Nel lontano 2010… ok, solo un paio di anni fa, presentavo ai nostri utenti Instagram, definendola come “app per condividere le immagini e palestra per i fotografi“. Non era ancora scoppiata la vera e propria mania dei mesi successivi e non era ancora stata mangiata, a caro prezzo, da Facebook. Un affezionato utente diceva che “con quest’app si torna alla fotografia come momento immortalato” ed anche il mio entusiasmo per il progetto era elevato, ma avevamo visto solo un lato di Instagram, quello più etereo ed artistico in cui ogni scatto nasconde uno sguardo originale del mondo che ci circonda, come un granello della nostra essenza. Il fatto di non poter utilizzare lo zoom, di comporre nel formato quadrato come ricordo delle mitiche Polaroid e di applicarvi quegli effetti deteriorativi, immediata consacrazione storica del momento contemporaneo, rappresentano alcuni degli elementi che hanno consentito di prendere le distanze dalle fobie moderne di risoluzione, dettaglio, profondità di campo e lunghezza focale, per concentrarsi solo ed esclusivamente sull’immagine. Era un’idea, insomma, qualcosa di originale e comunicativo, non certo destinato ad opere d’arte ma comunque ad una forma di espressione.

Non so dirvi se aprendo un account di Instagram oggi, magari collegandolo a quello Facebook, si noteranno ancora le caratteristiche che un tempo abbiamo amato o se queste siano rimaste schiacciate dalla vocazione social del network, ma a quanto pare l’utilizzo della piattaforma è calato drasticamente negli ultimi mesi. C’è anche la possibilità, o il rischio se vogliamo, che in futuro si possa utilizzare completamente da web o da computer.

Per ora però le opzioni disponibili fuori dal client ufficiale per smartphone sono limitate, ma applicazioni come la recentissima Instalicious (1,79€) offrono un’esperienza d’uso quasi completa se si esclude l’upload di foto, funzionalità bloccata da Instagram per i client di terze parti (a prescindere dalla piattaforma).

instalicious

Questa eventualità sembrava potesse snaturare completamente il senso originario di Instagram. In effetti all’inizio si potevano solo vedere le immagini caricate avendo il link, ma già oggi già si commenta ed è sempre più frequente che gli utenti inviino fotografie fatte con le reflex o composizioni con testi sovrapposti. A questo punto, ormai che il network ha oggettivamente cambiato direzione ed è parte integrante di Facebook, l’impossibilità di inviare immagini direttamente dal computer appare come una limitazione forzata e del tutto inutile. L’ultimo tentativo di aggrapparsi ad un passato che non c’è più.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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