Si era parlato di ottobre, ma ha richiesto un po’ di tempo in più per sistemare tutti i bug. Alla fine, però, Google ha mantenuto la promessa fatta da Sundar Pichai alla conferenza D11 di fine maggio: Play Music è realtà anche su iOS. Quasi tutte le funzionalità già incluse nella controparte in Android sono presenti, a cominciare dallo streaming All Access, da noi conosciuto come Unlimited.

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In maniera simile a Spotify, con 9,99 € al mese è possibile riprodurre in maniera illimitata qualsiasi canzone o album a piacere, con la possibilità di creare e ascoltare stazioni radio/playlist basate su un genere o un artista. Non manca naturalmente la possibilità del salvataggio dei brani sul dispositivo per l’ascolto offline, sempre e solo all’interno di Play Music. Se non si desidera All Access, preferendo piuttosto usufruire della propria libreria musicale, inclusa quella di iTunes, è possibile caricarla sul servizio di Mountain View attraverso il Music Manager per un massimo di 20.000 canzoni; in questo caso non vi sono costi mensili e l’intera raccolta caricata sarà accessibile da qualsiasi device associato al proprio account Google Play Music e scaricabile per goderla anche senza connessione dati a disposizione.

Abbiamo detto ad inizio articolo che sono presenti quasi tutte le funzionalità già viste nella versione per Android. Cosa manca? Essenzialmente, la possibilità di acquistare singoli brani o album e di sottoscrivere abbonamenti Unlimited all’interno dell’applicazione stessa. Il nocciolo della questione, come riportato da The Verge, risiede nel 30% che Apple richiede allo sviluppatore sugli acquisti in-app effettuati dagli utenti, il che avrebbe significato per Google condividere con la sua più diretta concorrente una consistente fetta di guadagno. Gli acquisti potranno comunque essere effettuati sulla versione web di Play Music per poi proseguire la fruizione sull’app, perciò si tratta solo di un piccolo step in più. Per tutti i nuovi utenti del servizio Unlimited è inoltre offerto un mese gratuito di prova.

Dopo Hangouts e il passaggio di Quickoffice al gratuito, con Play Music l’ecosistema Google su iOS diventa sempre più completo e vicino a farlo diventare non ufficialmente il suo secondo sistema operativo se si considera quante apps sono in grado di svolgere gli stessi compiti di quelle integrate da Apple. Il prossimo passo sarà Play Movies, recentemente arrivato in Italia su Android? Chissà. L’azienda di Larry Page e Eric Schmidt non si porrà limiti, questo è certo.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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