Recensione: LaCie 2big Thunderbolt Series 4TB, capienza e velocità per tutti i Mac (recenti)

Di recente abbiamo verificato che un normale disco meccanico collegato via Thunderbolt non è in grado di sfruttare i 10Gb/s di banda, offrendo prestazioni praticamente paragonabili a quelle ottenibili con il “buon vecchio” collegamento Firewire 800. Per superare questo muro ed iniziare a toccare con mano i vantaggi della Thunderbolt ci sono due soluzioni: collegare un SSD oppure un set di dischi in RAID 1. LaCie offre entrambe queste possibilità, addirittura il piccolo Little Big Disk Thunderbolt può essere equipaggiato con due unità SSD, raggiungendo prestazioni (e prezzi) incredibili. Tuttavia anche due normali HDD 7200rpm se configurati con RAID stripe possono fornire ottimi risultati.

Il LaCie 2big Thunderbolt Series da 4TB è una unità di archiviazione che contiene due dischi Seagate Barracuda da 2TB, ma è disponibile anche la variante da 6TB (2 x 3TB). Come sempre LaCie si distingue per la bellezza e la qualità costruttiva dei propri prodotti e l’elegante design dello chassies in alluminio ne è una prova lampante.

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Sul retro si trovano la presa per l’alimentazione e due porte Thunderbolt, così da poter collegare in cascata altri prodotti, volendo anche altre unità simili allargando il set RAID. Come sempre da acquistare a parte il cavo Apple Thunderbolt da 2 metri, meglio ricordarsene subito perché ricevere il 2big a casa ed accorgersi di non poterlo usare immediatamente potrebbe essere una spiacevole sorpresa.

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Purtroppo non sono presenti altre connessioni, questo significa che l’unità potrà essere utilizzata solo con computer dotati della porta Thunderbolt. È una limitazione importante per la retrocompatibilità ed in un ambiente di lavoro misto è meglio tenerne da conto.

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L’apertura e l’installazione di dischi è molto semplice, anche gli slot denotano una notevole cura costruttiva ed i dischi scelti da LaCie (Seagate Barracuda) sono rapidi e di buona qualità. In tutti i casi sarà possibile effettuare in futuro anche un upgrade con dischi diversi, eventualmente anche più capienti.

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Il grande “occhio blu” con il marchio del produttore si accende per indicare il funzionamento dell’unità, la quale non ha un tasto On/Off ma si accende e si spegne non appena si collega/scollega dalla porta Thunderbolt. I dischi vengono riconosciuti direttamente da Utility Disco e da qui sarà possibile creare il set RAID secondo le proprie necessità.

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Il 2big non è quindi dotato di una scheda RAID dedicata ma si appoggia alla configurazione software di OS X. Vista la naturà dell’unità è più logico optare per un set in stripe ottenendo maggiore velocità ed un disco virtuale da 4TB. Si può ovviamente scegliere anche il mirroring ma in quel caso si sprecherebbero le potenzialità velocistiche della Thunderbolt e lo spazio a disposizione si limiterebbe a 2TB (continuamente in backup sul secondo disco).

I primi test hanno evidenziano immediatamente velocità di lettura/scrittura davvero molto elevate:

diskspeed

Sembrerebbero quasi prestazioni da SSD ma c’è una differenza determinante tra le due soluzioni: le unità meccaniche raggiungono il picco di prestazioni solo con letture/scritture continue, ma per loro stessa natura non potranno mai offrire la rapidità di un disco allo stato solido sui piccoli blocchi, specie quelli casuali.

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La configurazione ottimale richiede un piccolo SSD nel computer, anche un MacBook Air, dove installare il sistema operativo e le applicazioni (che traggono il massimo vantaggio dagli elevati IOPS) e poi via Thunderbolt una unità come questa per tutti i dati di lavoro, ad esempio i progetti di Final Cut, Logic, ecc…

Pur non raggiungendo la velocità di un moderno SSD SATA3, il LaCie 2big Thunderbolt Series con due unità in RAID stripe offre prestazioni davvero ottime. Prendendo come riferimento un file da 4,8GB ho verificato le velocità di copia da e verso le seguenti unità collegate ad un iMac 21,5″ 2011 con 24GB di RAM:

  • Intel SSD 510 6G (via SATA3 interna)
  • Seagate Barracuda 3TB (via SATA3 interna)
  • LaCie 2big 4TB RAID-1 (via Thunderbolt)
  • LaCie Rugged 1TB (via Firewire 800)
  • WD Desktop Elements (via USB 2.0)

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Come si può notare gli scambi più veloci si sono verificati tra SSD ed il 2big, andando a superare anche il disco intero collegato via SATA3 (6Gb/s), anch’esso un Seagate Barracuda 7200rpm ma da 3TB.

voto 4Conclusioni / Costi
Le soluzioni che sfruttano la connessione Thunderbolt iniziano a diffondersi maggiormente sul mercato e LaCie è indubbiamente tra i produttori più attenti allo sviluppo di questa porta. L’unità 2big possiede tutte le migliori caratteristiche notoriamente associate al brand: eleganza, robustezza, semplicità, performance. Con una o più unità simili collegate ad un computer, che sia un Air o un iMac, si potranno ottenere grandi capienze ad altissime velocità. Con la diffusione degli SSD abbiamo ormai ben chiaro che il sistema operativo e le applicazioni lavorano molto meglio su unità allo stato solido, ma per la gestione dei dati una soluzione come quella proposta da LaCie con il 2big rappresenta l’ottimale per chi si occupa di audio/video. Tuttavia il prezzo di 549€ sull’Apple Store non è propriamente popolare e la presenza del solo collegamento Thunderbolt è da tenere in considerazione.

PRO
+ Costruzione incredibilmente robusta, design riusciuto
+ Semplice sostituzione dei dischi
+ Configurazione e formattazione direttamente da Utility Disco
+ Ottima velocità, permette di lavorare con progetti di grosse dimensioni meglio di un disco interno
+ Possibilità di collegare più unità in cascata aumentando ulteriormente la velocità

CONTRO
- Solo collegamento Thunderbolt
- Prezzo in linea con il mercato ma comunque elevato
- Non troppo silenzioso (probabilmente a causa dei dischi @7200rpm)

DA CONSIDERARE
| Il cavo Thunderbolt continua ad essere considerato da tutti i produttori come un “optional”
| RAID Software

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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