Apple acquisisce Topsy.com per 200 milioni di dollari

Continuano le acquisizioni per Apple: dopo Matcha.tv,  è ora il turno di Topsy, una società partner di Twitter che analizza i flussi di informazioni ed opinioni contenuti negli oltre 500 milioni di tweet generati ogni giorno.

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Topsy, per esempio, basandosi solamente sui “cinguettii” degli utenti, ha aiutato gli studios Hollywoodiani a predire la richiesta al box office di alcuni tra i più importanti film recentemente usciti nelle sale; oppure, attraverso la sua piattaforma di ricerca, le agenzie governative americane monitorano zone dove un incidente si sia appena verificato e, in caso di emergenza, inviano soccorsi dove ce ne sia più bisogno.

Tutto questo avviene grazie al sofisticato algoritmo del motore di ricerca di Topsy che, utilizzando esclusivamente punti di riferimento fisici o eventi locali presenti nei tweet degli utenti, può individuare il paese di origine di questi nel 95% dei casi e la città di provenienza nel 25% di essi.

L’acquisto da parte di Apple di Topsy riflette il crescente interesse delle aziende nei così chiamati “social data”, vere e proprie miniere di news e nuove tendenze degli utenti.

Mentre non è ancora chiaro perché Apple abbia speso 200 milioni di dollari per questa start-up, un possibile scenario potrebbe essere quello di usare le informazioni provenienti da Topsy per informare (e reindirizzare nell’iTunes store) i suoi utenti su artisti e brani emergenti o di tendenza, prima ancora che diventino vere e proprie “hit”.

Apple, inoltre, potrebbe utilizzare Topsy per monitorare le impressioni degli utenti circa un suo nuovo prodotto o “rumor” su di un possibile nuovo device.

Alcuni, addirittura, scommettono sul ritorno di Ping (il servizio musicale sociale che era stato incluso in iTunes e che è stato chiuso lo scorso anno), ma difficilmente questo giustificherebbe un investimento da 200 milioni di dollari, soprattutto visto lo scarsissimo interesse che il social network made in Cupertino ha riscosso negli anni passati.

In tutti i modi, Apple ci ha ormai abituati a questo tipo di acquisizioni apparentemente inspiegabili, o quantomeno non direttamente connesse al suo “core business”, ma che poi, nel corso degli anni, si sono rivelate fondamentali per arricchire e completare quell’offerta di servizi della quale, oggi, milioni di utenti difficilmente potrebbero fare a meno.

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