USB 3.0 sfida Thunderbolt a 10Gbit/s: passato e futuro delle connettività

Il bisogno di soddisfare un’utenza professionale, particolarmente esigente, unito all’altera fierezza di chi non deve uniformarsi alla massa, ha portato Apple a battere percorsi diversi in molti ambiti, tra cui, la connettività. Inizialmente era la FireWire ad essere considerata lo standard per i Mac. Antagonista di alto rango della più modesta USB e sviluppata dalla stessa Apple Computer, non andò mai oltre lo standard da 800Mbit/s nell’adozione reale, seppure da tempo vi fossero già le specifiche per la variante a 3200 Mbit/s. La USB aveva già vinto la battaglia per la connessione più diffusa, seppure Apple non abbia mai lasciato intendere di ambire a quel posto.

Già dalle prime presentazioni della tecnologia di Intel nota con il nome in codice Light Peak, fu chiaro che il futuro prevedeva altre possibilità in termini di efficienza. Lo standard si basava sulla costosa fibra ottica che rischiava di renderlo economicamente improponibile per molti anni a venire. Dalla collaborazione di Intel con Apple che era alla ricerca di una valida sostituta per la FireWire, nacque Thunderbolt, una variante povera di Light Peak basata su tradizionali fili di rame. La banda si ridusse a 10Gbit/s rimanendo comunque superiore alle altre connessioni per questa e per le caratteristiche tecniche, tra cui collegamento in cascata (daisy chain), lunghezza possibile dei cavi, alimentazione, ecc…

thunderbolt

Un po’ come accadde per la FireWire, la Thunderbolt fu rapidamente apprezzata dai professionisti ma solo da questi. Dopo alcuni anni dalla sua adozione le periferiche continuano ad essere piuttosto limitate per numero e variabilità, mantenendo costi davvero elevati. Che non si voglia creare uno standard diffuso non c’è dubbio, al momento sembra vi sia tutto l’interesse di mantenerne l’adozione entro un ristretto orticello di produttori e prodotti. Ci sembra impossibile pensare ad un futuro con dispositivi Thunderbolt nei cestoni d’offerta dei centri commerciali e sembra che questa eventualità non rientri affatto nei piani di Apple. Intel potrebbe però avere altre intenzioni, questo primo periodo è servito per rodare la tecnologia ma a Santa Clara non sono noti per ricercare le nicchie di mercato quanto semmai a conquistarlo interamente. In effetti le specifiche di Haswell, futuro step dei propri chipset, potrebbero perfino prevedere il supporto nativo per Thunderbolt. Questa singola mossa porterebbe tutta la produzione di computer futura ad avere la nuova porta di default e ne cambierebbe drasticamente il futuro.

Nel frattempo l’USB 3.0 Promoter Group non intende rimanere con le mani in mano ed al CES 2013 presenta la futura evoluzione del proprio standard. Si chiamerà allo stesso modo ed uguali saranno anche i connettori ma le nuove specifiche permetteranno il raggiungimento dei 10 Gbit/s, pareggiando i conti con Thunderbolt.   Il 2013 vedrà già le prime adozioni e nel 2014 potrebbero già essere uno standard di fatto. Dopotutto la rapidità e linearità di passaggio da USB 2.0 a 3.0 ha già dimostrato che ciò è possibile, sia per i produttori che per i consumatori. Le specifiche della connessione realizzata da Intel ed Apple continueranno ad offrire maggiori garanzie per i professionisti, nonché funzionalità più evolute, come il già citato daisy chain. Eppure il futuro di questa brillante tecnologia potrebbe assomigliare troppo a quanto già visto con la FireWire: una bellissima rosa mai del tutto sbocciata.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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