Recensione: MacBook Air 11″ metà 2013, prestazioni in miniatura

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Dopo aver testato e recensito il MacBook Air 13 (metà 2013) oggi è il turno del modello più piccolo, quello da 11″. Per la precisione lo schermo è da 11,6″ e non ha il tradizionale formato 16:10 bensì 16:9. In sostanza è uno schermo leggermente più largo per consentire l’inserimento di una tastiera con layout tradizionale, senza quindi tasti ridotti. Per la verità ce ne sono alcuni più piccoli rispetto le altre tastiere Apple ma sono solo i tasti funzione, ovvero quelli della prima fila in alto. Di differenze rispetto il modello più grande non ce ne sono molte, per lo meno non nell’hardware che può montare, mentre per quanto riguarda le porte qui manca solo il lettore di SD, presente invece nel 13″.

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Il MacBook Air 11″ è una macchina straordinaria se si pensa alle caratteristiche che possiede pur essendo poco più grande di un iPad. Molti arrivano perfino a considerare come alternative l’Air da 11″ base rispetto all’iPad Air (recensione) più carrozzato, con meno di 200€ di differenza sul listino, ma sono macchine completamente diverse e il MacBook Air ha dalla sua parte il vantaggio di essere un computer a tutti gli effetti, potendo eseguire OS X. Una particolare caratteristica che distingue la linea Air da quella Pro Retina è che con la differenza di schermo non cambia l’hardware in dotazione. Sia l’11” che il 13″ hanno la CPU Intel Core i5 dual-core da 1,3Ghz con 4GB di RAM a 1600MHz (direttamente su scheda logica) e partono da 128GB di SSD nel modello base. Entrambi possono essere carrozzati in opzione con l’Intel Core i7 dual-core 1,7GHz (+150€), 8GB di RAM (+100€) o 256GB di SSD passando ai rispettivi modelli top di gamma.

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Oggetto della nostra prova è proprio il modello base, quindi con SSD da 128GB, ma equipaggiato con il processore più prestante da 1,7GHz (Turbo Boost a 3,3GHz) e 8GB di RAM, con sistema operativo aggiornato ad OS X Mavericks 10.9.2.

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Da segnalare che, come probabilmente si noterà in alcune foto, il computer in oggetto è stato dotato di pellicole protettive Clearly 360 (ex Wrapsol) che lo rendono resistente a graffi e piccoli urti preservandone l’estetica snella e pulita.

La caratteristica strutturale unibody in metallo è ancora uno dei punti a favore più interessanti del MacBook Air. Più sorprendente considerando il fattore dimensionale dell’11”, con 30 x 19,2 cm in piano ed un’altezza che varia dai 3mm ad 17mm nel punto più elevato, preso atto della particolare forma a cuneo e l’occupazione dei piedini alla base. Altrettanto interessante è il peso che supera di pochissimo il chilogrammo (1,08Kg).

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Lo schermo del MacBook Air 11″ ha una diagonale di 11,6″ in formato widescreen 16:9, con risoluzione di 1366×768. Questo aspetto non è da prendere sottogamba perché offre un’area di lavoro praticamente sovrapponibile a quella del Pro 13″ o del modello Retina nella configurazione standard. Questo significa che lo spazio sulla scrivania non è da considerare come troppo piccolo dato lo schermo ma è, al contrario, piuttosto soddisfacente considerando la dimensione complessiva del computer. Inoltre con la porta Thunderbolt/mini-DisplayPort si possono sempre collegare display esterni e, in questo caso, la potenza nuda e cruda dell’11” e del 13″ può essere la stessa, essendo configurabili con il medesimo hardware e avendo la medesima scheda grafica Intel HD Graphics 5000. Con la CPU Intel Core i7 da 1,7GHz ed 8GB di memoria RAM su Geekbench 3 a 64-bit ho ottenuto uno score di 6384 in multi-core, praticamente sovrapponibile ai 6320 del MacBook Pro Retina 13″ base di fine 2013 (recensione). Questo risultato ci dice una cosa e molto chiaramente:

il MacBook Air può essere impiegato per qualcosa di più del semplice lavoro da ufficio.

