Terzi) ed una costruzione di ottimo livello, con anche la finestrella per la visione della distanza di messa a fuoco. L’anello per il focheggio può essere spostato in avanti ed indietro (idea presa “in prestito” da Tokina) per attivare lo zoom motorizzato, del tutto simile al PowerZoom dei recenti obiettivi Lumix X di Panasonic e particolarmente utile durante la registrazione video per movimenti fluidi e silenziosi.
Dal vivo anche la variante silver (che vede nelle immagini con un teleobiettivo) è piuttosto interessante e probabilmente lega maggiormente con il look vintage del modello. Il touchscreen è un utile “di più” che risulta pratico nell’impostare il punto AF ed anche in alcuni passaggi di menu, ma una delle cose più valide è il nuovo sistema di stabilizzazione.
Rispetto Panasonic, unica “rivale” nel Micro Quattro Terzi, Olympus adotta la stabilizzazione sul sensore e non sull’ottica. A livello qualitativo preferisco la seconda, anche perché risponde in modo più diretto rispetto le focali dell’obiettivo su cui è implementata, ma su questo formato (con moltiplicatore 2x) risulta abbastanza valida e permette di risparmiare molto. Tra le lenti Olympus per Micro Quattro Terzi si trovano dei fissi economici veramente ottimi ed anche dei lunghi tele che risultano decisamente più abbordabili delle controparti Panasonic dotate di sistema di stabilizzazione Mega O.I.S. Inoltre nella E-M5 è presente un nuovo sistema veramente efficiente con il quale sono riuscito a portare a casa immagini fermissime a 50mm (equiv. 100mm) anche con tempi lunghi. Ci ho potuto “giocare” relativamente poco, ma ho fatto anche qualche scatto a differenti sensibilità e vi allego un’immagine a 6400 ISO per valutarne un po’ i risultati (cliccate sulla foto per ingrandire).
Purtroppo il distributore italiano Polyphoto si è dimostrato molto poco comunicativo con noi (a dispetto di altri grandi brand come Nikon, Sony, Pentax, Panasonic, Samsung, ecc..) e non siamo riusciti a sapere se ci daranno la possibilità di testare un esemplare di OM-D. Inoltre ci è stato detto che la fotocamera è già sul mercato quando dalle nostre attente ricerche è emerso che nessuno le ha disponibili e che i principali distributori non hanno ancora neanche codificato il prodotto nei loro database.
I problemi legali, amministrativi e finanziari nei quali versa Olympus sono un brutto presagio e il distributore italiano non risponde neanche alle email con richieste di informazioni. Speriamo si superi questo momento perché la E-M5 merita davvero grande attenzione per i contenuti tecnologici, qualità fotografia e realizzazione.