Il MacBook Pro 13″ Retina non sembra davvero così interessante come si sperava

Secondo quanto dichiarato durante il recente keynote del 23 ottobre, altrimenti noto come evento di presentazione dell’iPad mini, il MacBook Pro 13″ è il computer Apple con maggiori vendite. Pur schiacciato dal più performante 15″ e dall’Air di pari dimensione (che vince per leggerezza), viene evidentemente preferito in ordine al rapporto qualità/prezzo e per un’essenza più “vecchia scuola”. Mentre Apple procede senza timori verso un futuro fatto di computer-sottiletta, senza SuperDrive, con veloci SSD di piccolo taglio ed espandibilità prossima allo zero, il MacBook Pro 13″ rappresenta forse l’ultimo baluardo del portatile tradizionale. Al momento dell’acquisto si ottiene un lento HDD a 5400rpm e solo 4GB di RAM, ma si raggiungono facilmente i 16GB di memoria e si può aggiungere un veloce SSD al posto del SuperDrive (riutilizzabile esternamente) ottenendo prestazioni di prim’ordine con una spesa complessivamente vantaggiosa.

Il fatto che la maggior parte degli utenti continuino a preferirlo, non si è potuto ignorare a Cupertino ed è probabilmente anche per questo che la linea di portatili “Pro” non è stata interamente sostituita dalle varianti Retina. Ovviamente c’è anche il costo dei nuovi modelli ad aver giocato un ruolo determinante nella decisione di mantenere, parallelamente, la vecchia linea. A causa dei nuovi display, degli SSD di serie e della RAM che parte da 8GB, il Pro 13″ Retina costa 500€ in più di quello tradizionale, per cui un modello più abbordabile doveva necessariamente rimanere a listino. In teoria la line up si sarebbe potuta dividere esclusivamente tra Pro Retina ed Air, con il 13″ supersottile a prendere il posto del Pro base, come entry-level. Se le cose non sono andate così ed il MacBook Pro 13″ continua ad esistere – insieme al 15″ non Retina – la ragione più plausibile è da ricercare proprio nelle sue ottime vendite. Nessun produttore, nemmeno Apple, può sognarsi di mandare in pensione il prodotto più apprezzato dagli utenti, neanche se questo “stride” con la propria idea di innovazione.

Supponendo di poter dare uno sguardo 5 anni più avanti, immaginiamo che gli SSD avranno invaso i computer di ogni livello, potenzialmente sempre accoppiati ad HDD per l’archiviazione. I dischi meccanici non potranno essere accantonati in così breve tempo, prima di avere unità solide da 3TB a prezzi da supermercato ne dovrà passare di silicio sotto i ponti. Anche l’assenza del drive ottico sembra una predizione davvero troppo facile, non tanto perché CD e DVD non conservino una validità, specie i Blu-ray Disc, quanto perché il solco tra chi produce i media digitali di massa e chi li fruisce è destinato ad allargarsi. Oggi creiamo filmati con una semplicità incredibile, li agghindiamo con altrettanta immediatezza grazie a software potenti, semplici ed economici e ne usufruiamo sfruttando una miriade di possibilità, tra pendrive, reti Wi-Fi, SmartTV ed il web. Nell’ecosistema casalingo “masterizzarsi un DVD” è, e sarà, sempre più inutile, mentre chi produce filmati per professione (anche il classico “matrimonialista”) continuerà ad avere la giusta necessità di riversare il girato su supporti di alta qualità, come i Blu-ray Disc appunto. Questi ultimi (e le loro successive evoluzioni) avranno ancora vita florida nei salotti delle nostre case, in quanto rappresentano il media più consono per i video in alta definizione, specie quelli in 3D. Almeno finché non vengano fuori nuovi – ed incredibilmente efficaci – metodi di compressione o che tutti possano scaricare dati a 40 Mbps (un bitrate medio per il Blu-ray) dal web.

