Supportare OS X costa di meno, parola di Microsoft

Apple è sicuramente un’azienda che ha a disposizione molte frecce vincenti nel suo arco. Molte di esse sono il frutto della mente geniale del compianto Steve Jobs, il quale ha da sempre dato un’impronta di avanguardia alla sua creatura. Jobs, e sicuramente chi ora lo sostituisce e lo sostituirà, ha sempre innovato e tentato di rompere gli schemi, molto spesso riuscendoci al primo colpo, e questo è un dato di fatto innegabile. Certo, non siamo ipocriti e non pensiamo che ogni mossa di questo tenore da parte di Apple abbia rappresentato un mero esercizio di stile: l’obiettivo di fondo è sempre stato quello del profitto, come è giusto che sia per una azienda, grande o piccola che sia.

Per questi motivi Apple ha da sempre guardato avanti e mai indietro quando si è trattato di offrire ai propri clienti non solo un semplice nuovo prodotto, ma associato ad esso una vera e propria nuova esperienza d’uso attraverso di esso. Jobs ha sempre pensato che per riuscire in questi intenti bisognava lasciarsi alle spalle la tecnologia “vecchia”, cioè quella che non avrebbe più avuto nulla da offrire oltre a quello cui si era già abituati.

Un approccio del genere potrebbe andar bene nell’ambito consumer, anche a fronte di prezzi più “concorrenziali”. Nell’ambito dell’information technology a livello business e aziendale, tuttavia, questo potrebbe non essere un vantaggio, dal momento che, come abbiamo già detto, molto spesso nuove funzioni corrispondono a nuovi prodotti. In teoria, quindi, chi usa Apple in ambito professionale dovrebbe essere svantaggiato economicamente poiché, per ottenere supporto, dovrebbe aggiornare di continuo il proprio parco hardware e software.

Eppure potrebbe non essere così. Come tutti sanno, Microsoft ha allungato la vita di Windows XP estendendo di anno in anno il supporto al suo probabilmente miglior sistema operativo. Ciò è avvenuto anche grazie alla pressione di chi utilizzava (e utilizza ancor oggi) XP nonostante le nuove versioni di Windows, in nome di performance ancor oggi accettabili con macchine datate. Secondo uno studio di IDC commissionato dalla stessa Microsoft e ripreso da CultOfMac, avere supporto oggi per un sistema operativo datato, come potrebbe essere Windows XP oppure, per rimanere in ambito Apple, OS X 10.3 “Panther”, costerebbe al consumatore finale circa cinque volte in più quello che costerebbe avere supporto per l’ultimo sistema operativo in commercio, nel caso di Microsoft quindi Windows 7. Questo, secondo lo studio di IDC, è il frutto di molteplici cause. In primis l’hardware: come fa notare Computerworld, il costo del supporto hardware di un PC aumenta drasticamente dopo il proprio triennale ciclo di vita tipico. Non solo: compiere delle operazioni fondamentali, come ad esempio un aggiornamento di sicurezza oppure un intervento per rimuovere un malware, nel mondo dell’IT potrebbe richiedere fino al doppio del tempo se eseguito su Windows XP piuttosto che su Windows 7.

Essenzialmente, quindi, lo studio compiuto da IDC mostra come, a fronte di un apparente maggior esborso per l’acquisto di un PC sempre nuovo, in realtà il costo totale, dato non solo dall’acquisto dell’hardware, è decisamente più basso. Sfortunatamente, l’IDC non ha preso in considerazione i Mac e OS X comparandoli con il mondo Windows. Il confronto sarebbe stato comunque difficoltoso, vista la maggiore rapidità di Apple nell’aggiornare il proprio sistema operativo e, di conseguenza, i propri Mac.

Tuttavia mi preme sottolineare come l’approccio di Apple, alla luce dei risultati proposti da IDC, sia decisamente favorevole da un punto di vista economico. È vero, i Mac non sono delle macchine adatte alle tasche di tutti, ma la recente aggressiva politica dei prezzi, lanciata con Snow Leopard e ad oggi ancora percorsa, rende decisamente più appetibile l’adozione di un ecosistema Mac per le aziende. Personalmente ho sempre reputato un Mac “più conveniente” rispetto ad un normale PC nel lungo periodo, per la certezza di uno standard prestazionale pressoché invariato durante tutto il corso del suo ciclo di vita medio (3-5 anni), oltre il quale qualsiasi computer risulterebbe datato e non più all’altezza di quanto fornito fino a quel momento come performance. Oggi, quindi, più che mai, alla luce dei prezzi da saldo dei software Apple.

E voi, cosa ne pensate? Credete che l’approccio di Apple apporti reali benefici economici?

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