E se Apple decidesse di produrre i processori Ax in proprio?

I rumors sulla catena produttiva dei System-on-Chip Ax di Apple non accennano ad arrestarsi. Se da qualche settimana si dà praticamente per fatto il passaggio a TSMC stando a dichiarazioni degli stessi dirigenti del produttore taiwanese, oggi su SemiAccurate è apparso un potenziale “game changer”: l’acquisizione da parte dell’azienda di Cupertino di una fabbrica di SoC.

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Il problema, purtroppo, è che SemiAccurate richiede la sottoscrizione di un abbonamento: il più accessibile, quello Student (aperto comunque a tutti, dato che non vengono poste condizioni particolari), richiede di pagare 100 $ sull’unghia, per un anno di articoli quando poi l’interesse è su uno in particolare. L’unico modo per capire qualcosa dall'”assaggio gratis” è tramite i tag, come ha fatto Macrumors: nessuna delle principali operatrici nel settore, da Intel a TSMC, avrebbe soddisfatto Apple al punto di permetterle di tagliare completamente i ponti con le ottime capacità produttive e contrattuali di Samsung. Ecco che l’etichetta relativa a un chipmaker minore, UMC, United Microelectronics Corporation, anch’esso di Taiwan, apre a un’altra ipotesi. A One Infinite Loop potrebbero aver acquisito uno dei suoi impianti o direttamente l’intera azienda in modo da potersi almeno parzialmente mettere in proprio, consci che la totalità è un traguardo che nemmeno la rivale-partner coreana può raggiungere, costretta il più delle volte a rivolgersi altrove per far fronte alla domanda. In tal senso, potrebbe rientrare il supposto accordo siglato con TSMC.

Avrebbe dei benefici un’operazione del genere? Probabilmente sì: Apple potrebbe ottenere contratti meno onerosi coi fornitori, forte di una mezza indipendenza. Non avrebbe di che spartire la produzione coi rivali, anzi, potrebbe tecnicamente decidere di offrire essa stessa le sue capacità a chi ne facesse richiesta. A livello di immagine, poi, dimostrerebbe in modo ancor più netto nella grande sfida con Samsung di sapersela cavare anche senza la sua partnership. Dall’altro lato, però, diventare chipmaker ha i suoi costi di gestione delle fabbriche e della manodopera, che sono preoccupazioni relative quando si è coperti da un contratto accuratamente negoziato. E più si vuole ridurre l’uso di fornitori terzi, più questi costi aumentano, con la necessità di tenere alti i ritmi di vendita dei prodotti per non rischiare un business in perdita per troppo tempo. Ancor più di tutto, però, va ricordato come tante altre volte che si tratta solo di un rumor. SemiAccurate ha con Apple un rapporto successi/insuccessi alquanto in equilibrio, con predizioni ben riuscite e “cantonate” risonanti ad alternarsi, e un’indiscrezione del genere è ad alto rischio di rientrare nella seconda categoria. L’invito solito è perciò di prendere tutto con estrema cautela, anche perché per sapere se il tutto ha delle fondamenta potrebbe scorrere molta acqua sotto i ponti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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