Recensione: nuovo iPad di terza generazione, l’evoluzione a suon di pixel

Ho usato il nuovo iPad (terza generazione) per un paio di settimane prima di decidermi a pubblicare questa recensione. So bene che molti affezionati lettori avrebbero preferito avere le nostre considerazioni con più anticipo, ma l’aggiornamento di quest’anno richiedeva un’analisi un po’ più “sentita” è meno “statistica”. Inoltre chi era già intenzionato a prenderlo di certo lo avrà già fatto al dayone, con o senza le nostre consuete riflessioni. Sarebbe facile dire che l’iPad è tutto schermo e che l’aver guadagnato un display Retina rappresenta un’evoluzione completa, ma a ben guardare è un’affermazione banale e poco ragionata. La domanda a cui bisogna rispondere non è quanto il display sia migliorato, ma quanto ciò influisca sull’esperienza d’uso. È questa la filosofia che deve continuare a distinguere Apple dalle altre aziende inseguitrici, se anche lei si dovesse limitare a far susseguire aggiornamenti con più GHz, Pixel e Memoria, allora avrebbe definitivamente perso ciò che la rende diversa e al tempo stesso migliore.

nuovo ipad

Ammiro Apple perché ragiona sugli upgrade: avrebbe potuto tranquillamente migliorare lo schermo già nel passaggio tra il primo ed il secondo iPad con una risoluzione “intermedia”, ma questo avrebbe significato gravare pesantemente sulle spalle degli sviluppatori e minare un ecosistema software stabile ed in continua evoluzione, uno dei punti vincenti di iOS rispetto Android. Ha atteso invece di riuscire a progettare un display con una risoluzione perfettamente doppia, in modo da mantenere un rapporto intero per l’upscaling con risultati ottimali. Dove prima c’era un pixel ora ce ne sono quattro e già ad una distanza di 10cm sono così piccoli che non si distinguono e le immagini appaiono semplicemente perfette.

risoluzione

La risoluzione maggiore ha finalità diverse su un tablet
Chi utilizza software professionali sul computer non ne ha mai abbastanza di risoluzione. Io che lavoro tra design e fotografia ho sempre scelto grandi schermi e portatili HiRes per ottenere aree di lavoro più ampie e pratiche. Ma quello che sembra non essere stato compreso è che l’aumento di risoluzione su un tablet non ha le stesse finalità, perché non influenza la dimensione dell’interfaccia ma esclusivamente il piacere di visione. Cerchiamo di capire meglio questa differenza. Su un MacBook Pro 15″ HiRes attuale, gli elementi dell’interfaccia sono più piccoli rispetto quello con pannello tradizionale, lasciando maggior spazio per i contenuti. Con un software di impaginazione come InDesign o Xpress si riesce a vedere un foglio A4 intero con testi ancora leggibili (non quelli troppo piccoli) mentre menu, strumenti e palette si riducono tanto da risultare marginali rispetto al contenuto. Tutto ciò è possibile perché il puntatore si ridimensiona insieme a tutto il resto ed i suoi movimenti possono essere controllati con precisione, direi pixel per pixel, con mouse e trackpad. Sull’iPad il puntatore è il nostro dito e per questo motivo un’interfaccia funzionale dovrà continuare a mantenere elementi della stessa dimensione a quelli a cui siamo abituati (o potenzialmente leggermente più piccoli, come su iPhone). Ciò vuol dire che l’aumento di risoluzione non avrà effetti così diretti sulla complessità e funzionalità delle GUI ma quasi esclusivamente sulla qualità di visualizzazione. Un discorso analogo potrebbe avvenire nel prossimo futuro anche sui Mac dal momento che raggiunti gli attuali livelli di risoluzione (esclusi i MacBook Pro 13″ che sono rimasti molto indietro) i caratteri e gli elementi di OS X sono già piuttosto ridotti per risultare ben visibili da un minimo di distanza, ragione per la quale un ulteriore aumento avrebbe poco senso. Per questo motivo il prossimo step potrebbe essere anche qui un raddoppio della risoluzione per attivare la modalità HiDPI ed ottenere una grafica incredibilmente più dettagliata. Uno dei principali problemi di chi fa grafica è che visualizzando al computer le immagini 1:1 (1cm sullo schermo equivale ad 1cm su carta) può solo immaginare la qualità finale perché i display hanno minori dpi rispetto gli elementi stampati (per i quali si può considerare un valore medio di 300dpi). Questo significa che sul computer non si riesce attualmente ad avere una preview 1:1 che mostri realisticamente il risultato della stampa. Nuovi pannelli a doppia risoluzione e modalità HiDPI potrebbero rappresentare un punto di svolta epocale per l’elaborazione grafica al computer. E questo tipo di miglioramento è già apprezzabile fin da ora sul nuovo iPad.