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In questo futuro ipotetico, un MacBook Pro 13″ Retina sembra calzare alla perfezione, seppur con le naturali migliorie hardware che verranno. Tuttavia la sua prima incarnazione non ci ha del tutto convinto. Sapete che non ci sbilanciamo molto prima di aver testato con mano i vari prodotti oggetto delle recensioni, ma vi sono già alcuni dati certi che non ci fanno apprezzare particolarmente il nuovo nato o, più precisamente, lo rendono meno appetibile dei suoi “fratelli”. Pur mettendo da parte eventuali dubbi riguardo la non espandibilità dei computer nel nuovo corso Apple, il modello Retina 15″ (recensione) ci ha convinto per molti aspetti, essendo una macchina davvero pro nelle performance e con uno scarto di prezzo di “soli” 400€ rispetto il modello tradizionale, ampiamente giustificati dalla scocca supersottile, 8GB di RAM, schermo Retina, SSD da 256GB ed il doppio quantitativo di memoria sulla GPU discreta (da 512MB ad 1GB). Nel 13″, invece, l’incremento di prezzo è maggiore (500€) ma i vantaggi decisamente minori, non avendo alcun miglioramento sulla GPU (integrata) e con un SSD da soli 128GB. Il problema non è soltanto che si paga di più per ottenere di meno ma anche che dalla nostra esperienza diretta, i 256GB interni sono un taglio più conoscono se si devono utilizzare applicazioni di calibro professionale e, già in questo modo, si deve scendere a patti con un progressivo e costante “snellimento” riversando i dai su dischi esterni.

Mettendo da parte il confronto tra Pro tradizionali e Retina, c’è un altro elemento che, almeno in questi primi mesi, non si può non considerare. Ci riferiamo alla disponibilità di MacBook Air 13″ super carrozzati nei ricondizionati, computer che non hanno così tanto da invidiare ai nuovi Retina pur costano di meno. Certo lo schermo ad altissima definizione è allettante, ma gli Air 13″ hanno uno spazio di lavoro più ampio (1440 x 900) rispetto la risoluzione dei Pro 13″ tradizionali e quella ottimale per Retina dei nuovi Pro 13″ (equivalente 1280 x 800), oltre ad uno schermo meno incline ai riflessi (che per molti può essere un’aspetto determinante). Ovvio che il display Retina sia “il futuro” e che la sua possibilità di lavorare a risoluzioni espanse – come la 1680 x 1050 – è un plus non indifferente, tuttavia l’Air è un’alternativa non troppo inferiore sotto questo punto di vista. Alternativa che, per inciso, non è presente per il 15″ dal momento che non esiste in versione “air” e che il Pro standard di uguale dimensione ha sempre schermo lucido e di pari risoluzione (a meno di non optare per delle costose opzioni in fase d’ordine).

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A parte lo schermo, l’Air 13″ condivide la stessa GPU Intel HD Graphics 4000 del Pro ma, non avendo display Retina, le sue prestazioni saranno naturalmente migliori. I MacBook Air vincono anche per leggerezza e dimensioni e la durata della batteria dichiarata è la medesima (7 ore). Dove potrebbe sembrare che il Pro Retina abbia un vantaggio è sulla CPU, ma anche questa è un’illusione. Già il modello base di Air, con i5-3427U da 1,8GHz, arriva davvero molto vicino al Pro 13″ Retina con il suo i5-3210M da 2,5GHz, secondo Geekbench 2 si tratta di un miglioramento di prestazioni inferiore al 10% (6039 vs 6597 punti):

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Inoltre sull’Air possiamo aggiungere in fase d’ordine l’i7-3667U da 2,0GHz per 150€, superando il processore base del Pro Retina. Guardando al nuovo e considerando un taglio minimo di SSD da 256GB (per un “pro” i 128GB ci sembrano davvero pochi), vien fuori che per avere stesso disco, stessa GPU, medesimo quantitativo di RAM e prestazioni analoghe, l’Air 13″ costerebbe 250€ in meno. Questo non ha lo schermo Retina, certamente, ma è anche più leggero, ha una GPU che renderà meglio ed un processore più veloce.

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Già così il confronto inizia a diventare “interessante” ma, come dicevamo inizialmente, in questi primi mesi c’è un’altra importante considerazione che riguarda la disponibilità nei ricondizionati degli Air. Il computer che vedete elencato sulla sinistra, che normalmente costa 1.829€ per l’aggiunta in fase d’ordine della CPU i7 e gli 8GB di RAM, tiene ampiamente il passo con il Pro 13″ Retina e si può acquistare a 1.549€, con un risparmio di 530€.

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A meno che non si possa fare a meno del display Retina o di possedere l’ultima novità a tutti i costi, non vediamo una ragione valida per non preferire il MacBook Air 13″, specie con questa offerta.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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