Apple ha una relazione complicata con Facebook

Apple e Facebook: due storie aziendali simili, due successi senza precedenti. La seconda fornisce un servizio, la prima i mezzi per usufruirne. Nessuna delle due è attualmente in grado di competere nell’ambito dell’altra, ed entrambe sanno che devono tentare di collaborare assieme per poter primeggiare sulla concorrenza.

Premesso che, secondo me, Facebook è l’unico sopravvissuto (assieme a Twitter) della bolla dei social network ed il suo successo è dovuto essenzialmente all’unificazione e cristallizzazione dei modi di comunicare su internet nati col web 1.0 (ha riunito in sè forum con i Gruppi, la chat in tempo reale e quella asincorna con i Messaggi, la condivisione delle foto con gli Album) e che, se “passa la moda” è destinata ad una fine prematura mentre Apple, fornendo i mezzi, può sopravvivere per altri 30 anni, analizziamo i diversi punti di contatto fra le due società, tentando di capire assieme a cosa può portare un’integrazione dei servizi della grande F nei sistemi operativi di Apple.

Apple non ha integrato in senso stretto Facebook nei suoi OS
Pensiamoci bene: ciò che Apple ha fatto con Twitter in iOS 5 lo sta facendo con Facebook. Non abbiamo una vera e propria integrazione fra quello che accade in iOS o OS X e la nostra Timeline, ma solo la possibilità di accedere più velocemente alle funzioni di condivisione oltre al grosso vantaggio per gli sviluppatori di poter recuperare le credenziali di accesso da iOS e da OS X e di sollevarci dall’effettuare il login per le applicazioni che sfruttano il servizio di autenticazione Facebook Connect.

Facebook è un partner alla stregua di Google
Il social network in blu ha sviluppato un’ecosistema di app che competono con alcuni servizi già forniti da Apple: Facebook Messaggi è stato progettato per essere il concorrente di iMessage (e di Whatsapp), Facebook Camera ha la stessa icona dell’applicazione Fotocamera nativa ma viola, e, da ieri, è stata rinominata in Camera•, differenziandosi solo per il puntino dal nome dell’app nativa di Apple. Facebook ed Apple, dunque, sono complementari ma concorrenti su alcuni servizi e questo strano rapporto ricorda molto quello con Google all’epoca del lancio di iPhone e della nascita di Android. Certo, la grande F non dispone di un suo telefono, ma, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe rilasciarne uno entro la fine del 2013, viste le recenti assunzioni di ingegneri che hanno lavorato alla progettazione del primo iPhone.

Che Facebook voglia fare come Google, trovando il modo di collaborare con Cupertino per carpire i segreti dello sviluppo di un OS mobile quasi perfetto?

E Twitter, fra noi
Nonostante Facebook sia stata una delle cause del collasso di Ping, non avendo fornito al lancio l’integrazione con la sua piattaforma (“I termini dell’accordo erano troppo onerosi per noi”, disse uno Steve Jobs indignato dal tiro mancino giocatogli da Zuckenberg), mentre Twitter si è sempre rivelato un alleato fedele, senza pretese di sorta, che ha saputo trarre dall’integrazione con iOS un notevole aumento di traffico. In molti sostengono che Apple debba acquistare Twitter per poter affermare la propria posizione sul web, magari integrandolo nei servizi di iCloud e sfruttando la sua base di utenti per ampliare i servizi pubblicitari offerti con iAd, ma, forse, sarebbe un passo fallimentare per almeno tre buone ragioni:

  1. l’acquisizione costerebbe qualche miliardo di dollari e, per quanto Apple abbia un’ottima liquidità, l’operazione svuoterebbe di molto le casse della società e in un periodo di forte crisi e instabilità economica non sarebbe la migliore delle mosse finanziarie;
  2. semmai dovesse passare anche la moda di Twitter, per Apple sarebbe una grossa perdita economica, che si rifletterebbe in negativo anche sul prezzo delle azioni;
  3. l’effetto Google+ potrebbe essere dietro l’angolo: il social network di Mountain View fornisce le stesse funzioni di Facebook con una interfaccia più elegante (più una funzione molto simile allo streaming photo riservata agli utenti Android), ma non decolla perchè sa di già visto.

Conclusioni
Apple e Facebook ricordano molto il rapporto che esisteva fra Cupertino e Microsoft prima e con Google poi: un’apparente alleanza per espandere le funzionalità nei propri ambiti con i servizi forniti dalle società terze, ma che può portare ad una sovrapposizione dell’offerta e ad un accaparramento di idee da parte degli alleati che potrebbe sfociare in rotture o “guerre termonucleari” che non fanno bene a nessuno, né alle società né ai loro utenti. Apple, però, può contare sull’innovazione dell’hardware, unico mezzo necessario per poter accedere ai servizi forniti da suoi partner che, in caso di tiro mancino, rischiano di rimanere isolati o di perdere utenza e traffico dati: basti pensare alla grossa perdita di utenti che subirà Google Maps con il lancio di iOS 6.

Del resto, Facebook rischia di guadagnare dall’accordo molto di più che Apple: una moltiplicazione esponenziale del traffico sulle proprie pagine che, finalmente potrebbe aumentare la monetizzazione dei servizi mobili e, magari, portare al rilascio di un’app per iOS sensibilmente migliorata.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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