Recensione: iPad mini è il dispositivo di elezione per iOS

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Quando a gennaio del 2010 Steve Jobs presentò al mondo l’iPad, chiarì che Apple non aveva dubbi: la dimensione ottimale per lo schermo di un tablet è 10”, più precisamente 9,7” in formato 4:3. Questa presa di posizione ci è ritornata in mente quest’anno, guardando l’iPad mini ed il suo schermo da 7,9”. Tralasciando caratteristiche hardware ed utilità del prodotto, era inevitabile che partisse la classica caccia alle streghe. La stessa situazione l’abbiamo vissuta ai tempi della presentazione del MacBook Air 11”, avvenuta solo pochi mesi dopo che Jobs aveva dichiarato di non aver intenzione di realizzare dei “netbook” (al tempo molto gettonati) ritenendoli inutili. La similitudine teorica tra un Air 11” ed un netbook sembrava lampante e ciò è stato causa della medesima reazione dei media a cui assistiamo oggi con l’iPad mini. Ma ben presto è stato chiaro che il portatile super leggero realizzato da Apple fosse un prodotto diverso sotto ogni aspetto, senza dubbio più caro ma così valido che, mentre i netbook si avviavano a scomparire, egli divenne il capostipite di una nuova generazione di portatili, indicati da Intel con il termine ultrabook (e dichiaramente ispirati al prodotto Apple).

Ci sono voluti ben 34 mesi affinché Apple si decidesse a creare una variante più piccola del dispositivo che ha riscritto la genetica dei tablet e questo lasso di tempo non può semplicemente essere ignorato.

A gennaio del 2010 è stata presentata una scommessa: un unico prodotto ma così avanzato che non ha avuto nessuna concorrenza per un lungo anno. I produttori hanno letteralmente annaspato per mesi cercando di inseguire Apple, annunciando prodotti mai realizzati ed altri finiti nel dimenticatoio. Era inevitabile che il vantaggio dell’iPad si riducesse con il tempo, ma il successo della prima versione non lascia spazio a dubbi riguardo la validità della scelta dei 10”. Per la tecnologia del tempo si era raggiunto il livello ottimale di prestazioni, dimensione dello schermo, risoluzione e durata della batteria.

Circa 20 mesi dopo il primo iPad ho avuto modo di provare un kindle da 7” e di apprezzarne le doti di portabilità dovute al piccolo schermo. È da allora che sottolineo l’importanza di un tablet Apple più piccolo e leggero, per questo non ho potuto che ben accogliere l’iPad mini. Ma cosa è successo? Cook e soci si sono accorti di un fiorente mercato di piccoli tablet economici in cui non erano presenti? Sicuramente questo è stato uno degli aspetti valutati ma non certamente l’unico dal momento che, se così fosse, i 329€ dell’iPad mini rappresenterebbero una scommessa persa in partenza contro i 199€ di alcuna concorrenza.

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L’aspetto economico è entrato in gioco quando si è trattato di deciderne le caratteristiche hardware, più che altro per evitare sovrapposizioni con l’iPad 4 – mentre la versione 2 rimane piuttosto allineata per chi preferisse lo schermo più ampio. L’attuale iPad mini ha un costo di produzione stimanto di circa $188, considerando solo i componenti, il cui 43% è dovuto proprio al display. Il pannello IPS da 7,9” è stato realizzato con la nuova tecnologia GF2 che lo rende più sottile ed offre colori migliori rispetto l’iPad 2, seppure mantenga la stessa griglia di pixel. Non è un display Retina semplicemente perché questo avrebbe reso necessario un chip più evoluto dell’A5, almeno un A5X, ed anche una batteria più capiente. Il costo sarebbe lievitato in modo considerevole e non avrebbe avuto più un posizionamento valido nell’offerta Apple. Il confronto con gli altri tablet da 7” è comprensibile ma non per questo corretto. Gli altri vengono venduti a prezzo di costo nella speranza di crearsi un mercato; finanche in perdita, nel caso di Amazon, contando di guadagnare tramite la vendita dei contenuti. Google ha addirittura dichiarato di aver realizzato il recente Nexus 10 augurandosi di spronare gli sviluppatori a creare app di qualità per i tablet Android, sottolineando quella che è la più grande carenza rispetto iOS. In sostanza Apple non ha nessun motivo di inseguire, né per i prezzi, né per le scelte progettuali. Quando si ha un iPad mini per le mani, ci si accorge facilmente che non ha nulla in comune con quei tablet da 7″ a cui viene facilmente paragonato.