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Altrettanto valido è il risultato della Intel HD Graphics 5000, la quale arriva ad una apertura di memoria RAM di 1GB, gestita virtualmente da quella complessiva di sistema (8GB). La scheda grafica deve sopperire ad un numero minore di pixel dello schermo rispetto i modelli Pro 13″ Retina e questo la porta naturalmente a performance maggiori. Il test con Cinebench ha segnato un fps di 26,39 su OpenGL, ben 6 punti sopra il fratello maggiore. In sostanza la GPU è più che adeguata per la gestione di software grafici o giochi, e comunque sempre più performante nel rapporto potenza/schermo rispetto al Pro 13″ Retina. Ho provato ad utilizzarlo con il display 27″ Apple collegato via Thunderbolt e si è comportato egregiamente, riuscendo anche a reggere il carico di applicazioni quali Photoshop o Final Cut Pro X in maniera più che sufficiente per le proprie caratteristiche tecniche e per il prezzo d’acquisto. Non è certamente il computer di prima scelta per fare montaggio video, ma le sue prestazioni in tale ambito consentono di spaziare saltuariamente anche in questo segmento senza troppi rimpianti.

GPU

L’unità flash da 128GB ha codice prodotto SD0128F ed è presumibilmente realizzata da SanDisk. Essendo collegata direttamente sul BUS PCIe sfrutta al meglio tutta la velocità del SSD senza essere vincolata al collo di bottiglia della connessione SATA3. Per questo motivo supera la velocità di 716MB/s in lettura e 317MB/s in scrittura, offrendo prestazioni di primissimo piano. Ogni operazione come l’accensione o l’apertura delle applicazioni beneficia dell’unità flash e grazie alla sua rapidità le attese sono ridotte assolutamente al minimo. Inoltre questo è in grado di sopperire con una scrittura cache molto veloce anche alle carenza della RAM nel modello da 4GB, considerazione da non dimenticare in fase d’acquisto.

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Per quanto riguarda le connessioni, il lato sinistro inizia con la MagSafe di seconda generazione, subito dopo c’è una porta USB 3.0 e l’uscita da 3,5mm per le cuffie, compatibile anche con le cuffie con microfono e telecomando Apple, tipicamente incluse con ogni iPhone. Poco più avanti si trovano due piccole fessure che corrispondono ad altrettanti microfoni, utilizzati in sincronia per la riduzione del rumore ambientale.

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Leggermente più pulito il lato destro, dove troviamo la porta multifunzione Thunderbolt, compatibile nativamente con la mini-DisplayPort, e la seconda USB 3.0. Proprio qui si nota la mancanza del lettore di schede SecureDigital, una caratteristica del modello da 13″ qui non inserita presumibilmente per ragioni di spazio.

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Oltre al Bluetooth 4.0 il MacBook Air di metà 2013 ha anche il veloce Wi-Fi(ac). Grazie a questo la connessione wireless sfrutta il collegamento a 1Gbit, circa 3 volte la banda del precedente standard 802.11n. Per sfruttarla pienamente anche il router wireless deve supportare l’ac, come le recenti AirPort Extreme e Time Capsule 2013. Per effettuare un test il più veritiero possibile ho utilizzato proprio quest’ultima, la quale è stata oggetto di un video di presentazione a giugno dello scorso anno. Nella navigazione web è davvero difficile notare le differenze per cui ho provato ad effettuare un trasferimento di file dall’iMac, collegato via Gigabit Ethernet alla Time Capsule, al MacBook Air 11″ via Wi-Fi, prima sulla rete n e poi su quella ac (essendo la base dual band si possono usare entrambe contemporaneamente). Ovviamente da SSD a SSD in modo che i vecchi dischi meccanici non influenzassero il risultato.

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Trasferimento File Wi-Fi 802.11n Wi-Fi 802.11ac
2.09 GByte 239 secondi 131 secondi

Il mio test, effettuato su OS X 10.9.2, non ha evidenziato un incremento della velocità del 300% ma si è avvicinato molto ad un dimezzamento dei tempi di trasferimento, risultato comunque più che apprezzabile e perfettamente in linea con quanto rilevato anche sull’Air da 13″ (recensione). C’è da considerare che la prova effettuata è del tutto empirica e non è esente da difetti (entra in gioco anche il router ed il passaggio dei dati a cavallo dal Wi-Fi all’Ethernet).

