Canon Powershot N, fotografia passeggera o icona dei tempi

La prima ruota era rotonda, proprio come lo sono quelle dei giorni nostri. È la forma che coincide con la funzione – anzi “è” la funzione – e non un vezzo estetico. Anche le fotocamere nascono e si evolvono per lo più allo stesso modo e le differenze tra le TLR, SLR, Rangefinder erano evidenziate dall’aspetto, connotazione più che evidente delle proprie specifiche tecniche. L’evoluzione più contemporanea, dopo l’avvento del digitale, mischia le carte in tavola perché basta un obiettivo, un sensore ed schermo per scattare e rivedere foto e video. Il mirino ottico non serve più, così come tutte le parti meccaniche legate al rullino, tutto è gestito dai bit. Ma le fotocamere hanno quella forma, la hanno sempre avuta e non c’è motivo di cambiarla forse. Fa parte del suo fascino, direbbero alcuni, ed è per questo che la produzione moderna è caratterizzata da una forte ventata retrò.  Tutti, nessuno escluso, accennano più o meno un ritorno al passato, nelle linee e nei materiali. In parte è una questione di moda ma crediamo che sia piuttosto una questione di identità. Sopratutto quanto la forma non è più strettamente necessaria, la scelta di uno stile diventa significativa.

A noi piace pensare al fotografo vecchio stile, pur essendo affascinati dalla tecnologia moderna. Come ogni moderatore che si rispetti, apprezziamo il fascino del passato, il bello del presente e le meraviglie del futuro, con la speranza di riuscire ad accogliere più apertamente ciò che i preconcetti potrebbero far tralasciare.

Canon è parte integrante della storia fotografica da 75 anni e in alcuni frangenti si è dimostrata particolarmente conservativa. È arrivata piuttosto in ritardo con la mirrorless, ad esempio, perché indecisa sulla strada da percorrere o semplicemente troppo impegnata nel presente delle DSLR. A lei dobbiamo però il prodotto certamente più bizzarro di questo primo giorno del CES 2013.

La Powershot N (enne come new, nuova) potrebbe sembrare solo una tradizionale compatta più stretta, cosa certamente vera, ma di base sottintende un modo diverso di vivere la fotografia. Non c’è un’impugnatura perché non si impugna, non in quel modo tradizionale, e non ci sono tasti, perché non si clicca. I due perni laterali, per nulla celati, sottolineano la volontà della camera di essere portata al collo e lo schermo si solleva per guardare il mondo da una prospettiva diversa.

PowerShotN-6

È uno strano abominio per chi pensa alla macchina fotografica e s’immagina una Leica ma nel presente non è poi così insolita. Ci sono ingredienti che già conosciamo, sono solo miscelati in modo leggermente diverso. E il form factor richiama alcuni dei successi di oggi, quasi quadrata come le foto di Instagram. Dentro c’è un classico sensore da 1/2,3″ con 12 megapixel e la voglia di scattare in ogni condizione di luce, visto che gli ISO raggiungono i 6400 ISO. C’è anche la stabilizzazione d’immagine IS ma è sul sensore e non sulla lente. Lo zoom equivale ad un 28-224 mm (f/3-5,9), ampio e gestibile in ogni situazione. Nulla di eclatante insomma ed anche lo schermo è solo 2,8″ con 461,000 punti, tutto fuorché una novità. C’è anche il flash ma non è il classico lampeggiatore bensì un piccolo LED che fa piuttosto pensare agli smartphone. Un mostro ibrido che include pezzi di ogni mondo che ha avvicinato ed abbracciato la fotografia e non possono dunque mancare il Wi-Fi e gli effetti creativi, parte integrante dell’esperienza di scatto. È piccola comunque, per questo anche lo schermo non eccelle per le dimensioni, ma è un po’ spessa (poco meno di 3cm).

Per quanto le parole siano dure, abominio e mostro non hanno qui nessuna accezione negativa, sottolineano soltanto ciò che è evidente, ovvero le caratteristiche che rendono il prodotto molto diverso rispetto ciò che viene regolarmente considerato nella norma. E di mostri nel campo fotografico ne abbiamo visti molti, nel 2010 le avevamo chiamate fotocamere transgeniche tra proiettori, doppi schermi e sensori intercambiabili. Eppure questa Powershot N sembra avere un pizzico di quella diversità motivata che ci piace. Il prezzo di $299,99 la posiziona però troppo in alto per poter anche solo pensare di diventare un’icona dei tempi.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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