Domani risultati fiscali del Q2-2013 Apple: c’è chi prevede un crollo verticale

Domani, 23 aprile, è prevista la Conference Call nella quale Apple renderà noti i risultati finanziari del Q2-2013, ovvero quelli relativi alle vendite del primo trimestre dell’anno. Questo è tradizionalmente uno dei periodi peggiori, sopratutto perché arriva a seguito dell’esplosivo trimestre natalizio.

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Non ci siamo mai interessati troppo da vicino del titolo AAPL, sia perché temiamo che le vicende legate alla borsa possano essere scarsamente interessanti per i nostri utenti, sia perché dal primo post di SaggiaMente (settembre 2009) fino agli ultimi mesi del 2012, il valore delle azioni si è mosso in un range di ampia prevedibilità, crescendo, almeno in apparenza, in modo coerente con la diffusione del brand e dei suoi prodotti (fonte Yahoo! Finanza).

2009-2012

Il momento del lancio dell’iPhone 5 è avvenuto in concomitanza con la vetta più alta mai toccata dal titolo AAPL, oppure, guardando il bicchiere mezzo vuoto, ha segnato l’inizio della progressiva perdita di valore delle azioni. Le  vendite di iPhone nel precedente trimestre sono state comunque buone, in netta crescita anno su anno e solo lievemente al di sotto di quanto Apple stessa si aspettasse: sono stati 47.8 milioni gli iPhone venduti durante il periodo natalizio contro i 52 previsti. Con questi numeri e con la sempre elevata soddisfazione degli utenti è difficile considerarla un’azienda in crisi, ma cosa pensereste guardando l’andamento delle azioni senza sapere a chi queste si riferiscano?

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Il motivo di questa continua perdita di valore non è certamente imputabile all’iPhone 5 e l’interesse dei media verso Apple non è mai realmente diminuito, tuttavia il momento magico sembra passato. Un’aria simile si respirava verso la fine del 2009, quando l’iPhone 3GS aveva quasi 16 mesi di vita e da oltre due anni lo smartphone Apple non subiva variazioni estetiche (se non per la colorazione bianca che non era presente nel 3G del 2008). Di lì a poco fu però presentato l’iPad (gennaio 2010) e questo ebbe un impatto di tale importanza che catalizzò su di sé tutte le attenzioni fino all’arrivo dell’iPhone 4, sei mesi più avanti. Così come accaduto in occasione del primo iPhone, Apple ha saputo tirar fuori dal cilindro un altro prodotto in grado di rivoluzionare un mercato, assicurandosi vendite e profitti da capogiro nonché un lungo periodo senza nessuna concorrenza.

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Parlando di iPhone a Cupertino stanno continuando per la loro strada, con i classici ritmi di sempre. Non c’è una oggettiva flessione in questo senso, tant’è che volendo rispettare il ciclo delle due serie precedenti ci sarebbe da attendere ancora almeno 120gg prima di poter ammirare un iPhone 5S identico a quello attuale, con un semplice speedbump e qualche caratteristica hardware/software in più. Per la verità non è detto che non vada esattamente in questo modo ed Apple risulterebbe perfettamente in linea con sé stessa, ma non con il mercato. Il problema è che nel frattempo tutti i produttori che erano in netta inferiorità hanno recuperato la maggior parte del gap. Per alcuni Apple è stata già superata per altri assolutamente no, ma non è questo il punto. Il mercato degli smartphone è esploso per numeri ed interesse ed i quasi 30 mesi di attesa tra una major release e l’altra (ovvero 3G -> 4 / 4 -> 5) non sembrano più sufficienti per mantenersi leader agli occhi degli utenti e degli esperti di settore. Per questo motivo alcuni analisti suggeriscono che Apple dovrebbe evitare un aggiornamento “S” nel 2013 per passare direttamente ad un modello completamente nuovo.

Tuttavia la storia ci dice che a Cupertino preferiscono sostenere il proprio ecosistema non infittendo gli aggiornamenti bensì creando nuovi prodotti. Aggiungere un tassello in un’offerta integrata significa accrescere il valore di ogni dispositivo che la compone, e se si tratta anche di un prodotto innovativo allora si ottiene la magia commerciale già vista con iPhone ed iPad. Questo percorso coinciderebbe con i vari rumor su iTV o iWatch, nuovi prodotti che potrebbero dare linfa vitale ad Apple (sempre che vengano apprezzati), ma anche con l’aggiunta di un secondo smartphone leggermente più economico nella propria line up, come dicevamo parlando dell’iPhone low cost. Inutile dire che potrebbero essere tutte bufale, così come potremmo aver già visto il prodotto reale senza avergli dato credito, un po’ come accadde con i primi mockup di iPhone 4 ed iPhone 5. Insomma, tutto è possibile e si finisce facilmente per parlare del sesso degli angeli, ma sembra piuttosto evidente che qualcosa bolle in pentola.

Nel frattempo c’è chi scommette al ribasso per l’imminente trimestre fiscale Apple, con numeri che potrebbero essere seriamente preoccupanti e non solo per il valore delle azioni. BGR ha scovato una serie di precedenti storici per Motorola e Nokia, aziende che hanno subito un calo compreso tra il 31% ed il 38%, anno su anno, proprio prima del tracollo. Pensate che il WSJ è arrivata ad ipotizzare per gli smartphone di Cupertino un impressionante -43%, cifra che rappresenterebbe un primato di caduta verticale con pesanti conseguenze. Eppure alcune attività commerciali recenti, come la netta riduzione di prezzo degli iPhone in Brasile (-25%) ed i cashback in India, sembrerebbero stati ideati proprio per gonfiare le vendite senza far perdere valore al prodotto. Domani ne sapremo di più e in ogni caso questi risultati fiscali appaiono tra i più importanti degli ultimi quattro anni per Apple, perché potranno segnare positivamente o negativamente il futuro dell’azienda.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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