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dettaglio

Le immagini sopra esposte mettono a confronto la stessa pagina di giornale visualizzata con l’app Zinio sul vecchio e sul nuovo iPad. Il dettaglio inferiore evidenzia in modo inequivocabile il miglioramento del display che ci permette di leggere anche testi molto piccoli mentre visualizziamo un pagina al completo. Nessun altro dispositivo, computer compresi, ci offre la stessa possibilità di emulazione della carta stampata in termini qualitati (l’e-ink del Kindle riguarda aspetti differenti dalla risoluzione). E non è solo questione di pixel perché l’immagine superiore evidenzia anche una retro-illuminazione decisamente più uniforme, senza gli aloni ai quattro angoli, e colori molto più realistici grazie ad una riproduzione pressoché completa dello spazio colore sRGB (lo stesso utilizzato da fotocamere e monitor). Qualcuno lamenta colori più caldi del nuovo iPad, dalla nostra esperienza sono semplicemente più realistici ed è anche questo un miglioramento rispetto il passato. Purtroppo non è previsto un sistema di calibrazione del colore per permetterebbe all’utente di scegliere di proprio gusto (e viste le potenzialità del display inizia ad essere una mancanza fastidiosa).

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Il meglio è positivo, ma non sempre necessario
Tutto nel nuovo iPad “si vede meglio”, anche le app per iPhone vengono ora adattate partendo dalla grafica Retina con moltiplicatore 2x, mentre su iPad 2 si partiva dalla grafica standard (sempre per mantenere moltiplicatori unitari che lavorano meglio nell’upscaling). Le icone sono più definite, pulsanti e testi nettamente più precisi e se provate uno dei pochi giochi che supportano il Retina (come Infinity Blade II già recensito) resterete veramente colpiti. Il nuovo schermo sembra fatto appositamente per generare l’effetto wow e, onestamente, ci riesce, seppure in misura minore di quanto abbia fatto da principio l’iPhone 4 alla sua presentazione (si sa che alle cose belle ci si abitua facilmente). I fotografi che lo hanno inserito nel proprio workflow avranno di che gioire per risoluzione e colori, chi legge molto troverà il testo più preciso e piacevole, chi ama i giochi potrà provare una grafica davvero dettagliata. Il display Retina del nuovo iPad rappresenta un notevole miglioramento che farà sicuramente felici gli acquirenti e per moltissimi rappresenterà un importante stimolo all’aggiornamento anche possedendo il precedente iPad 2, ma difficilmente si può considerarlo un upgrade necessario. È la tecnologia che avanza e ne siamo assolutamente lieti, personalmente non tornerei indietro perché leggo molto e lo uso anche per video e foto, per cui sto apprezzando particolarmente il cambiamento, ma per tornare alla questione iniziale è innegabile che quasi tutto ciò che si fa con l’iPad di terza generazione può essere tranquillamente fatto con l’iPad 2. Può sembrare una banalità, sarà un’affermazione che avrete sentito più e più volte, ma in questo caso è davvero calzante. Vediamo nel dettaglio il perché di questa affermazione.

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Gli upgrade per ripristinare l’equilibro
La CPU è la stessa del precedente ed i miglioramenti sulla GPU (ora quad-core) sono “assorbiti” dalla nuova quantità di pixel da gestire (quadruplicati). In sostanza va tutto liscio come l’olio e senza attivare il cronometro non si nota nessun miglioramento rispetto l’iPad 2 che è già quasi perfetto. Anche la batteria è stata quasi raddoppiata di capacità (70% in più) ma solo per mantenere le 10 ore di autonomia che aveva il precedente modello. La durata è abbastanza realistica con un uso medio, ma se provate a giocare a qualcosa di impegnativo potreste mandarlo KO in meno di un’ora e ce ne vogliono dalle 7 alle 9 per ricaricarlo completamente. La RAM passa da 512MB ad 1GB e Safari riesce a mantenere in cache qualche pagina in più. Con iPhoto e Photoshop ho notato qualche miglioramento attribuibile a GPU e RAM, ma essenzialmente anche questo è un upgrade legato al display per coadiuvare il rendering, specie quello in 3D perché con quella risoluzione era una necessità dato che la memoria è condivisa sul SoC (CPU e GPU).

