Recensione: Olympus PEN E-P5, qualità professionale dietro ogni singola vite

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Nel mondo delle mirrorless Olympus si è saputa ritagliare uno spazio importante con la ricerca della qualità fotografica unita al recupero delle tradizioni. La serie PEN ha milioni di fan in tutto il mondo ed ogni modello è un pezzo importante, ben distinto dagli altri e sapientemente collocato nell’offerta della storica casa giapponese, fondata nel lontano 1919. La scelta del formato Micro Quattro Terzi si è rilevata vincente nel mercato delle mirrorless e i notevoli passi avanti nel campo dei sensori hanno consentito di ottenere dei livelli di qualità inizialmente impensabili. È un sottile gioco di equilibri tra dimensioni e resa che sembra essere stato vinto sia da Olympus che Panasonic, due dei brand più gettonati quando si parla di senza specchio. Un tempo vi era un grosso gap nella resa ad alti ISO rispetto a sensori più grandi, oggi la differenza si è assottigliata tantissimo. Oltretutto ormai si riescono ad ottenere file usabilissimi a 1600 ISO anche con le Micro Quattro Terzi e questo è un limite che difficilmente superiamo anche con le fotocamere che raggiungono i 25.600 ISO, cosa che anche la E-P5 fa. Buoni sensori, corpi compatti ma ben costruiti ed un parco di obiettivi zoom e fissi tra i migliori in assoluto, sia per quantità che per qualità. In una borsa dove terremmo solo una reflex APS-C con un paio di obiettivi ci sta un intero corredo in formato Micro Quattro Terzi, e si acquistano fissi molto luminosi ed incisivi spesso con cifre inferiori rispetto agli equivalenti per altri sistemi. Insomma, è un mondo in evoluzione ma che ha già raggiunto un ottimo livello di maturità e la Olympus E-P5 è la quarta PEN della serie più prestigiosa, nonché anche la più avanzata, bella e completa finora realizzata.

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Caratteristiche di base

Il sensore è lo stesso che ha fatto furore nella OM-D E-M5 (recensione), un CMOS da 16MP con sensibilità equivalenti a 100-25.600 ISO. Olympus lo sta riutilizzando in tutta la gamma con piccoli ritocchi, compresa la recente E-M1, perché è senza dubbio il migliore Micro Quattro Terzi che si sia mai visto e prima di ottenere un altro salto generazionale dovrà passare un bel po’ di tempo. La E-P5 è destinata agli amatori evoluti e lo si nota dalla cura costruttiva ma anche in alcuni dettagli come l’otturatore con velocità fino a 1/8000 o lo scatto a raffica da 9fps. Non mancano alcune novità come il collegamento Wi-Fi o il focus peaking ma le caratteristiche di base sono quelle che ci aspetterebbe da Olympus, compreso il sistema di stabilizzazione sul sensore a 5 assi, qui rinnovato per riconoscere automaticamente il panning e correggere di conseguenza solo le oscillazioni nel movimento. Il display è orientabile e touch-screen e sulla porta accessori si può installare il mirino VF-4, disponibile anche in un kit avanzato che comprende quello e l’obiettivo 17 f/1.8 nero (qui recensito).

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Corpo ed ergonomia

La Olympus E-P5 è la PEN con il look vintage più accentuato che sia stata realizzata e lo si nota in modo particolare nella versione grigia e nera. Ricorda una rangefinder ma la sua anima non potrebbe essere più moderna e digitale. La costruzione è senza dubbio il fiore all’occhiello della fotocamera, la quale è assemblata in modo esemplare con viti solo sul fondello. È tutta in metallo ed è bella pesante con i suoi 420 grammi senza obiettivo. È un piacere da tenere in mano ma sarò sincero, l’ergonomia non è il suo forte. Con quel peso, una impugnatura appena accennata ed un corpo non proprio piccolo (122 x 69 x 37 mm) l’impugnatura non è poi troppo comoda e la seconda mano è quasi sempre necessaria.