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Se avete visto dal vivo un iPhone 5, sarete senza dubbio stupiti del fatto che l’iPad mini è ancora più sottile. Con i suoi 7,2 mm e 310gr di peso è anche più leggero di un Kindle Fire HD – tanto per citarne uno degli “altri” – seppure sia costruito con vetro ed alluminio invece che banale plastica. Il contrasto tra qualità dei materiali e peso crea un effetto incredibile, sembra quasi che qualcuno lo sollevi per noi. 

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La cornice intorno allo schermo è più sottile ai lati, come nell’iPhone e nell’iPod touch. Questo consente di avere un dispositivo con una larghezza complessiva confrontabile con quella di altri tablet da 7″ anche se l’iPad mini ha uno schermo da 7,9″ in formato 4:3 che consente di avere una ben più ampia superficie utile.

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Anche qui era immediatamente partita una critica riguardo l’impossibilità di poggiare i pollici lateralmente senza azionare il touch, ma, già nel nostro live durante la presentazione, abbiamo detto: aspettate a sollevare polveroni perché è impossibile che in Apple non ci abbiamo pensato. In effetti la risposta del touchscreen è stata opportunamente calibrata per riconoscere il tipo di pressione causata dal pollice ed ignorarla con estrema precisione. Si può tenere l’iPad come mostrato nell’immagine sottostante e scorrere con l’altro dito senza che il pollice venga considerato. Semplice e funzionale.

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È facile prevedere che l’iPad mini con display Retina uscirà. Che sia nella prossima o nella successiva generazione, dipenderà esclusivamente dalla possibilità di avere un SoC più prestante (per sopperire alla risoluzione) ed una batteria più capiente (per bilanciare lo schermo) senza incidere troppo sui costi di produzione. Lo schermo dell’iPad da 9,7″ ha 2048 x 1536 pixel con una risoluzione di 264 ppi ed è senza dubbio spettacolare. L’iPad mini ha la stessa quantità di pixel dell’iPad di seconda generazione  (1024 x 768) ma essendo su uno schermo più piccolo raggiunge i 163 ppi. I confronti che ho visto finora sono quasi impietosi nei confronti del piccolo iPad perché non tengono conto della diversa superficie del display. L’immagine seguente è un chiaro esempio di questo errore perché le icone sull’iPad tradizionale sono certamente più definite ma sono anche più grandi, cosa che non viene considerata in un simile confronto:

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Un più realistico confronto 1:1 dimostra che la differenza tra due display è molto meno percepibile dall’utente. Specie perché, durante l’uso, ho avuto modo di verificare che l’iPad e l’iPad mini si mantengono più o meno alla medesima distanza dagli occhi. Quel che cerco di dire è che seppure il display Retina da 9,7″ sia indubbiamente migliore e speriamo che venga implementato prima possibile anche sul piccolo iPad (dove la risoluzione salirebbe a 326 ppi), l’attuale modello non è poi così drammaticamente scadente come vogliamo convincerci:

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Vi porto un altro esempio con la lettura tramite iBooks del medesimo libro impostato su sfondo nero – che è il più difficile da renderizzare in modo pulito. Anche impostando un font più piccolo sull’iPad mini al fine di eguagliare il numero di pagine che si ottiene sul modello tradizionale (cosa che all’atto pratico non è necessaria) il testo rimane comunque ben leggibile.

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Durante il periodo di test sono state davvero poche le aree in cui la ridotta risoluzione dello schermo – che, ricordiamolo, è sempre superiore a quella dell’iPad 2 – ha mostrato i suoi limiti. Capita ad esempio con alcuni popup del centro notifiche, dove viene impiegato il font della medesima dimensione dell’iPad – e sarebbe il caso che Apple lo adattasse – e con alcune riviste in PDF con impaginazione fitta, come nell’esempio seguente in cui si vede una pagina a 3 colonne in verticale, ovvero sul lato corto dell’iPad mini (in orizzontale si vede decisamente meglio).

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Grazie al SoC A6, iPhone 5 ed iPad di quarta generazione (che monta l’A6X) hanno segnato picchi di prestazioni davvero notevoli. Pensate che una workstation del 2005 come il Power Mac G5 otteneva medesimi risultati. Il mini usa l’A5 con prestazioni analoghe a quelle dell’iPad 2 e dell’iPad 3, dal momento che l’A5X di quest’ultimo era migliorato solo nel comparto GPU per sopperire alle necessità dovute dal display Retina. È chiaro che l’iPad di fine 2012 si posizioni su una scala di valori migliore, ma l’iPad mini si comporta egregiamente in tutti i campi e, rispetto il precedente iPad, trovo che viaggi anche meglio, specie con i giochi.