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Gli upgrade notevoli
Oltre al già citato schermo, che di per sé potrebbe essere un incentivo sufficiente all’acquisto, i miglioramenti percebili per l’utente italiano risiedono quasi esclusivamente nella iSight, un modulo sovrapponibile a quello dell’iPhone 4 che produce belle foto da 5 megapixel e filmati in FulHD (ma l’iPhone 4S fa meglio). Occasione persa per l’aggiornamento della FaceTime camera frontale, che rimane ferma alla stessa — e bassa — qualità VGA della precedente: vista a pieno schermo sul display Retina è quasi imbarazzante. Da evidenziare un miglioramento anche nella qualità dell’audio, seppure non quantificabile numericamente è percepibile un suono più ricco.

Gli upgrade “a metà”
Il Bluetooth 4.0 (smart-ready) è ormai presente in ogni nuovo prodotto Apple. È una novità che potrebbe risultare interessante in futuro, quando presenteranno i primi dispositivi che lo sfruttano per ottenere interscambi più rapidi e continui senza intaccare l’uso della batteria. I maggiori impieghi saranno probabilmente nel settore scientifico (monitor ambientali o clinici) ma ci sono anche progetti consumer come la stilo Blue Tiger, la prima a captare la pressione proprio grazie al Bluetooth 4. In teoria c’è il modulo 4G LTE a rappresentare un notevole miglioramento, ma solo per pochi paesi tra cui non c’è l’Italia. I nostri operatori telefonici sarebbero anche quasi pronti per la nuova tecnologia, ma usano frequenze differenti (800, 1800 e 2600 MHz) e quindi continueremo ad usarlo in 3G come il precedente.

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Il rovescio della medaglia
Sapete cosa vuol dire un display migliore? Abbiamo già parlato di maggiore qualità, ma anche dell’incremento nel consumo di risorse (GPU / Batteria / RAM) che ha reso necessari alcuni upgrade da parte di Apple. Ma l’ultimo upgrade dovrete farlo voi stessi, perché se su iPad 1 e 2 siete riusciti ad usare 16GB ora ne serviranno sicuramente 32. Le app adattate al retina e qualsiasi contenuto progettato per il nuovo display (anche un semplice background) occupano molto di più (circa 4x). E poi ci si mette anche la nuova iSight con foto e filmati decisamente più pesanti. È una delle conseguenze più classiche del progresso informatico: più si va avanti e più spazio serve. 32GB sono a mio avviso il taglio più corretto per il nuovo iPad, ma se prima ne usavate già 32GB allora probabilmente dovrete passare a 64. Per quanto riguarda il mezzo millimetro di spessore in più si nota veramente poco, peccato invece per il peso che anche se aumenta di poco (circa 50gr) è comunque in controtendenza rispetto le aspettative: l’iPad dovrebbe essere più leggero.

