Ormai manca poco: nei prossimi giorni, considerato che la Golden Master è già stata distribuita agli sviluppatori con sufficiente anticipo e che Apple continua a citare ufficialmente luglio come mese di rilascio (ciò significa, quindi, che volendo potrebbe anche rilasciare il prodotto il 31 e avrebbe rispettato le promesse), sarà il momento di Mountain Lion. Ispirandoci a un articolo simile fatto alcune ore fa da Cult Of Mac, vogliamo dare alcuni consigli per prepararsi al meglio al nuovo arrivo. Saper giocare d’anticipo può risparmiarci poi del tempo libero da dedicare alla conoscenza del nuovo Mac-Felino.

Verificare i requisiti hardware e software
Iniziamo dai requisiti hardware. La lista dei Mac supportati da Apple è già nota sin dalla prima Developer Preview, e non è sostanzialmente cambiata. Questi i modelli:

  • Mac mini (dall’Early 2009 -quello con la GeForce 9400M- in poi)
  • iMac (dal Mid 2007 -quello con le Radeon HD 2xxx-  in poi)
  • Mac Pro (dall’Early 2008 -quello con la Radeon HD 2600 XT o la GeForce 8800 GT- in poi)
  • XServe (Early 2009, ossia l’ultima versione prodotta sino all’uscita dal commercio)
  • MacBook (alluminio del 2008; bianco dall’Early 2009 -con la GeForce 9400M- in poi)
  • MacBook Pro (dal Mid/Late 2007 -con le GeForce 8600M- in poi)
  • MacBook Air (dal Late 2008 -con la Geforce 9400M- in poi)

Come si può vedere, ho tenuto a specificare la scheda grafica di riferimento accanto al modello di Mac più vecchio supportato per quella specifica famiglia di prodotti. Questo perché in Mountain Lion la rimozione dei prodotti anziani è stata effettuata in base a due criteri, e mi scuso anzitempo per i termini tecnici che potrebbero non essere comprensibili a tutti e che purtroppo non posso evitare di usare. Il primo è relativo, appunto, alla scheda grafica: GPU come le Intel GMA950 e X3100, oppure le nVidia GeForce 7xxx o ancora le ATI Radeon X1xxx, non dispongono dei kext a 64-bit, necessari per Mountain Lion, e come riporta Ars Technica con l’incombente release Apple ha tagliato il supporto ai kext a 32-bit, che ora non vengono più caricati dal kernel. L’altro criterio, strettamente collegato, è l’EFI, il firmware alla base di ogni Mac Intel (e che solo negli ultimi tempi sta prendendo sempre più piede, nella sua forma più standardizzata UEFI, anche nel resto dei PC al posto del vecchio BIOS): tutti i modelli non inclusi nella lista dispongono del firmware a 32-bit, e non sono in grado di caricare un sistema operativo con modalità di avvio solo a 64-bit come Mountain Lion (la 10.7, nonostante abbia tagliato il supporto ai Core Duo, si può ancora avviare a 32-bit).

La decisione di Apple ha suscitato non poche discussioni: se è vero che in alcuni casi si parlava di modelli con più di 5 anni alle loro spalle, è anche vero che per altri potrebbe risultare un taglio alquanto prematuro. Un Mac mini acquistato a febbraio 2009, ad esempio, rientra ancora tra i modelli con la Intel GMA950 e dunque non può essere aggiornato a Mountain Lion. Con la situazione curiosa che si andrà a creare con il supporto di computer più datati come i MacBook Pro di metà 2007 lasciando fuori dei mini con quasi 2 anni in meno di vita. Ad ogni modo, per questi modelli l’ultima fermata è Lion, nessuna concessione da parte di Apple. Starà all’utente decidere il da farsi. Per scoprire di più sul modello in proprio possesso, basta aprire “Informazioni su questo Mac” dal menu  e premere “Più informazioni” nella finestra apertasi. Avremo la possibilità di accedere a maggiori dettagli riguardo l’hardware del nostro Mac e capire se è tra i supportati o no.

Oltre ai Mac ufficialmente supportati, vi sono altri due requisiti essenziali da rispettare: la RAM e lo spazio libero su disco. Mountain Lion richiede almeno 2 GB di memoria RAM e 8 GB liberi sul disco rigido. Ovviamente, vale sempre la solita regola, più si ha a disposizione e meglio è. Per quanto riguarda le periferiche di terze parti, la maggioranza non dovrebbe avere problemi nella transizione. Se però si usano periferiche datate, è bene procedere con cautela prima di effettuare l’aggiornamento. In questi casi potrebbe essere conveniente attendere qualche settimana e controllare com’è andato il passaggio a Mountain Lion per altri utenti con lo stesso hardware. Qualora si volesse comunque Mountain Lion, in questi casi il consiglio è quello di ricorrere al dual boot, mettendolo come sistema operativo secondario accanto alla versione già installata di OS X. Tramite Utility Disco è possibile preparare in modo rapido e relativamente semplice una porzione di spazio da dedicare allo scopo (sull’argomento eventualmente si potrà tornare in un futuro articolo qualora vi fosse necessità).

Andiamo ora a parlare dei requisiti software. Si possono suddividere essenzialmente in due parti: lato sistema operativo e lato applicazioni. Iniziando dal primo, c’è una buona notizia per chi intende passare a Mountain Lion ed è finora rimasto a Snow Leopard. Avendo avuto cura di effettuare tutti gli aggiornamenti fino alla 10.6.8 e disponendo così dunque del Mac App Store, la nuova versione sarà acquistabile a 15,99 €, senza alcuno step intermedio con Lion. In soldoni, non ci sarà bisogno in questi giorni di effettuare un doppio acquisto, perché non sarà affatto necessario. La seconda parte dei requisiti software ricalca un po’ il discorso fatto prima con l’hardware: è bene controllare la compatibilità con le applicazioni di terze parti. Se per quelle più recenti non vi sono problemi o comunque gli aggiornamenti sono in arrivo, per i programmi vecchiotti la situazione potrebbe non essere altrettanto rosea. Valgono quindi gli stessi consigli di attesa o di dual boot fatti in precedenza, con una variante in questo caso: tramite RoaringApps è possibile in numerosi casi conoscere in anticipo cosa ci aspetta, ottenendo informazioni sullo stato di compatibilità di quella determinata applicazione con Mountain Lion.

