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Quando si parla di Micro Quattro Terzi ci si riferisce ad un mondo molto vasto. Le entry-level di piccola dimensione possono essere considerate come sostitute delle compatte o comunque delle fotocamere adatte alla mobilità, ma nello stesso segmento troviamo anche delle prosumer come la Panasonic GH3 o la Olympus OM-D E-M1 che erodono il mercato delle reflex. In questo vastissimo parco di fotocamere l’unica cosa che non cambia è il sensore, mentre i corpi offrono differenti dimensioni, formati e qualità per soddisfare ogni tipologia di utenti. La GM1 è la più recente delle Panasonic Micro Quattro Terzi e fa della dimensione il suo maggior punto di forza.

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Caratteristiche di base

Grazie ad un’incredibile opera di miniaturizzazione, gli ingegneri della storica casa giapponese sono riusciti ad inserire in un corpo da compatta la maggior parte delle peculiarità della GX7. In parte il merito è del nuovo otturatore, il quale non solo è molto più piccolo ma arriva ad essere anche uno degli elementi più interessanti se si considera che offre una velocità di ben 1/16000. La risoluzione è di 16MP, la gamma delle sensibilità raggiunge i 25.600 ISO e seppure sia molto piccola non è stata sacrificata la qualità con un corpo ricco di metallo. Manca la porta accessori per flash esterni e i collegamenti sono ridotti all’osso per limitare le dimensioni, ma il sensore è un buon Micro Quattro Terzi di ultima generazione e le funzioni sono moltissime. Per limitare l’ingombro complessivo è stato anche progettato un nuovo obiettivo collassabile, un 12-32mm che offre focali equivalenti al 24-64mm, coprendo da un buon grandangolo fino ad un medio tele. A differenza del primo pancake realizzato da Panasonic questo non è motorizzato (Power Zoom) ma offre un controllo diretto delle focali con una ghiera sul barilotto e richiede lo sblocco manuale con una iniziale rotazione.

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Corpo ed ergonomia

Credetemi quando vi dico che a guardarla si fatica ad immaginare che possa contenere un sensore Micro Quattro Terzi. Il confronto con altre fotocamere dello stesso segmento è abbastanza indicativo e sembra di avere a che fare con una vera compatta. Certo l’obiettivo sporge per poco più di 2cm anche da chiuso, ma si riesce a tenerla nei tasconi di una giacca o in una borsa non troppo voluminosa. Panasonic non ha però mirato solo alla riduzione delle dimensioni ma si è impegnata per creare un corpo assimilabile ad un piccolo gioiello. Lo si nota per lo stile ma anche e soprattutto per la qualità, essendo costruita molto bene e con largo uso di metallo. Con la batteria e l’obiettivo del kit pesa solo 273 grammi, per cui è davvero facile da impugnare anche con una sola mano pur non avendo delle sporgenze nella parte frontale (ma c’è un accessorio opzionale).

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Display

Lo schermo posteriore ha una dimensione di 3″ ed una risoluzione di oltre 1 milione di punti. Non avendo un mirino ed essendo il display fisso, sono potenzialmente limitate le possibilità di inquadratura da angolazioni insolite, ma vista la sua manegevolezza si riesce comunque ad ottenere una buona flessibilità. Si riesce cioè a distaccare dal corpo allungando le braccia utilizzando una sola mano e lo schermo rimane abbastanza leggibile. Possiede un controllo molto avanzato dell’aspetto, grazie ai parametri personalizzabili di tonalità, luminosità e saturazione, ed ha sia un modo automatico che manuale per la regolazione della luminosità. È mediamente visibile in ogni circostanza ma soffre, come prevedibile, con forte luce diretta.

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Impostazioni e controllo

Per fortuna il corpo compatto non ha comportato un particolare sacrificio nel controllo dei parametri base.  Nella parte superiore si nota la piccola ghiera dei modi di scatto che ha un azionamento molto preciso ed include i metodi P, A, S, M, due personalizzabili dall’utente, le scene, gli effetti, l’intelligent auto ed un modo dedicato al video. Poco più a sinistra si trova il pulsante di scatto a doppia corsa, al cui esterno è inserito l’anello di accensione. Ancora più a lato si trova un interessante ghiera a tre posizioni che consente di impostare rapidamente il modo AF su singolo, continuo o manuale e al cui interno si trova un pulsante personalizzabile Fn1.