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Display (e mirino)

Il display è un’unità da 3″ con oltre un milione di punti, giustamente risoluto e nitido da risultare leggibile e comodo. Possiede funzionalità touch-screen, non proprio evoluta come nelle Panasonic, dove si può usare anche nei menu, ma comunque molto pratica per sfruttare il punta e scatta, mettendo a fuoco nel punto dove poggiamo il dito. Il display è a filo con la scocca, con meno di un millimetro di sporgenza, ma può essere inclinato verso l’alto e verso il basso per semplificare le inquadrature con mani estese sopra la tesa o dal basso.

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Grazie allo snodo del display si riesce a sopperire abbastanza bene all’assenza del mirino integrato ma per chi lo ritenesse comunque necessario è disponibile il mirino opzionale VF-4, disponibile anche nel bundle più costoso previsto per questa fotocamera. Questo modulo non è una novità per Olympus, che lo ha anche adoperato per modelli precedenti, ed è sicuramente tra i migliori disponibili in commercio. È ampio, luminoso, con correzione delle diottrie, tasto integrato per l’attivazione e sensore di prossimità.

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Una volta montato è piuttosto ingombrante ma è anche semplice da trasportare in tasca, così da poterlo collegare solo in caso di necessità. È certamente tra i migliori in assoluto con 2,36 milioni di punti, ingrandimento dello 0,74x ed una qualità di riproduzione eccellente anche in termini di frequenza di refresh, sempre molto rapido e fluido nel funzionamento. Tra le sue peculiarità c’è anche la possibilità di inclinazione dal momento che può essere sollevato a torretta fino a 90° sopra la fotocamera.

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Impostazioni e controllo

In alto a destra si trova il selettore di accensione, uno switch fisico che consente di passare rapidamente da on ad off, con un tempo di reazione davvero minimo. Poco più avanti si trova il tasto Fn, al quale l’utente potrà assegnare la funzione che preferisce scegliendo tra le molte disponibili nel menu di personalizzazione della fotocamera. Il pulsante di scatto a doppia corsa è in posizione avanzata, giustamente distanziato per risultare comodo da usare con il polpastrello. Più in evidenza rispetto il resto è la ghiera dei modi di scatto, la quale comprende i metodi P, A, S, M, filmato, scene, effetti artistici, intelligent auto ed una nuova modalità che consente di creare delle vignette in tempo reale (ovviamente in JPG). A sinistra si trova il flash a popup, mentre al centro vi è la porta accessori, con un copri-slitta rimovibile, e i due microfoni per la registrazione dell’audio stereo nei filmati.

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Caratteristica degna di nota è la presenza di due ghiere dei parametri: una frontale, sotto il pulsante di scatto, ed una posteriore in direzione del pollice. Sia le ghiere che i pulsanti hanno dei movimenti molto precisi, davvero un piacere da utilizzare. Novità di questa fotocamera è il selettore posteriore intorno al pulsante rosso di registrazione video, il quale consente di utilizzare le due ghiere o per tempo/apertura (nel modo 1) oppure per ISO/bilanciamento del bianco (nel modo 2). Bisogna un po’ prenderci la mano con questo sistema 2×2 e utilizzarlo non è sempre comodissimo perché si deve controllare il modo attivo per sapere che parametro si modificherà con l’utilizzo delle ghiere, ma in alcuni casi risulta comodo. I quattro fattori più importanti da impostare nelle nostre fotografie risultano così sempre ad un clic di distanza, ma è anche vero che se lo spostiamo nel modo 2 per modificare ISO o bilanciamento del bianco, ci dobbiamo ricordare di rimetterlo su 1 per poter modificare nuovamente tempo ed apertura. In definitiva è un metodo apprezzabile ma che non mi sentirei di considerare come il migliore.

