Il 2013 di Apple, con uno sguardo al 2014 – Software e servizi

Passata in rassegna negli scorsi due giorni la sezione hardware di Apple, stasera andiamo a dare un’occhiata al suo software. Anche in questo caso è stato un 2013 molto importante, con veri e propri cambiamenti di rotta dal punto di vista commerciale, all’interno di un’ottica volta sempre più sia ad aumentare i profitti dalla vendita di dispositivi sia a costruire un ecosistema completo che regga l’urto contro l’inarrestabile crescita di quello firmato Google e i segnali incoraggianti che Microsoft sta ricevendo dal mercato. Se c’è però un cambiamento che ha portato tanta carne al fuoco, non è quello portato da OS X o dalle suite. Ed è dalla mossa più controversa dell’azienda di Cupertino che iniziamo questa terza ed ultima parte.

iOS

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Novembre 2012: Scott Forstall lascia (o viene invitato a lasciare, a seconda della versione che si preferisce) i suoi incarichi in Apple, che comprendevano anche lo sviluppo di iOS e più in generale dell’esperienza d’uso nei software Apple. Nel corso di oltre 5 anni, grazie anche al pieno appoggio di Steve Jobs finché fu in vita, l’apporto di Forstall aveva conferito al sistema operativo mobile degli iDevices un design duraturo e sottoposto perlopiù ad aggiornamenti incrementali, oltre che funzionali, basato sullo scheumorfismo, ovvero la tendenza a richiamare in un prodotto, in questo caso software, l’aspetto fisico di un altro (celebre esempio era l’effetto finta pelle da agenda assunto dall’app Calendario in OS X Lion e Mountain Lion così come in iOS su iPad fino alla 6). Sotto la gestione Cook, però, l’apparente idillio si è incrinato, anche a causa del carattere di Forstall ritenuto poco collaborativo nei confronti degli altri team e dirigenti nella società; l’insuccesso di nuove apps come quella delle mappe ha poi sancito la rottura finale. La palla passò a quel punto alla coppia Craig Federighi-Jonathan Ive, con quest’ultimo che estese al software le sue responsabilità fino ad allora rimaste perlopiù nel solo hardware.

Ed è così che si arriva a iOS 7, presentato sotto forma di Beta al WWDC 2013 di giugno e reso disponibile per tutti i dispositivi supportati lo scorso settembre. Un cambiamento radicale rispetto ai predecessori, via tutto ciò che era legato allo scheumorfismo, largo spazio a uno stile flat dalle tonalità chiare e corposamente animato (parallasse, effetti apertura/chiusura apps, ecc.). Come prevedibile, ha di fatto polarizzato l’utenza, tra chi ha accettato subito o nel corso del tempo lo “stil novo” e chi invece l’ha ripudiato continuando a farlo tuttora, preferendo iOS 6 o altri sistemi come Android. Al 29 dicembre 2013, però, i dati sembrano però premiare Ive, con un buon 78% di dispositivi aggiornati alla settima versione. Simile discorso vale per gli sviluppatori, che a parte qualche defezione stanno progressivamente adeguando le loro applicazioni alle novità grafiche e sottopelle (64-bit).

Nel corso dei primi mesi del 2014, toccherà a iOS 7.1 il primo lavoro di rifinitura, smussando le parti grezze che hanno bisogno degli interventi più rapidi. Quest’anno sarà poi importante per l’arrivo di “iOS in auto”, che trasformerà il sistema operativo di Cupertino in una dashboard per macchine, con navigazione GPS, riproduzione contenuti multimediali, funzionalità telefoniche e Siri, il tutto sugli schermi dei computer di bordo che verranno supportati. Anche in questo caso la 7.1 potrebbe fare da apripista, alcuni segnali rinvenuti nella Beta 2 fanno pensare a ciò. La vera prova di maturità dell’insieme è però prevista con iOS 8 nella seconda metà dell’anno, salvo cambiamenti di rotta. Particolare area di attenzione sarà quella cartografica, dove nel 2013 Apple ha finalizzato numerose acquisizioni.

OS X

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Per OS X è stato un 2013 misto, all’insegna di una sostanziale continuità tecnica e di un’importante svolta commerciale. Guardando prima al tecnico, Mavericks prosegue nel suo lavoro incrementale, aggiungendo funzionalità al sistema operativo, alcune degne di nota come quelle relative al Finder, al supporto multidisplay e alla gestione energetica, altre più piccole ma non per questo meno gradite. Anche in questo caso si è assistita alla quasi totale ritirata dello scheumorfismo Forstalliano, ormai confinato a Promemoria e Game Center stranamente lasciati inalterati. Il tutto è sicuramente valso il prezzo del biglietto, soprattutto se tale prezzo ammonta a zero. Per la prima volta dai tempi della 10.1, un aggiornamento major di OS X è stato reso disponibile gratuitamente; il tutto dopo svariati anni di calo graduale di prezzo, un ciclo inaugurato da Snow Leopard. La mossa ricalca quanto fatto già sul settore mobile con iOS, il tutto all’interno di una strategia che punta sull’hardware (iPhone, iPad, iPod, Mac) e sui servizi (App Store, iTunes, iBooks) come fonti di guadagno, applicata da tempo anche dalla grande rivale di Mountain View e più recentemente sposata da Microsoft.