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Sul retro vi è un minimo di impugnatura per il pollice, al cui esterno destro si trova il pulsante di registrazione video. Questo va premuto con l’uso del polpastrello ed è ben incassato in modo da non essere azionato erroneamente. Poco più in basso si trova il pulsante play, che consente di avere accesso alla modalità di riproduzione, e fa il paio con il cestino posto in basso per la cancellazione delle fotografie mal riuscite. Il tasto al centro del pad attiva il menu principale, il quale può essere controllato sia con le frecce che con l’uso delle dita e racchiude una vasta gamma di impostazioni suddivise in categorie piuttosto chiare e semplici da impostare.

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Il cuore di tutto è senza dubbio il pad direzionale. Questo include una ghiera per i parametri che può essere usata per i tempi oppure, premendo la freccia in alto, per i diaframmi. Grazie a questo semplice stratagemma è possibile adoperare la GM1 in manuale in modo piuttosto semplice e nei metodi automatici o a priorità lo stesso metodo è utilizzabile per determinare la compensazione di esposizione. Il pad direzionale contiene dunque una scorciatoia in alto per la compensazione, una a destra per il bilanciamento del bianco, in basso per il metodo di avanzamento e a sinistra per il punto di messa a fuoco. Ci troviamo così con i principali parametri sotto mano a cui manca esclusivamente la sensibilità. Questa può essere configurata sul pulsante Fn1, il quale di base attiva il Wi-Fi ma che può essere invece inserito nei 5 pulsanti personalizzabili a schermo insieme ad altre funzionalità preferite dall’utente. Le possibilità di personalizzazione non sono poi molte ma c’è quello che basta per un controllo rapido ed efficiente. Il tasto del cestino in modalità di cattura attiva il quick menu, il quale consente di modificare a video tutti i parametri di scatto al completo, nonché l’AF, metering, ISO, picture style, bilanciamento del bianco e qualità di registrazione. Il pulsante Disp alterna le informazioni visibili sullo schermo, sia in modalità di cattura che di riproduzione, ed è possibile avere l’istogramma della luminosità a video.

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Metering / Bilanciamento del bianco

La misurazione esposimetrica può essere impostata su multi, centro pesato e spot. Le modalità sono modificabili facilmente dal quick menu ma solitamente la multi è in grado di risolvere adeguatamente le scene. Il comportamento è quello tipico delle Panasonic, con leggera tendenza a sotto esporre per preservare le luci, e mediamente offre un buon compromesso per tutte le inquadrature.

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Nei casi in cui vi sia forte contrasto tra aree buie ed illuminate, può succedere che il punto di messa a fuoco influenzi l’esposimetro fino a bruciare leggermente le luci, ma la gamma dinamica è sufficiente a consentire un facile recupero in post-produzione (passare con il mouse sull’immagine per vedere l’effetto).

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AF: Messa a  fuoco

Panasonic ha da sempre dimostrato ottime capacità nell’autofocus per contrasto e questo rimane il metodo utilizzato anche nella mirrorless GM1. Le sue prestazioni sono davvero ottime in ogni circostanza e possiede anche una luce ausiliaria che gli consente di mettere a fuoco praticamente al buio. La rapidità è già molto buona con l’obiettivo del kit e migliora con alcune lenti fisse di alta qualità, solo alcuni obiettivi con il pancake da 20mm continuano ad essere un po’ lenti a causa della loro costruzione. È presente il face detection, un metodo di tracking che si comporta dignitosamente, lo spot, la modalità precisa che lavora su una manciata di pixel e quella automatica su 23 aree divise su tutto lo schermo.

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Grazie alla ghiera fisica si passa rapidamente da AF-S ad AF-C ed al Manual Focus, mentre dal menu si può attivare l’AF continuo per la modalità video. La sua resa è più che soddisfacente per una fotocamera, veloce ed abbastanza preciso sul soggetto, con l’unica nota negativa nel saltuario fuori fuoco. Ciò è normale utilizzando il metodo per contrasto, che non può sapere a priori la distanza del soggetto, ma l’effetto finale è comunque gradevole per un uso amatoriale e, volendo, si può sempre passare al fuoco manuale per maggior controllo. In quest’ultimo caso l’obiettivo del kit non è però d’aiuto, in quanto possiede solo la ghiera fisica dello zoom ed è quindi utilizzabile in modo efficace solo con altri obiettivi.

