Nel sistema corpo macchina-obiettivo quest’ultimo ha l’importantissimo compito di convogliare la luce nel sensore e il privilegio di far parte del corredo fotografico per molti anni, anche decenni. Per questo la scelta di una lente appropriata è un momento cruciale per il fotografo appassionato o professionista che pretende il meglio dalla propria attrezzatura. Però c’è sempre quella situazione iniziale di indecisione, specie per il fotografo inesperto che non sa a cosa dare priorità. Focale, apertura, qualità costruttiva, prezzo… finché non si iniziano a provare un po’ di obiettivi e si fa esperienza, è difficile scegliere. Una soluzione pratica sono senza dubbio gli zoom ma anche per questi vi sono molte caratteristiche da considerare.

Oggi voglio parlare degli obiettivi grandangolari per i sistemi APS-C di Canon e Nikon (DX), iniziando da quelli commercializzati da terze parti e che spesso si trovano anche con innesti per corpi di altri produttori, come Pentax o Sony. Nel primo gruppo ho esaminato:

Di seguito i test di DxOMark su APS-C, giusto per avere una base di valutazione. Vedrete quelli per Nikon ma passandoci sopra con il mouse appariranno gli stessi risultati su corpo Canon.

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Una prima analisi porta subito in vantaggio il Tokina 116 (11-16mm f/2.8) ed effettivamente è quello che personalmente consiglio, ma procediamo per ordine. Per comprendere meglio gli indicatori di cui sopra è utile la lettura di questo articolo, la maggiore risoluzione rilevata sulle lenti per Canon è da ricondurre al numero di Mpix del sensore della 7D rispetto alla D7000 (18 Vs. 16). Il Tokina si presenta come il più dettagliato e anche la prova sul campo (l’ho utilizzato per due anni e provato gli altri) conferma il test, per un grandangolare la definizione è un aspetto cruciale perché sono le lenti meno performanti in tal senso. L’ampio angolo di campo coperto mette a dura prova le performance ottiche che sono decisamente superiori con focali fisse rispetto agli zoom. Anche per questa ragione il Tokina 116 si trova in vantaggio, l’escursione focale limitata è un benefico per le prestazioni ma rappresenta un punto debole per la versatilità.

Per chi si avvicina alla fotografia utilizzando un sistema di lenti intercambiabili il grandangolo è forse la lente più particolare perchè, è proprio il caso di dirlo, allarga gli orizzonti fotografici. Una focale di 10-12mm su APS-C è un’ottima base di partenza ma bisogna prestare attenzione al diverso fattore di crop Canon. Mentre Nikon utilizza il formato APS-C standard per il suo DX, Canon ha sensori leggermente più piccoli (maggiori dettagli) e ciò comporta un moltiplicatore leggermente diverso, 1,5x per Nikon (Sony, Pentax, ecc..) e 1,6x per Canon. Di norma uno o due millimetri di lunghezza focale neppure si notano, ma se si tratta di grandangoli le variazioni sull’angolo di campo diventano più evidenti. Il Tokina 116 rende più o meno come un 16,5-24mm su APS-C Nikon mentre su Canon diventa 17,6-25,6mm.

Una cosa molto importante da tenere in considerazione è che la sigla DG riportata sul Sigma 12-24 significa che è un obiettivo adatto anche al Full Frame, mentre DC identifica quelli solo per APS-C (scopri il significato delle sigle degli obiettivi). Questo può essere un enorme vantaggio per chi ha intenzione di passare ad un corpo a pieno formato o ne ha già uno nel proprio corredo. Inoltre la focale 12-24 può non essere entusiasmante su APS-C ma è davvero estrema sul sensore 35mm, equiparando quella del fratello minore Sigma 8-16 DC (che vedremo a breve). Questi due obiettivi sono anche gli unici tra quelli analizzati a non poter montare i classici filtri a vite per via della lente frontale sferica. I filtri possono essere davvero importanti a seconda del campo di attività e quelli a lastra con adattatori hanno costì più elevati. Per maggiori dettagli in questo senso consiglio la lettura dell’articolo capire e scegliere i filtri per la paesaggistica.