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voto 4Conclusioni
Lo so, probabilmente non è questo il genere di recensione che aspettavate. Non vi propinerò la solita storia che chi ha il 2 se lo può tenere e chi ha l’1 farebbe meglio a cambiare, perché alla fine gli appassionati di tecnologia passeranno comunque dal 2 al 3 (chiamiamolo così per una volta, giusto per semplificare) e i più pragmatici continueranno a navigare comodamente in poltrona con il primo modello, infischiandone di Retina e filmati FullHD. Il nuovo iPad di terza generazione rappresenta ancora una volta il prodotto di riferimento per il settore e ben presto i soliti noti tenteranno di imitarne le evoluzioni (prevalentemente il display). Secondo me quello che è mancato a questa presentazione, non riguarda l’hardware ma piuttosto il software: il prossimo step evolutivo deve essere nel sistema operativo. iOS offre sempre nuove funzioni e soluzioni interessanti, prevalentemente in direzione dell’integrazione. All’interno di una casa Apple-equipped si passa da Mac ad Apple TV, iPad ed iPhone con la semplicità di un tap. Ma l’iPad ha raggiunto un livello di diffusione così vasto ed un gradimento tale che ora merita qualche sdoganamento sul fronte produttivo. Nutro grandi speranze in iOS 6 ed in una sempre migliore integrazione con iCloud che potrebbe arrivare in contemporanea al rilascio di Mountain Lion, in giugno. Se l’iPad 2 ha ottenuto 4,5 stelle nella nostra recensione, il nuovo modello ne guadagna “solo” 4. Non è un voto punitivo ma una semplice constatazione che per quanto il display sia strabiliante e rappresenti la nuova killer-feature che farà impazzire i geek, siamo di fronte al classico ciclo di perfezionamento del prodotto. Ci sono due note importanti che devo aggiungere, la prima è che potendo sfruttare il 4G il voto sarebbe stato sicuramente superiore e la seconda è che continuo a pensare che l’iPad sia un po’ troppo grande per l’uso in mobilità (ma perfetto per casa). Le ottime vendite del Galaxy Note dimostrano che gli utenti apprezzano un prodotto più portabile e potrebbe essere la volta buona per posizionare un iPad di dimensione intermedia o anche un iPod touch più grande (magari in completa sostituzione dell’attuale per non aumentare i modelli). Ma sappiamo che Apple cerca sempre di contenere al minimo l’offerta per cui penso sia davvero difficile che l’iPad da 7″ di cui vari rumor parlano arriverà sul mercato. Anche se fonti attendibilissime ci dicono che il prototipo sia già realizzato da tempo, trovo quasi più credibile la possibilità di avere un iPhone 5 da 4″ nel tentativo di ridurre il gap tra smartphone e tablet.

Costi
L’iPad continua ad essere uno dei prodotti Apple meglio piazzati sul mercato. Lo dimostra il fatto che la concorrenza riesce difficilmente ad eguagliarlo con pari qualità e prezzo. L’offerta è quindi più che valida sotto il profilo economico e i modelli rimangono i classici sei, tre solo WiFi e tre WiFi+4G (che da noi è praticamente un 3G), con tagli da 16GB, 32GB e 64GB. Probabilmente il top di gamma (64GB WiFi+4G) da 799€ è eccessivo, si compra quasi un MacBook Air, ma il modello d’ingresso a 479€ (16GB WiFi) sarà sicuramente un bestseller. Tuttavia ritengo che il vero vantaggio di un tablet rispetto al computer tradizionale sia la connettività, per cui non comprerei mai un iPad solo WiFi dove tra l’altro si perde anche il GPS, e come capacità i 32GB sono ottimali. Dal momento che molto spesso ci chiedete consiglio questa volta vi anticipiamo: un buon acquisto per il nuovo iPad potrebbe essere il 32GB WiFi+4G a 699€. E per il colore considerate che il bianco fornisce un tocco di classe ma il nero esalta meglio le qualità del display. Trovate tutti i modelli su questa pagina.

PRO
ico.piu.png Display veramente ottimo per risoluzione e resa cromatica
ico.piu.png Il design continua ad essere riuscito nella sua semplicità
ico.piu.png Fotocamera di ottima qualità per un tablet
ico.piu.png Bluetooth 4.0 (smart-ready) con potenzialità interessanti per future implementazioni
ico.piu.png Batteria molto longeva (circa 10 ore di utilizzo medio)
ico.piu.png Offerta di modelli comprensibile e completa
ico.piu.png Prezzi adeguati
ico.piu.png Miglioramenti anche nella riproduzione audio
ico.piu.png Ancora in netto vantaggio sulla concorrenza in quanto ad app e stabilità del sistema

CONTRO
Pro Il peso è aumentato invece di diminuire
Pro La facetime camera solo VGA è una nota troppo stonata
Pro iOS 5 gli sta sempre più stretto

DA CONSIDERARE
Pro Quasi tutti i miglioramenti hardware servono a bilanciare il display Retina
Pro Il 4G non si può usare in Italia (e in molti altri paesi)
Pro Le app per Retina saranno più pesanti ed anche i contenuti generati dalla iSight, serve più memoria rispetto ai modelli precedenti

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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