Proseguirà questa tendenza verso i sistemi operativi free? Gli indicatori sembrano tutti positivi: piacciono al cliente che si sente considerato nel corso del tempo e trainano le vendite di dispositivi e contenuti aggiuntivi proprio come desiderato dalle aziende. Questo stesso contesto rende molto difficile pensare a un prossimo OS X a pagamento, considerato come l’utenza si abitua in fretta alla gratuità e la concorrenza è subito pronta ad approfittare dei passi falsi. Nel corso dei mesi l’attenzione si sposterà su Syrah, la versione 10.10, per la quale si prospetta un intervento più deciso sull’interfaccia grafica, volto ad avvicinarla stilisticamente a iOS ma al contempo senza risultare troppo stravolgente all’occhio, stando ai più recenti rumors. Se ne riparlerà al WWDC 2014; attendiamo intanto la 10.9.2 e i prossimi bugfix per Mavericks.

iLife, iWork e software Pro

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Anche le due principali suite accessorie, iLife e iWork, sono state oggetto di cambiamenti nel 2013. Il passaggio al gratuito è stato in questo caso parziale, in quanto perlopiù rivolto ai nuovi dispositivi acquistati (sebbene su Mac abbiamo visto come tutti o quasi hanno avuto la possibilità di ottenere le apps in maniera free e associate al proprio Apple ID). Nel corso del tempo grazie a questa modalità di distribuzione diventeranno sempre più vere e proprie funzionalità aggiuntive dei sistemi operativi invece che extra opzionali. Questo a patto che iWork recuperi le funzionalità perdute nell’aggiornamento di ottobre: alcune sono già tornate, altre attendono il loro turno nel corso dei 6 mesi promessi da Apple per il reintegro.

Final Cut Pro e Logic Pro proseguono nel loro ciclo X, recentemente aggiornate in occasione dell’entrata in commercio del nuovo Mac Pro. Le critiche rivolte nel 2011 alla corrente versione major del programma di editing video made in Cupertino sembrano essere ormai quasi del tutto sopite, grazie al lavoro svolto dal team di sviluppatori sia nel ripristinare quanto perduto rispetto al predecessore sia nell’ampliare il set di funzionalità esistente. Questo discorso non sembra ancora toccare Aperture, che riceve aggiornamenti minori perlopiù in concomitanza con quelli di iPhoto. Che il 2014 possa essere l’anno buono per il suo rilancio? Difficile da dirlo.

Servizi

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Anno relativamente tranquillo per iCloud, che ha visto l’introduzione del Portachiavi per password e carte di credito ma soprattutto la versione web di iWork, dotata di funzionalità collaborative in tempo reale per i team di lavoro e rivolta ad estendere la suite ai PC Windows senza la necessità di una versione sviluppata nativamente. Si tratta di un discorso attualmente in Beta, che attende sviluppi prossimi, in vista pure di un coinvolgimento più attivo delle apps per iOS e OS X. All’apparenza, non sembrano esserci altri sviluppi di peso previsti nel 2014 per i servizi cloud di Cupertino, ma non si sa mai. Lasciamo a Eddy Cue il compito di stupirci.

Lato Store, il 2013 ha accolto soprattutto l’arrivo di iBooks per Mac, rilascio che era ormai nei pronostici da diverso tempo. Al momento appare assente una corrispettiva versione per Windows: e se si ricorresse anche qui a iCloud e ai browser? Del resto, è la sola possibilità di lettura che manca, dal momento che la sincronizzazione rimane a cura di iTunes. Parlando di quest’ultimo, a tener banco è il nuovo servizio Radio, al momento limitato nei soli Stati Uniti. La reazione della concorrenza non si è fatta attendere: Pandora, che ha il servizio di streaming più sovrapponibile a quello offerto da Apple, ha rimosso già nell’estate scorsa il limite massimo mensile di 40 ore di ascolto; Spotify ha esteso la sua versione free con pubblicità anche ai dispositivi mobili; Microsoft ha lanciato Xbox Music per iOS a settembre 2013, con Google ad arrivare due mesi dopo. Sono tutti elementi che la Mela dovrà tenere in attenta considerazione, nel corso del rilascio mondiale di iTunes Radio.

Si chiude qui la terza e ultima parte dedicata al 2013 di Apple. Tuttavia, nel primo post della rubrica abbiamo parlato di 4 appuntamenti. In questo caso, si tratterà di una continuità rispetto al vecchio formato, dal momento che la sezione finale sarà dedicata alle concorrenti di Apple. Appuntamento a domani per parlare di Google, Microsoft, Samsung e altre ancora.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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