Tra i pro dei due Tokina rientra ovviamente il diaframma costante. Grazie all’apertura di 2.8 su tutta l’escursione focale, il 116 è sicuramente il vincitore in questa sezione, buono anche per fotografia astronomica a campo largo (ad esempio per la via lattea). In altre situazioni tipicamente paesaggistiche la chiusura pesante del diaframma, scelta per aumentare la profondità di campo e prolungare i tempi, ne annulla in parte i benefici. Per quanto riguarda la distorsione, la vignettatura e le aberrazioni cromatiche, una lettura della tabella è quai sempre sufficiente, anche considerando la facile rimozione in post produzione. Ora introduciamo altri due obiettivi plurimarche, più uno specifico per Nikon ed uno per Canon (passate sempre con il mouse sulle immagini per alternarle):

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In questo secondo confronto Sigma migliora sensibilmente la sua posizione, grazie a due obiettivi veramente interessanti. L’8-16 porta l’angolo di campo a 120° senza introdurre distorsioni da fisheye e con una qualità generale buona, mentre il 10-20 sembra essere un ottimo compromesso tra qualità, diaframma fisso ed escursione focale. Gli obiettivi Canon e Nikon sono oggettivamente buoni ma il secondo si attesta ad un prezzo street di circa 800€ mentre il primo intorno ai 700€, prezzi che chi li posizionano tra i più costosi nella nostra comparativa. Questa differenza di prezzo non è esattamente giustificata da un reale e considerevole miglioramento delle prestazioni, pertanto i due Sigma ed il Tokina 116 sembrano poter soddisfare le esigenze grandangolari della maggior parte degli appassionati dotati di corpi APS-C. Per quanto riguarda i prezzi, il Tokina è vicino ai 600€, come il Sigma 10-20 mentre l’ 8-16 si trova a circa 650€, non riporto valori esatti perché spesso variano anche a seconda dell’attacco prescelto oltre che del mercato/rivenditore.

Tirando le conclusioni il Tokina 12-24 f/4, per ora lasciato in disparte, è un obiettivo interessante che però non spicca per caratteristiche/qualità e non mi sentirei di consigliare ad un neofita, specie su Canon. I 12mm, per quanto sufficienti nella maggior parte dei casi potrebbero essere una limitazione in alcune situazioni e per un fotografo ancora inesperto che vuole sperimentare. La focale equivalente (19.2mm) potrebbe risultare lunga considerando i molti scatti che si possono fare a 14-16mm (equivalenti), ma ovviamente il discorso non si applica per un fotografo che sa dalla propria esperienza di non amare quelle focali (ma deve prima averle provate).

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Se ci si sente disorientati mi sento di consigliare il Sigma 10-20 f/3.5, che potremmo considerare come il vincitore di questo confronto. Ha un buona escursione focale, un diaframma fisso f/3.5 (che in termini di Tstop si discosta dal Tokina 116 f/2.8 di solo 0.4 stop) e una buona qualità ottica. Nonostante in partenza avevo indicato il Tokina 116 f/2.8 ritengo che questo sia consigliabile per chi ha già le idee chiare sul tipo di fotografia che intende fare, cioè che non considera l’escursione focale troppo limitante. Importante segnalare che del Tokina 116 esiste una versione II più costosa, presentata a fine 2012, che oltre ad un leggero miglioramento nel trattamento antiriflesso include il motore di messa a fuoco. Questo è fondamentale per i corpi Nikon DX di fascia medio-bassa, come D3200 e D5200 (e precedenti) che non avendo motore AF integrato costringerebbero ad usare la messa a fuoco manuale.

Ultimo appunto sul Nikkor 12-24 f/4 che non ho messo a confronto perché il suo prezzo è molto elevato (1.000€) ma la qualità ottica, seppure ottima, non è poi così superiore ai migliori di questa selezione.

Alessio Andreani

Special Editor - Sono nato a Loreto, nelle Marche. La fotografia occupa gran parte del mio tempo, sia per lavoro che per passione, due aspetti che a volte coincidono. Vivo a Milano. Pagina Facebook

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