Secondo appuntamento della rubrica dedicata al 2013 di Apple; anche stavolta parliamo di hardware, spostandoci però dagli iDevices ai Mac. Per quanto ormai da alcuni anni debbano condividere il palcoscenico coi più gettonati iPhone e iPad, i computer di Cupertino non sono stati abbandonati e riescono anzi a tenere piuttosto bene se consideriamo sia la contrazione generale del mercato PC sia la strettamente correlata ascesa dei tablet col “fuoco amico” all’interno. Essendosi l’azienda mossa perlopiù in una chiave evolutiva che di vero cambiamento, non ci dilungheremo eccessivamente in questo post. In fondo, è anche giornata di cose ben più importanti da festeggiare. C’è però un protagonista assoluto, in questo anno di Mac. E ne parleremo ora.

Desktop

New-Mac-Pro

Potremmo definire Apple un’intelligente pigrona, che non vuole sempre applicarsi, ma quando lo fa l’impegno ce lo mette. Il Mac Pro del 2013 è frutto di una lunga attesa, che ha sfiancato persino i più incalliti sostenitori del prodotto. Più volte dichiarato vicino al rinnovo, più volte dichiarato vicino alla morte. E l’addio al mercato europeo di marzo non contribuì certo a migliorare le cose. Al WWDC 2013, finalmente, le cose vennero messe in chiaro: il Mac Pro non era morto, si era solo concesso una lunga vacanza, se così potremmo definirla. Una vacanza durata in totale oltre 3 anni, contando dall’ultima revisione hardware vera e propria di agosto 2010 (quella del 2012 è meglio dimenticarla, una piena figuraccia mediatica, al punto che Apple dovette rimuovere il bollino virtuale “Nuovo” dallo Store poco dopo l’introduzione). Al suo ritorno, ufficializzato da Phil Schiller per la tarda parte dell’anno, l’avremmo ritrovato più piccolo, più cilindrico e soprattutto nero, con nuova sostanza all’interno.

Un cambiamento che come al solito divide, tra chi lo adora, chi preferiva invece lo stile del vecchio Pro e chi più o meno malignamente lo paragona a cestini per rifiuti, posacenere e perfino porta-scopini per il bagno. Ma era necessario accadesse, rientra nell’evoluzione naturale di tutte le cose. C’è un inizio e c’è una fine. Quell’inizio stilistico, che possiamo farlo coincidere col Power Mac G5 del 2003 che introdusse il case in alluminio, ha raggiunto una decade dopo la sua fine. Anche sul piano prestazionale è valsa la pena, vista la presenza di CPU Xeon di ultima generazione e la doppia GPU AMD FirePro sin dal modello base. Non più Radeon o nVidia GeForce come in passato, schede che non erano esplicitamente pensate per utilizzi professionali (le opzioni aftermarket con nVidia Quadro non mancavano, comunque). La vera sorpresa, però, è arrivata nel constatare l’importante livello di espandibilità interna, col processore posto su socket e liberamente sostituibile. Un’ottima notizia per chi temeva anche sul “gran capo” dei Mac l’arrivo della stretta alla personalizzazione futura già vista sugli altri modelli.

Con le prime recensioni positive e la maggioranza delle consegne a febbraio 2014 causa alta domanda, almeno per i prossimi 8-9 mesi il Mac Pro dovrebbe essere a posto, il tempo di far mettere a punto le prossime generazioni di Xeon e FirePro. La speranza di tutti, ovviamente, è che Apple non lasci più il prodotto a vivacchiare per anni nell’attesa di un upgrade. Discorso di cui l’iMac non risente, che passa ad Haswell e si mantiene nel corso stilistico introdotto nel 2012, con la rimozione del SuperDrive e lo spessore complessivo diminuito. Rimane un solido prodotto, purtroppo scarsamente espandibile in ottica futura e che porta l’utente a dover scegliere con molta attenzione in fase d’acquisto onde ritrovarsi una macchina sottopotenziata per le proprie necessità nel giro di poco tempo. Quanto auspichiamo qui è soprattutto relativo al decollo di Fusion Drive, una soluzione che non raggiunge le prestazioni date dall’uso di soli SSD ma al tempo stesso rappresenta un buon compromesso soprattutto per gli utenti meno smaliziati, dando all’iMac una marcia in più rispetto al solo hard disk meccanico e non sacrificando lo spazio disponibile. Non dovrebbe essere solo un’opzione, ma un prodotto di default. Chissà che le economie di scala nel 2014 non favoriscano finalmente una scelta in merito da parte di Apple. Per Haswell Refresh o Broadwell, ci sarà tempo per parlarne, la palla passa a Intel per chiarire la situazione.

Un modello rimane triste e solitario, privo di aggiornamenti: il Mac mini. Quale futuro lo attende? Riceverà nei prossimi mesi i dovuti ritocchi o salterà del tutto il turno per ripresentarsi solo con le prossime generazioni di CPU in campo? Per quanto non sempre stimato quanto si dovrebbe, il mini rimane un punto importante nella gamma desktop, grazie soprattutto al fatto di essere una buona porta di accesso al mondo Macintosh. Economica un po’ meno; in questo caso speriamo che a Cupertino decidano di mordere il freno sul progressivo aumento dei prezzi del prodotto a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Se è successo per gli altri Mac, in fondo un po’ di ottimismo lo si può avere.

Portatili

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La gamma portatili di Apple procede con aggiornamenti tutto sommato di routine, anche perché i design, in particolare quello del MacBook Pro Retina, sono ancora freschi. Con prezzi felicemente ribassati e la presenza di un solo modello non-Retina (con componenti rimasti al 2012) a testimonianza della vecchia generazione che fu, la linea di prodotti gode di vendite solide e prestazioni altrettanto degne di nota, grazie alle migliorie energetiche di Haswell e Mavericks che hanno conferito valori di autonomia davvero alti, soprattutto ai MacBook Air.

Il 2014 sembra però essere l’anno del dilemma: due linee che continueranno separate, o il punto d’incontro dovrà prima o poi essere raggiunto? Ne abbiamo già parlato in un articolo/riflessione di dicembre, sostenendo come sia necessario decidere a One Infinite Loop se procedere in qualche modo a distanziare nuovamente Air e Pro oppure fonderli definitivamente in una linea unica. Ci sono le possibilità per entrambe le scelte, naturalmente. Ma un altro fattore importante potrebbe influire: e se i rumors riguardo un iPad maxi da 11 o 12″ si riveleranno veri? A livello di prezzi, andrebbe in diretta competizione interna coi MacBook Air di quella fascia e rischierebbe di essere una brutta situazione da gestire, anche a livello tecnico in quanto l’ecosistema iOS non offre ancora per vari settori la stessa versatilità di quello tradizionale. Potremmo eventualmente assistere a una soluzione Transformer da parte di Apple? Non molto probabile, ma nemmeno da escludere in toto. Ma qui andremmo nelle fanta-predizioni che sin dall’inizio avevamo promesso di evitare.

Chiudiamo qui la seconda puntata dedicata al 2013 di Apple. Appuntamento a domani, in cui parleremo di software e servizi: come si è mosso il team capitanato da Cook in questi ambiti, e in che modo potrebbe proseguire? Nel frattempo, auguriamo a tutti i lettori Buon Anno Nuovo!

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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