Metodo drive

Una delle caratteristiche più interessanti della GM1 è che il suo otturatore di nuova concezione consente di effettuare scatti fino alla velocità di 1/16000. Di giorno, in piena luce, si potranno facilmente riuscire a sfruttare le massime aperture degli obiettivi ottenendo fotografie dall’aspetto più professionale se non si necessità di molta profondità di campo. La velocità nello scatto continuo più rapido (modo H) è di circa 4,5fps con un buffer un po’ meno capiente rispetto la GX7 (recensione). Con il formato JPG si può scattare senza sosta mantenendo lo stesso ritmo, mentre in RAW dopo 9 fotogrammi la velocità si riduce a 2,5fps. In RAW+JPG il buffer si satura dopo 7 scatti e poi ci si attesta su circa 1fps in uscita.

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Sono disponibili anche dei metodi più lenti che mantengono il Live View attivo durante la cattura, denominati MODO M e MODO L, e poi un rapidissimo MODO SH, disponibile solo scattando in JPG, che consente di catturare 40 fotografie in un solo secondo.

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Flash

La Panasonic GM1 è una fotocamera davvero molto compatta ma non rinuncia ad un piccolo flash integrato. Non c’è una slitta per flash esterni e non è possibile comandare lampeggiatori wireless, ma il suo dovere essenziale lo fa. Ha una portata di 4 metri al minimo ISO e possiede la modalità anti occhi rossi, lenta e lenta con riduzione occhi rossi. Il tempo di sincronizzazione minimo è però di solo 1/50.

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Qualità d’immagine

Quando si parla di qualità fotografica la piccola GM1 mostra una diversa grandezza. È derivata direttamente dalla GX7 anche se il sensore non riesce a raggiungerla completamente, probabilmente per l’elettronica. Il punteggio di DxOMark è comunque molto valido per una Micro Quattro Terzi e conviene sempre tenere a mente che la migliore APS-C Canon, ovvero la 70D (recensione), non va molto più in là con un score di 68 punti, contro i 66 della GM1. La gamma dinamica è leggermente al di sotto delle ultime mirrorless Panasonic, ma sufficiente per la maggior parte degli utilizzi.

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Il suo punto debole, come era prevedibile, è nella resa ad alti ISO, dove il sensore più piccolo dell’APS-C fatica un po’ di più a mantenere le informazioni con sensibilità elevate. Tuttavia i risultati sono piuttosto soddisfacenti, e sia a 1600 che a 3200 ISO le immagini in JPG sono ancora largamente usabili.

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Di seguito il nostro classico test riepilogativo della resa ad alti ISO, dove vengono confrontati dei crop al 100% di una foto realizzata in studio, sia in JPG che in RAW con riduzione del rumore azzerata. Come prevedibile il JPG è più pulito ma tende ad impastare i dettagli più piccoli mano a mano che la sensibilità aumenta, mentre il file grezzo mantiene il più possibile i contenuti ma si deteriora maggiormente per la presenza di grana digitale, sia sulla luminanza che sul colore.

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Crop 100% Sensibilità
JPG 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600
RAW 200 400 800 1600 3200 6400 12800 25600

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I file JPG rimangono sempre piuttosto puliti ma dopo i 3200 ISO la perdita di informazioni diventa importante e con 12800 e 25600 ISO anche la profondità colore degenera notevolmente. I RAW subiscono un destino leggermente diverso perché la grana sottile inizia a vedersi già ad 800 ISO. I file a 1600 ISO sono ancora ricchi di dettaglio e facilmente ripulibili mentre i 3200 ISO sono un limite che non conviene raggiungere per le immagini destinate alla stampa. Le sensibilità superiori a 6400 ISO sono presenti e possono far ottenere comunque risultati sufficienti per il web ma la presenza di rumore cromatico è piuttosto invadente e richiede una post-produzione pesante con soppressione del rumore. Diciamo che per sensibilità superiori a 3200 ISO forse i JPG offrono qualcosa in più grazie ad un discreto sviluppo on-camera ma bisogna ammettere che i risultati offerti dalle recenti Micro Quattro Terzi di Olympus sono decisamente migliori, mediamente di circa 2/3 di stop con picchi di uno stop intero sulle più alte sensibilità (vedere la recensione della EP-5).

