È davvero raggiungibile un’era “post-PC”?

Senza mezzi termini Apple ha sempre definito l’iPad, più che un tablet, un dispositivo appartenente all’era “post-PC”, nella quale il computer così come l’abbiamo conosciuto sinora sarà gradualmente rimpiazzato da una nuova generazione, incentrata su apps e interazioni naturali piuttosto che su finestre e file system come nei sistemi operativi tradizionali. Molti sforzi sono stati fatti in iOS per emanciparlo dal legame con PC e Mac. Ma sono bastati? In parte sì, in parte no.

Partiamo dal caso positivo, descritto da setteB.IT su Twitter. Lo sviluppatore Rob Rohan ha recentemente decantato le qualità del suo iPad, dopo un periodo di strenuo ostracismo. Nel corso del tempo, il suo parere sul dispositivo, considerato buono solo per guardarci film e nient’altro, è radicalmente mutato e ormai l’iPad viene usato per quasi tutte le operazioni quotidiane. E non si tratta di compiti da utente comune: diagrammi UML con OmniGraffle, via SSH editing rapido di codice tramite Diet Coda e gestione di database MySQL sono nella lista di Rob, tutte operazioni svolte sul suo iPad 2. In totale, il 90% del lavoro lo svolge ormai sul tablet, e il Mac lo utilizza solamente per lo sviluppo di applicazioni. Un ottimo esempio, dunque, di come le potenzialità dell’iPad e di iOS siano cresciute tantissimo nel tempo e anche di come il dispositivo Apple rappresenti un grande aiuto in ambiti lavorativi.

Tuttavia, non ci sono solo esperienze positive: qui arriviamo alla parte “contro” dell’articolo. Jason O’Grady, collaboratore del blog The Apple Core su ZDNet, non riesce ancora a lasciare il suo MacBook Air a casa a favore dell’iPad. Il motivo principale è la sua dSLR, una Nikon D4. Jason è appassionato di fotografia, e durante le vacanze intende effettuare molti scatti. Il Camera Connection Kit dell’iPad, purtroppo, non va in suo aiuto. Il lettore di schede Sony XQD richiede infatti 900 mA per poter operare, mentre l’accessorio Apple può erogare dalla sua porta USB solo 200. Altre soluzioni, come collegare direttamente la fotocamera al Connection Kit o caricamento wireless, non sono praticabili per impossibilità tecniche o economiche. Considerato poi che i RAW prodotti dalla D4 pesano sui 50 MB circa, O’Grady ritiene insufficiente anche la versione da 64 GB dell’iPad per i suoi scopi.

Questa, però, non è l’unica considerazione che si può fare a riguardo. Lasciando il settore fotografico, anche alcune semplici operazioni non risultano immediatamente fattibili sull’iPad senza la necessità di un computer. Se non c’è più bisogno di iTunes per attivare e aggiornare il dispositivo, il software Apple rimane essenziale per il caricamento di musica e video (a meno che questi ultimi non li si carichi tramite il suddetto Camera Connection Kit). Certo, c’è la possibilità di acquistare musica e film, oppure di usare iTunes Match, ma se si ha già una libreria creata legalmente nel corso del tempo e al di fuori dell’iTunes Store non sono soluzioni soddisfacenti. Le necessità di O’Grady, inoltre, possono più genericamente applicarsi a chiunque debba trattare una consistente mole di dati, per le quali servirebbero un file manager e un collegamento USB, cose di cui attualmente l’iPad non dispone in maniera nativa.

Un altro ostacolo, ancor più importante degli altri, all’era “post-PC” è poi la sostanziale impossibilità di creare applicazioni direttamente sul dispositivo. Vero, ci sono stati alcuni tentativi recentemente, ma si tratta di ambienti di sviluppo insufficienti per progetti più complessi. La mancanza di un XCode per iPad, però, non è detto si senta. Se ci fosse, altri problemi sorgerebbero, come la necessità di una tastiera fisica, dato che quella a schermo è impensabile per lunghe sessioni di programmazione. La complessità di ambienti come XCode o Eclipse, inoltre, non è detto possa essere mitigata in modo da ottenere un piano di lavoro adeguatamente e completamente funzionante su iOS. Apps del genere, inoltre, richiedono hardware adeguato, che non è detto l’attuale prodotto abbia, né tantomeno le prossime versioni. Il discorso è perfettamente valido anche per altre tipologie di prodotti professionali, come Aperture, Photoshop e Final Cut, molto ricchi di features e alquanto esigenti in termini di requisiti. Perciò, chiunque, con iOS o anche con Android, pensi che possa presto abbandonare il suo Mac o il suo PC, è bene che rivaluti la sua scelta. Non è ancora il momento, e con buone probabilità l’era “post-PC” dovrà aspettare diversi anni prima di potersi concretizzare.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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