L’app Mappe anche su OS X: una bella ipotesi, ma sarebbe davvero utile?

Nelle ultime ore si è fatto un gran parlare riguardo una scoperta fatta dallo sviluppatore neozelandese Cody Cooper, il quale avrebbe trovato nel codice di iOS 6 Beta delle stringhe che farebbero presagire a un arrivo dell’applicazione Mappe anche su OS X. La deduzione partirebbe da una potenziale blacklist per alcuni chip grafici Intel utilizzati nei Mac. Il ritrovamento, immagini incluse, è stato pubblicato sul finora poco conosciuto Technically Personal.

Tra le GPU che necessiterebbero della modalità “fallback”, in cui alcune funzionalità che fanno uso intensivo dell’hardware vengono disabilitate, vi sono vecchie conoscenze come la 945GM (meglio nota come GMA 950, dato che in realtà 945GM è il nome dell’intero chipset) e altre più recenti come la HD Graphics. Non dovrebbe esserci da temere per i modelli più recenti: con buona probabilità ci si riferisce alla prima serie, uscita nel 2010 con la serie di processori Arrandale, quella utilizzata per i MacBook Pro da 15″ e 17″ di allora.

Fin qui la parte più plausibile, non è certo la prima volta che Apple nasconde qualche traccia su prodotti futuri o anche prossime applicazioni tra le righe di codice. Ma, salvo sorprese dell’ultima ora, non dovrebbe essere questo il caso. Come giustamente fa notare Macrumors, infatti, le stringhe sono riferite al simulatore iPhone presente nel pacchetto di XCode, in particolare nella versione 4.5 attualmente allo stato di Developer Preview e destinata al rilascio congiunto con iOS 6. Poiché il simulatore fa uso dell’hardware reale del Mac, è probabile che questa blacklist sia stata pensata per ottimizzare l’esecuzione dell’app Mappe di iOS su computer non recentissimi.

Terminata la news, si passa alla riflessione. Inizio subito partendo da un presupposto: non sono affatto contrario a eventualità del genere. La mia apertura verso le applicazioni di questo settore viene da molto lontano, si parla di oltre 10 anni fa. Allora i navigatori satellitari erano ancora considerati un lusso, e di Google Maps non si aveva alcuna notizia. Ai tempi nel piccolo mercato dei software cartografici tra i leader vi era Microsoft, con un prodotto che non tutti conosceranno: AutoRoute.

La versione era la 2002, mappe europee. Il software svolgeva egregiamente il suo compito, fornendo piani di percorso dettagliati, con la possibilità di personalizzarli in base alle soste e ai rifornimenti. Come fanno oggi alcune soluzioni online, è in grado di calcolare la spesa totale per il viaggio, seppur in modo approssimativo e senza automatismi, dato che i prezzi base come pedaggio e benzina li doveva mettere l’utente. I punti di interesse come ristoranti, hotel, centri commerciali e tutto quanto potesse essere necessario erano segnalati nella cartina con apposite icone, e premendovi sopra si ottenevano maggiori dettagli. Le mappe potevano essere caricate dai CD in dotazione oppure installate direttamente nel PC, rendendo la consultazione più comoda e veloce ma richiedendo necessariamente dello spazio su disco, che se allora era una richiesta abbastanza corposa, coi moderni hard disk di oggi risulterebbe quasi niente.

In famiglia usammo AutoRoute per alcuni anni, finché l’ADSL prima con Google Maps e il navigatore satellitare poi non fecero la loro comparsa in casa. Pagare per un software del genere oggi risulterebbe anacronistico oltre che quasi superfluo, dato che gran parte delle funzionalità si possono ottenere gratuitamente. Del resto, Microsoft stessa, che qualche tempo fa ha sostanzialmente cessato il rilascio di nuove versioni di AutoRoute, includerà senza costi aggiuntivi un’applicazione Mappe nel prossimo Windows 8, utilizzabile quindi anche su computer desktop. Perché non potrebbe farlo Apple, quindi? Vero, i Mac non hanno il GPS, ma del resto non sono stati certo pensati per essere utilizzati come navigatori. Possono invece essere utili per ritrovare luoghi sulla cartina in modo rapido su schermi più larghi e comodi, oppure sempre sul Mac si può preparare anticipatamente e accuratamente l’itinerario di viaggio, da inviare eventualmente tramite iCloud all’iPhone per iniziare. E se poi qualcuno volesse portarsi eventualmente il suo portatile Apple da utilizzare come navigatore, magari perché si ha dei compagni di viaggio a cui affidare il compito di tenere sott’occhio il percorso, basterebbe effettuare il pairing con l’iPhone o un qualsiasi dispositivo dotato di GPS (esistono anche degli appositi adattatori USB) perché ciò sia possibile.

Bello, vero? Viene però da chiedersi se il gioco valga però la candela. Il computer, appunto, non è stato pensato come navigatore, e inoltre ormai la maggior parte delle operazioni prima del viaggio vero e proprio viene effettuata con una connessione attiva. Sarebbe dunque così necessario dedicare tempo e ingegneri per la realizzazione di una versione per OS X dell’app Mappe? Non basterebbe, invece, un servizio online apposito accessibile pubblicamente, tramite un qualsiasi browser, proprio come Google Maps? Se dovessi scommettere ora su cosa sceglierebbe di fare Apple, propenderei proprio per la seconda. Del resto, maps.apple.com esiste già, anche se attualmente effettua un redirect alla pagina dell’app Mappe di iOS 6. Chissà che in un futuro magari neanche troppo lontano quell’indirizzo porti al servizio vero e proprio, con le principali funzionalità viste recentemente al WWDC 2012. A quel punto, di un’app vera e propria non ci sarebbe poi così tanta necessità. Se poi arrivasse, contrariamente alle mie aspettative, sarei il primo a dare il benvenuto alla new entry nel mondo Mac.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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