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Il profilo dell’iPad mini presenta una finitura molto simile a quella dell’iPhone 5 per cui il display risulta incassato nella cornice. La smussatura non è pronunciata come sull’iPad da 9,7″ e questo lo rende più agevole da maneggiare dal momento che non si avverte lo spigolo che preme sul palmo della mano. Per tutte le altre caratteristiche si comporta egregiamente con batteria che dura per giorni, Wi-Fi molto veloce (802.11b/g/n), iSight Camera da 5 megapixel con sensore retro illuminato ed apertura f/2.4, video 1080p con stabilizzazione elettronica e FaceTime HD per video chiamate FaceTime a 720p.

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In basso si nota il nuovo connettore Lightning, estremamente pratico ma ancora poco diffuso in quanto ad accessori, e gli speaker stereo che offrono un’ascolto decisamente migliore rispetto quello degli altri iPad, specie sui bassi finalmente più pronunciati e godibili. Sul lato vi è lo switch per la modalità silenziosa – utilizzabile alternativamente come blocco rotazione – ed il controllo volume realizzato con due tasti distinti, soluzione forse più efficace rispetto il classico bilanciere. A livello cromatico l’iPad mini è più simile all’iPhone 5 che a tutti gli altri iPad, per cui la variante nera ha il retro interamente in alluminio color ardesia: molto bello ed apparentemente non troppo delicato. Nella settimana di prova è stato utilizzato senza troppa cura da molte mani senza che si evidenziasse alcun difetto.

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A livello ergonomico è decisamente di un’altra categoria rispetto qualsiasi altro tablet. Piccolo e leggero al punto da poter essere tenuto senza difficoltà anche con una mano e con un display di dimensione molto più godibile rispetto i classici 7″. L’impressione è che si riesca a fare tutto quello che si fa con il fratello maggiore ma con una portabilità incredibilmente migliore. Anche la tastiera è più comoda ed in modalità verticale è davvero un piacere da usare.

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Per il momento l’offerta Apple sembra piuttosto bilanciata in campo tablet e quello che potrebbe maggiormente soffrire per l’iPad mini è l’iPod touch. L’ultima generazione ha un prezzo base di 329€, equivalente a quello del piccolo iPad, seppure con 32GB di memoria. Per quanto siano due prodotti differenti l’uguaglianza di prezzo li rende naturali concorrenti e se un iPod touch non ha senso per chi ha già un iPhone, l’iPad mini ce l’ha eccome. Entrambi non possono telefonare ma il mini sarà disponibile anche con modulo dati (da fine novembre), avendo un’ulteriore freccia al proprio arco.

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La linea iPod non naviga in acque sicure già da qualche tempo, segnando risultati sempre più negativi ogni quadrimestre, per cui questa parziale sovrapposizione con l’iPad mini non appare affatto casuale: ad Apple serviva un nuovo dispositivo leggero ed economico che potesse rappresentare ciò che è stato l’iPod touch nei primi anni di vita di iPhone. Oggi che la piattaforma è più matura, le app sempre più complete e l’iTunes Store non vive solo di musica, l’iPad mini diventa il perfetto dispositivo di elezione per il mondo iOS.

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voto 4,5Per quanto riguarda il confronto con l’iPad tradizionale e la scelta del taglio di memoria, preferisco non pronunciarmi in modo assoluto. Personalmente trovo che lo schermo da 9,7″ sia più adatto in casa, magari anche solo Wi-Fi, mentre chi è spesso in movimento non avrà che vantaggi nella scelta del 7,9″, specie nella variamente Wi-Fi + Cellular attesa per fine novembre. Probabilmente il prossimo iPad prenderà il meglio dal nuovo fratellino e sarà finalmente più leggero e con una cornice più contenuta. Fino ad allora la piacevolezza d’uso dell’iPad mini costituirà il nuovo punto di riferimento per i tablet. Lo sconsiglierei solo a chi è particolarmente sensibile alla questione pixel, invitandolo però ad usarlo dal vivo per qualche minuto dalla normale distanza di lavoro.

[per chi fosse interessato agli sfondi usati per l’iPad, li trovate a questo indirizzo]

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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