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Va comunque dato atto ad Olympus di non aver vincolato l’utente con questa scelta, perché si può sempre usare il quick menu per il resto delle impostazioni, il quale si attiva semplicemente con la pressione del tasto ok al centro del pad direzionale. E se si vuole lasciare il selettore sempre sul modo 1 c’è anche una ulteriore possibilità per chi ama avere accesso diretto a queste due funzionalità, perché se ne può associare una al tasto Fn e l’altra a quello con la lente di ingrandimento, che di norma esegue uno zoom per controllare la messa a fuoco ma può essere liberamente personalizzabile dal menu di impostazioni avanzate. Questa è la scelta fatta da me, che ho messo il bilanciamento del bianco sul tasto Fn e la sensibilità al posto dello zoom.

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Ampie sono le possibilità di personalizzazione ma il menu principale può risultare un po’ ostico nei primi periodi. Molto pratico è il pad direzionale, il quale contiene un accesso diretto per compensazione esposizione, flash, modo di avanzamento e selezione del punto di messa a fuoco (che si può scegliere su una griglia a schermo). Info non fa altro che alternare le informazioni visibili sul display, che comprendono anche l’istogramma della luminosità ed una livella a due assi, mentre menu è ovviamente l’accesso per il menu principale. Poco più in basso si trovano i tasti per la modalità di riproduzione ed il cestino.

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AF – messa a fuoco

Un settore dove Olympus primeggia è senza dubbio quello della messa a fuoco. La E-P5 è davvero istantanea in tutte le occasioni, pur utilizzando il metodo per contrasto. Oltretutto possiede una luce ausiliare che consente di illuminare con gli infrarossi i soggetti in penombra, riuscendo a mettere a fuoco senza problemi anche senza luce. Le modalità disponibili sono: AF singolo, AF continuo, Manual Focus, AF singolo + MF ed AF tracking. Per quanto concerne l’area di messa a fuoco la sua selezione si attiva con la freccia a sinistra del pad direzionale e con le ghiere possiamo anche attivare/disattivare il rilevamento automatico dei volti o passare da area singola a multi. Una nota di merito va senza dubbio espressa per il tracking, perché l’inseguimento dei soggetti risulta davvero molto efficace, tranquillamente paragonabile a quello delle migliori reflex ed utilizza tutto il fotogramma grazie al metodo per contrasto. Altrettanto valido è l’AF continuo nel video, un po’ pigro ma piuttosto efficace, non paragonabile a quello di una videocamera ma comunque sopra lo standard per le fotocamere.

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Metering / Bilanciamento del bianco

La valutazione esposimetrica ha più parametri di quanti mi aspettassi di vedere, perché oltre alla multipla ESP, alla ponderata al centro e spot, abbiamo a disposizione anche alte luci spot e ombra spot, che servono a far capire alla fotocamera se il punto di messa a fuoco (spot, appunto) rappresenta un’area chiara o scura del fotogramma. Sono modalità piuttosto specifiche ma che adoperate nel giusto contesto fanno ottenere risultati molto precisi. In tutti i casi va segnalato l’ottimo comportamento della modalità di base (ESP), la quale consente di mantenere quasi tutte le informazioni anche nelle scene ad alto contrasto. Senza una particolare preferenza per le luci o per le ombre e con la buona gamma dinamica del sensore, si riescono ad avere tutte le informazioni già nello scatto originale e, volendo, in post produzione si può recuperare molto di più. Di seguito l’effetto del recupero viene enfatizzato oltre misura per scopi esplicativi (passare con il mouse sopra l’immagine per vedere come cambia con -100 sulle luci e +100 sulle ombre in Lightroom).

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Metodo drive

Come già anticipato, la Olympus PEN E-P5 possiede una raffica molto veloce di 9fps. Buono anche il buffer che in JPG consente di catturare 27 fotogrammi e dopo la saturazione prosegue con un ritmo ancora elevato di 6fps. In RAW sono 17 gli scatti che servono a saturare il buffer e in uscita si continua a 3fps. Con la modalità RAW+JPG 14 fotografie riempiono il buffer e il ritmo di uscita è di 2,5fps. Presente anche la modalità sequenziale con tracking dei soggetti che si attesta su 5fps. Oltre alle modalità di scatto a raffica vi sono anche le modalità autoscatto da 12 sec, 2 sec o autoscatto continuo per un numero di scatti preconfigurabile.

