ARM presenta i futuri Cortex a 64-bit: dagli smartphone ai server, contro Intel su tutti i fronti

Le capacità delle architetture ARM, buone prestazioni combinate a bassi consumi (ottimizzazioni sia software che hardware permettendo), le conosciamo già e ogni giorno abbiamo a che farci quando utilizziamo un qualsiasi dispositivo iOS, Android o anche Windows Phone. Smartphone e tablet sono finora stati i punti chiave della forte ascesa dell’omonima azienda britannica e dei suoi partner, Apple inclusa, che tramutano i reference design in prodotti fisici sul mercato. Di per sé, il successo in questi settori ha indispettito Intel, la quale sta cercando in tutti i modi di rispondere all’avanzata con architetture x86 mirate come Medfield. ARM non è però intenzionata a farsi intimorire dalla potenza di fuoco di Santa Clara, e dopo aver iniziato a dare un’occhiata al mondo dei portatili con la cosiddetta categoria dei “transformer”, ora l’obiettivo è puntato sui server, dove l’efficienza, sia operativa che energetica, è preferita alla potenza bruta. Per questi compiti saranno previsti i nuovi Cortex-A57 e A53, previsti in commercio tra fine 2013 e inizio 2014.

Immagine da Anandtech.

Tra i due, la parte del leone spetta all’A57, destinato a sostituire il Cortex-A15, che di recente sta entrando sempre più, con le sue varianti più o meno vicine al design originale, nei prodotti di punta del mercato. Non si tratterà di una rivisitazione completa: il buon lavoro già fatto con i sopraccitati A15 è stato la base utilizzata da ARM per migliorare ulteriormente la piattaforma. La novità principale è il supporto a 64-bit, la cui assenza finora aveva quasi precluso questo tipo di processori dal battersi direttamente con i concorrenti x86 sui server. Le prestazioni aumentano però anche nell’esecuzione di più classico codice a 32-bit, fino al 20-30% in più rispetto alle CPU attuali. ARM definisce tutti i miglioramenti apportati all’altezza dell’esperienza d’uso offerta dai notebook x86 non-Atom. Miglioramenti coinvolgono anche le istruzioni NEON, utilizzate soprattutto in ambito multimediale, e altri aspetti minori. Il comparto grafico in dotazione nel pacchetto sarà a cura della serie Mali T67x, la quale dovrebbe garantire performance di tutto rispetto per smartphone e tablet. L’attenzione ai server è data anche dalla possibilità di includere in un singolo SoC (System-on-Chip) fino a 16 nuclei, suddivisi in “pacchetti” da 4, dotati ognuno di cache di tipo L2; quella di tipo L3 è condivisa tra tutti. Non manca inoltre la virtualizzazione hardware.

Passando brevemente all’A53, si tratta di un’evoluzione degli attuali Cortex-A7, sviluppati come soluzione volta a un maggiore risparmio sia energetico che economico. Anch’essi includeranno il supporto ai 64-bit e saranno in grado di offrire prestazioni alla pari dei “vecchi” Cortex-A9, dando così la possibilità di realizzare server a basso costo basati su questa architettura. Un’altra interessante opportunità, anche questa direttamente mutuata da quanto già disponibile per processori Cortex-A15 e A7, è la configurazione big.LITTLE, che consente di combinare all’interno di un SoC sia un determinato numero di core con l’architettura più performante sia altri con quella più parca nei consumi. Ad esempio, se in un singolo processore vengono inclusi 4 core Cortex-A57 e 4 core A53, con apposite ottimizzazioni il sistema operativo sarà in grado di scalare dinamicamente a seconda dei compiti da eseguire. Attività dall’alto carico sulle risorse come i videogiochi coinvolgeranno i core più potenti a scapito della batteria, mentre attività di basso profilo quale ad esempio la riproduzione in background di musica saranno appannaggio dei core meno potenti ma che garantiscono maggior durata nell’uso. Il tutto avverrebbe in modo praticamente invisibile e inavvertibile per l’utente, dato che il sistema mostrerebbe comunque 4 e non 8 core.

Come abbiamo già detto agli inizi, i primi prodotti con processori basati su quanto è stato presentato arriveranno a cavallo tra il 2013 e il 2014, inizialmente con processo produttivo a 20 nanometri per poi diminuire a quota 14. In prima linea aziende come ST e Samsung, ma anche AMD, che proprio lunedì scorso ha annunciato l’arrivo di una serie Opteron interamente basata su ARM, prevista appunto per il 2014. E chissà che Apple non possa essere stuzzicata dalle opportunità offerte dai prossimi Cortex, per includerli non solo negli iDevice, ma pure in Mac mini e MacBook Air, sin da ora sicuramente i candidati più indicati per un’eventualità del genere. Solo il tempo saprà dirci in che modo intenderanno procedere a Cupertino.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.