Dopo un breve periodo di pausa, ritornano le indiscrezioni sul fantomatico iWatch realizzato a Cupertino. Come si legge su MacRumors, questa volta è il blog giapponese Macotakara a ridestare l’interesse dei media sull’ipotetico smartwatch con la mela. Secondo l’autore Apple avrebbe richiesto i primi esemplari di display OLED da 1,5″ a RITEK, una sussidiaria della RiTdisplay.

Prodotti del genere esistono da diverso tempo ma non hanno mai riscosso molto successo. Il Pebble, realizzato con display e-ink, si sta creando una piccola nicchia, ma non sembra il tipo di progetto a cui Apple potrebbe essere interessata. Secondo il suo business model degli ultimi anni, l’obiettivo è la creazione di prodotti che possano raggiungere vendite di milioni e milioni di esemplari e gli smartwatch non hanno certo questo mercato. Tuttavia dal n.ro 1 di Infinite Loop ci hanno sorpreso più di una volta, riscrivendo i connotati di categorie di prodotto già esistenti e creandone delle nuove. Per questo, seppure io ritenga improbabile un iWatch, non mi sentirei affatto di escluderlo ed ecco il nostro mockup, realizzato dall’amico designer Dario Crisafulli (@belial90) che trovate anche su deviantART.

straps

Abbiamo immaginato un prodotto dalla linea più “morbida” rispetto il precedente iPod nano, con un form factor molto simile a quello delle icone per le app di iOS. Qualcosa che ricorda anche il logo della WWDC 2013, che seguiremo in diretta con un #saggiolive insieme agli amici di EasyPodcast. Ma non è solo questione di estetica, un prodotto del genere dovrebbe essere veramente utile per poter sperare di ottenere i favori degli utenti, sopratutto in questo periodo in cui tutti sembrano aspettare un passo falso di Apple.

Per il momento io provo ad indossare il mio iWatch “virtuale” e devo dire che non mi spiace affatto.

iWatch

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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