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Flash

Il flash integrato nella Olympus PEN E-P5 si sblocca tramite un pulsante meccanico sul retro e si solleva con un meccanismo piuttosto robusto rispetto altre soluzioni analoghe. La sincronizzazione del flash arriva fino a 1/320 e vi sono sia la compensazione che tutte le modalità occhi rossi, riempimento, sincronizzazione lenta (prima o seconda tendita) o manuale (1/1 – 1/64). Ha una portata di 7 metri a 100 ISO, per cui è da considerarsi come un elemento di servizio, ma risulta particolarmente duttile grazie alle sue molteplici funzionalità e supporta il controllo wireless di lampeggiatori esterni.

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Qualità d’immagine

Tra le Micro Quattro Terzi Olympus continua a mantenere il primato, sia per la gamma dinamica che per la resa ad alti ISO. Siamo molto vicini ai risultati di una mirrorless APS-C come la recente NEX-5T e questo la dice lunga sull’efficienza di questi sensori. Ormai il gap è davvero minimo e la E-P5 supera le rivali in casa Panasonic e riesce anche ad oltrepassare la migliore APS-C Canon, ovvero la 70D (recensione), che si ferma a 68 punti.

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La resa dei colori è molto realistica e a differenza di altre fotocamere qui non troviamo i classici profili immagine, ma delle perfette simulazioni di storiche pellicole Olympus. Le foto sono vibranti, ricche di dettagli e offrono elevata qualità anche ad alte sensibilità. Di seguito un crop al 100% di una fotografia catturata a 2000 ISO e sviluppata direttamente dal RAW in Adobe Lightroom, la quale evidenzia perfettamente l’ottima tenuta del colore e dei dettagli anche con sensibilità così elevate.

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Per un’analisi più approfondita abbiamo realizzato il nostro classico test in studio, con luce artificiale. Abbiamo scattato in formato RAW+JPG così da potervi offrire un confronto della resa con entrambi i formati. I JPG sono alla massima qualità e i RAW sviluppati con Adobe Lightroom azzerando anche la riduzione del rumore cromatico di default. Questo massimizza la presenza del rumore ma consente di avere un’idea più precisa della perdita di dettaglio con l’aumento della sensibilità.

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CROP 100% Sensibilità ISO
JPG 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
RAW 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600

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Download File Sensibilità ISO
JPG 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
RAW 100 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600

Come si può facilmente notare, anche i file a 1600 ISO sono perfettamente usabili. Sia quelli in JPG, dove la quantità di informazioni presente è ancora molto elevata e senza rumore, sia in RAW, dove la grana non danneggia ancora la pulizia complessiva dell’immagine e la presenza di dettagli. Salendo con le sensibilità la resa è ancora di ottimo livello, anzi, considerando la dimensione del sensore Micro Quattro Terzi è davvero superlativa. Si possono ottenere immagini stampabili nel formato naturale anche a 3200 ISO, sia in JPG che con i RAW opportunamente lavorati. Salendo ancora stupisce il mantenimento della profondità colore, al punto che anche le fotografie in JPG a 25600 ISO si presentano ottimamente per la diffusione sul web (cliccare sull’immagine per scaricare il file completo).

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Batteria / Memoria / Collegamenti

La batteria si inserisce in basso, in uno sportellino che comprende anche il vano per la SD/SDHC/SDXC. L’autonomia è nella media con oltre 300 scatti a disposizione per ogni ricarica i quali aumentano disattivando la stabilizzazione sul sensore. Per quanto riguarda i collegamenti esterni, oltre la porta accessori superiore, abbiamo uno sportellino sulla destra che nasconde la porta USB, utilizzabile sia per il computer che per lo scatto remoto, e la porta micro HDMI per la riproduzione sulla TV (non funziona in modalità di cattura).