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Batteria / Memoria / Collegamenti

Con un corpo simile non ci si aspetta un’autonomia di chissà quale entità ed in effetti la GM1 non raggiunge i 250 scatti con una sola ricarica. Il risultato è comunque in linea con le più compatte mirrorless ed è solitamente sufficiente per una intera giornata di fotografie. In basso si trova il vano con gli alloggiamenti per batteria ed SD/SDHC/SDXC mentre uno sportellino laterale molto ben fatto nasconde i due collegamenti disponibili: micro HDMI e micro USB.

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Video / Wi-Fi

La Panasonic GM1 possiede il modulo Wi-Fi ma non quello NFC. Questo significa che anche i possessori di uno smartphone con NFC non potranno usufruire del collegamento semplificato visto nella G6 (recensione). Altra pesante limitazione è quella sul controllo, perché non sono disponibili in remoto tutti i parametri di scatto ma si può semplicemente visionare ciò che la fotocamera inquadra, e scattare. In pratica lo smartphone può essere utilizzato solo come preview remota in tempo reale, con il vantaggio aggiuntivo di poter avere la geolocalizzazione delle foto. In sostanza si tratta di un modulo non all’altezza degli standard Panasonic degli ultimi tempi.

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Per quanto riguarda il video la qualità è molto elevata ed è possibile avere sia l’anteprima dell’esposizione in tempo reale che controllare tutti i parametri in manuale, anche durante la registrazione dei filmati. È presente sia la codifica AVCHD che la più pratica MP4 con qualità che raggiunge il FullHD 50fps nella prima e 25fps nella seconda. Manca insomma l’MP4 50p ma la qualità è comunque molto elevata per una fotocamera in questo range di prezzo ed offre un buon bitrate ed un’ottimo livello di codifica. Ecco un breve esempio di filmato 1080p 25fps.

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voto 4Conclusioni

Dopo una lunga sequenza di mirrorless compatte della serie GF, Panasonic inaugura la GM con un modello incredibilmente compatto e ben costruito. Sotto il profilo estetico e dei materiali è quasi considerabile come una erede diretta della GX1 ed incorpora funzioni avanzate ed altre soluzioni più economiche. Non c’è la slitta per il flash, manca il controllo di unità wireless e il Wi-Fi è implementato in modo incompleto, tuttavia offre anche caratteristiche che stuzzicheranno i prosumer come un corpo in alluminio ben riuscito, otturatore da 1/16000, buona qualità d’immagine, video di buon livello e controlli manuali ben congegnati. È un ibrido interessante che ha la sua principale arma nelle dimensioni, ma bisogna anche sottolineare il buon lavoro sull’obiettivo del kit, probabilmente il migliore zoom standard economico per Micro Quattro Terzi visto finora e con una gamma di focali piuttosto intelligenti grazie ad un buon grandangolo di 24mm. Non c’è dubbio che il primo aspetto che stuzzica è l’aspetto, ma, considerato il prezzo, se si cerca un corpo particolarmente compatto dalle buone doti può essere un’alternativa particolarmente allettante. In Italia è disponibile in livrea completamente nera, argento e nero o argento arancio, la versione da noi ricevuta in prova. Il prezzo di listino è di 699€ e risulta essere mediamente corretto, forse un po’ elevato se confrontato con altri modelli più voluminosi ma la Panasonic GM1 offre un connubio unico di qualità e dimensioni.

PRO
+ Corpo di piccole dimensioni, leggero e ben assemblato
+ Costruita con ampio utilizzo di metallo
+ Estetica particolarmente gradevole
+ Buona qualità d’immagine
+ Wi-Fi integrato (vedere contro)
+ Buon livello di controllo dei parametri di scatto
+ Display touchscreen molto efficiente e ben utilizzato
+ Otturatore da 1/16000
+ Messa a fuoco efficiente e con illuminatore ausiliario
+ Buono e pratico l’obiettivo del kit
+ Funzionalità video di buon livello

CONTRO
- Wi-Fi senza funzionalità di controllo remoto
- Flash sottodimensionato (sincronizzazione minima da 1/50)
- Capacità della batteria migliorabile
- Gamma dinamica e resa ad alti ISO non all’altezza delle recenti Panasonic e Olympus
- Riduzione del rumore JPG troppo aggressiva
- Display poco visibile con forte luce diretta

DA CONSIDERARE
| Compatibilità con tutto il parco ottiche Micro Quattro Terzi

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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