Quanto tempo ci vuole di solito affinché un prodotto Apple venga clonato? A volte qualche mese, a volte addirittura prima della sua uscita (come per iPhone 5, il cui clone era già presente sul mercato cinese), a volte nemmeno una settimana: sono “lieto” di presentarvi il GooPad mini, un clone di iPad mini da 99 $.
Il design è pressoché identico all’originale e, per il suo valore di mercato, ha caratteristiche hardware di tutto rispetto: guscio in vetro e alluminio, display da 7.9 pollici con risoluzione da 1024 x 768 pixel, un processore dual core da 1,4 GHz, 1GB di Ram, due fotocamere (esterna da 2 mpx e interna da 0.3 mpx) e Android 4.1 personalizzato con il launcher iLaunch (un tema che rende quasi uguale ad iOS l’interfaccia grafica di Android, disponibile sul Play Store). Per l’archiviazione dei dati sono disponibili 8 gb di memoria (suppongo anche uno slot per le memry card, come nella migliore delle tradizioni dei cloni cinesi, ma le specifiche tecniche rese pubbliche tacciono in merito) e manca della connettività 3G, ma non di quella WiFi.
Al di là della qualità del prodotto (ricordo il famoso detto “come spendi, mangi”), vorrei fare una piccola considerazione: per progettare iPad Mini, quel connubio hardware e software che lo rendono un gioiellino, Apple ha investito parecchi anni in ricerca e sviluppo (se consideriamo il lasso di tempo che intercorre dalla progettazione del primo iPad fino ai giorni nostri) e, vedere che la solita azienda cinese clona il suo ultimo prodotto, dovrebbe darle parecchio fastidio. Chissà se è giunto il momento per dar battaglia ai cloni cinesi di Goo, visto che, in più occasioni, sia Jobs che Cook hanno affermato che Apple ha molto a cuore la sua proprietà intellettuale.