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Video / Wi-Fi

La registrazione dei video è sempre stata un aspetto sotto tono nelle Olympus e questa E-P5 non fa differenza. Abbiamo la modalità FullHD a 30fps in formato H.264 ed anche il focus peaking per l’assistenza alla messa a fuoco, ma il bitrate è piuttosto basso e spesso nei video si vedono artefatti che ne evidenziano la bassa qualità. Diciamo che va più che bene per registrazioni amatoriali ma non è comparabile con quanto offerto dalla rivali in casa Panasonic. Il focus peaking rallenta un po’ la riproduzione, non è fluido come quello presente nelle NEX o nella GX7 (recensione), non c’è un ingresso standard per il microfono (ma c’è il modulo opzionale per la porta accessori) e la stabilizzazione si comporta particolarmente bene ma può introdurre fastidiose distorsioni prospettiche, dovute allo spostamento del sensore rispetto l’obiettivo.

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Il funzionamento del modulo Wi-Fi è piuttosto semplice e si configura attraverso l’app gratuita OI.Share. Per il setup è previsto un processo semplificato che consente di fotografare un QRCode che appare sulla fotocamera, il quale aggiunge un profilo che memorizza automaticamente la password della rete wireless. A questo punto ci si dovrà collegare al Wi-Fi della fotocamera e si potrà iniziare ad usarla in remoto. Le possibilità non sono molte e comprendono il geotag delle fotografie, l’importazione e la modifica delle stesse sullo smartphone e il telecomando per lo scatto remoto. Purtroppo non c’è la possibilità di personalizzare i parametri di scatto, per cui si lavorerà in automatico con la sola possibilità di effettuare un tap-to-focus. Apprezzabile la velocità di riproduzione remota che avviene praticamente in tempo reale, con un lag davvero minimo.

voto 4,5Conclusioni

La Olympus PEN E-P5 è senza dubbio una regina tra le mirrorless. I punti a suo favore sono moltissimi, mentre i lati negativi sono più difficili da trovare. Essenzialmente non è la soluzione da scegliere se ci interessa particolarmente il comparto video e può essere limitativa per chi preferisce avere un mirino integrato, ma superati questi due aspetti offre una qualità fotografica di tutto rispetto ed un corpo solido costruito con una cura ineccepibile. È anche ricchissima di funzionalità evolute, piena di tasti e ghiere e il menu offre ampia possibilità di personalizzazione. Le caratteristiche sono indubbiamente da prosumer, per questo è dedicata agli amatori più evoluti o ai professionisti in cerca di un corpo da viaggio completo e con una variegata scelta di obiettivi di elevata qualità. Se solo Olympus si fosse decisa a concentrare maggiormente le sue attenzioni verso il comparto video avrebbe potuto ottenere le nostre cinque stelle. Il prezzo per il solo corpo con garanzia italiana è di 899€ mentre per il kit che include anche l’ottimo obiettivo 17mm f/1.8 e il mirino opzionale VF-4 sono richiesti 1449€.

PRO
+ Qualità fotografica eccellente, anche ad alti ISO
+ Bella e costruita con estrema cura e qualità
+ Robusta e dal fascino vintage
+ Ricca di controlli fisici e di personalizzazioni
+ Modulo Wi-Fi semplice da utilizzare
+ Focus Peaking
+ Raffica veloce da 9fps
+ Ottimo AF, preciso e rapidissimo
+ Luce ausiliaria per la messa a fuoco
+ Sincronizzazione flash 1/320
+ Controllo wireless di flash esterni
+ Tempo di scatto massimo 1/8000
+ Eccellente stabilizzazione a 5 assi sul sensore (valida per tutti gli obiettivi)
+ Valutazione esposimetrica sempre molto efficace
+ Schermo touchscreen inclinabile
+ Livella a due assi visibile su schermo
+ Ottimo mirino opzionale, ampio e di eccellente qualità

CONTRO
- Registrazione video di bassa qualità
- Ergonomia migliorabile

DA CONSIDERARE
| Il mirino è opzionale
| La modalità 2×2 non è il massimo della praticità (ma è opzionale)
| Menu vasto e in alcuni punti poco intuitivo
| Poco controllo il modalità Wi-Fi

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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