Fare un po’ di pulizie
Prima di ogni nuova installazione di OS X è sempre bene cercare di pulire, nel senso virtuale, il disco rigido, in modo da poter recuperare spazio prezioso e avere così una unità più ordinata al momento dell’aggiornamento. Tra i primi interventi fattibili, vi sono quelli relativi allo svuotamento del Cestino e di cartelle come quella dei download, che nel corso del tempo se non vengono periodicamente sottoposte a pulizia possono accumulare molta roba spesso rivelatasi inutile al termine degli scopi per cui era stata messa sul Mac. Sorprendentemente, intervenire già lì consentirà di recuperare buone quantità di spazio. Per chi vuole operare in modo più deciso, esistono altri appositi strumenti di terze parti come CleanMyMac a pagamento o il gratuito CCleaner che agiscono più in profondità. Il consiglio nell’uso di questi strumenti, però, è di prestare attenzione, eliminando solo ciò che davvero si può essere sicuri di rimuovere. Un uso scorretto, infatti, può portare danni indesiderati al posto dei sospirati benefici.

Pulito il disco rigido, può essere un’altra buona idea disattivare temporaneamente FileVault, in modo da ridurre ulteriormente il rischio di problemi durante l’aggiornamento. Per disabilitarlo basta andare in Preferenze di Sistema ed entrare nel pannello Sicurezza e Privacy. Si troverà lì la voce FileVault. Una volta che si è ottenuta l’abilitazione alle modifiche premendo sul lucchetto e inserendo la password utente, non resterà altro da fare che dare un click sull’apposito pulsante per disattivare FileVault. Rifacendo la stessa procedura, lo si potrà poi riattivare una volta completato il passaggio a Mountain Lion. Infine, può essere utile anche controllare i permessi del disco, grazie a Utility Disco. Entriamo nel Launchpad o nella cartella Applicazioni, a seconda delle preferenze o più semplicemente del sistema operativo (Launchpad è stato introdotto con Lion). Nella sottocartella Utility si troverà l’applicazione che servirà allo scopo. Una volta aperta, selezioniamo il volume su cui è installato il sistema (solitamente denominato “Macintosh HD”) e premiamo su “Verifica permessi del disco”. Qualora vi fossero delle anomalie a livello software e risolvibili senza formattazione, basterà premere sul pulsante appena sotto, “Ripara permessi”, per porvi rimedio.

Chiudiamo questa parte con un consiglio che può essere utile per chi usa il Mac da diverso tempo e non l’ha mai fatto: una inizializzazione periodica, nota anche come formattazione, può essere consigliabile. Il “periodico” è una misura variabile, e in questo caso preferiamo esprimerlo sia in tempo che in quantità di aggiornamenti. Per un Mac che ha visto in successione Leopard, Snow Leopard e Lion può essere una buona idea farlo ripartire più fresco, inizializzando il disco in fase di installazione. Per fare ciò, naturalmente, andrà preparato in anticipo un drive USB o un DVD con l’installer di Mountain Lion scaricato dall’App Store. Le modalità di preparazione sono simili a quelle di Lion, perciò invitiamo a far riferimento all’articolo a riguardo.

Backup
L’ultima parte di questa serie di tips è relativa a una delle raccomandazioni più classiche: creare una copia di backup dei propri dati. Benché di solito l’aggiornamento del sistema operativo sia una operazione indolore, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e in caso di problemi durante questa fase il rischio di perdere i file salvati è alto. A tale scopo è bene far affidamento su un disco rigido esterno e su Time Machine, che si può abilitare in modo semplice aprendolo da Launchpad o dalla cartella Applicazioni. Una volta portato il grande switch Inattivo/Attivo su Attivo, basterà lasciare Time Machine a occuparsi di tutto. La copia di backup creata potrà essere utilizzata per riportare il Mac a uno stato ottimale, o quantomeno per portare i propri dati dalla vecchia alla nuova installazione.

Se poi malauguratamente non ci si ricordasse di effettuare il backup e durante l’aggiornamento vi fossero problemi, è possibile ricorrere alla modalità Target qualora si avesse a disposizione un altro Mac oltre a quello “infortunato”. Collegati i due computer tramite Firewire o Thunderbolt, bisognerà accendere quello problematico tenendo premuto il tasto T finché non compare una icona a schermo indicante il tipo di collegamento utilizzato. Tramite il Mac funzionante si potranno così recuperare i dati per poterli salvare e dunque procedere all’inizializzazione del disco con il sistema operativo danneggiato. Qualora non vi fosse la possibilità di avere un secondo Mac a disposizione, un’altra soluzione è quella di smontare temporaneamente il disco rigido e inserirlo in un apposito case esterno in modo da accedere ai dati tramite Windows o Linux. Nel primo caso, sarà necessario installare un software aggiuntivo come il gratuito HFSExplorer, in modo da poter copiare i file sul PC.

Con queste tips speriamo di aver coperto almeno le tematiche principali concernenti il prossimo passaggio a Mountain Lion. Non mancheranno naturalmente ulteriori approfondimenti nel corso delle prossime settimane a rilascio avvenuto.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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