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Atre caratteristiche degne di nota del MacBook Air 11″ sono la presenza della FaceTime camera in HD nella parte frontale, sopra lo schermo, e la retroilluminazione della tastiera. Si tratta di peculiarità che contraddistinguono ormai tutta la linea di MacBook ma che impreziosiscono il computer e lo rendono più usabile e completo. Rispetto al 13″ la batteria è leggermente meno capace, vista la ovvia riduzione nella dimensione, ma secondo Apple è in grado di offrire fino a 9 ore di navigazione wireless consecutiva. Nei nostri test non siamo mai riusciti a raggiungere questo traguardo, forse per la luminosità dello schermo non al minimo o per i software in background, tuttavia è facile raggiungere le 6 ore senza spremerlo troppo. Sicuramente siamo su un livello molto più elevato rispetto la maggior parte dei competitor e in molti casi si può riuscire a raggiungere un’intera giornata di lavoro con sessioni di un paio d’ore alternate ad un po’ di standby. Tutto dipende dall’uso che se ne fa ma certamente si avverte il miglioramento sul comparto batteria ed una durata che non fa venire l’incubo del caricatore.

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voto 4,5Conclusioni

Il MacBook Air 11″ ha ormai quasi 4 anni ma continua a stupire per il suo look e per le prestazioni che può offrire. In questo particolare ambito i passi avanti fatti negli anni sono davvero incredibili e se prima era un computer da passeggio oggi può essere impiegato nei più disparati ambiti, consentendo anche un minimo di giocabilità. Per chi si vuole spingere un po’ di là del classico lavoro d’ufficio, con sporadici impieghi multimediali, consigliamo il processore più potente e la maggiore dotazione di RAM possibile (8GB) ma anche il modello da 4GB riesce a reggere il carico di OS X Mavericks grazie al contributo del prestante SSD. Certamente la scelta dei componenti è particolarmente vincolante, visto che non si può eseguire un upgrade successivo, ma anche il modello base è in grado di fornire la giusta potenza per utilizzare iWork/iLife senza rimpianti. Per quanto riguarda lo spazio su disco tutto dipende dall’uso che se ne vuole fare. Personalmente ho scelto l’unità da 128GB per contenere un po’ i costi, preferendo optare per una maggiore potenza di calcolo, e riesco ad avere il sistema operativo, tutte le applicazioni che mi servono (compresa la suite Adobe CC), i documenti di base oltre ad iCloud e DropBox. Ovviamente per i dati più pesanti utilizzo dischi esterni USB 3.0, ma anche una pendrive ottima come la SanDisk Extreme Pro da 64GB (recensione). Volendo impiegarlo in modo più professionale è facile collegarlo ad un WD Thunderbolt Duo (recensione) e ad un monitor in cascata, sfruttando la flessibilità e il daisychain della porta Thunderbolt. È un computer che si presta particolarmente per un uso in mobilità ma grazie alle prestazioni che può offrire, specie con il modello più carrozzato, è facile pensare di adoperarlo in modo misto, ovvero liscio in mobilità e in ufficio collegato ad un display esterno, tastiera e mouse wireless. Dopo quasi 4 anni il MacBook Air 11″ continua ad essere una macchina di rilievo per l’offerta Apple, non solo perché è il MacBook più economico ma anche perché è la soluzione perfetta per l’uso in mobilità e per chi non necessità di specifici impieghi professionali.

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PRO
ico.piu.png Dimensioni e peso particolarmente contenuti
ico.piu.png Buona durata della batteria
ico.piu.png Wi-Fi 802.11ac (1GBit)
ico.piu.png I nuovi SSD PCIe sono un punto di riferimento per la categoria
ico.piu.png Sempre la stessa eccellenza di design, materiali ed assemblaggio
ico.piu.png Ottima reattività in ogni condizione
ico.piu.png Prestazioni della GPU HD 5000 ampiamente migliorate
ico.piu.png Schermo piccolo ma con ampio spazio di lavoro
ico.piu.png Tastiera standard retroilluminata e trackpad multitouch in vetro
ico.piu.png Doppio microfono per un audio migliore durante le conversazioni

CONTRO
Pro Il salto a 256GB è troppo caro, seppure la nuova connessione possa in parte giustificarlo
Pro Manca il lettore SD rispetto il 13″

DA CONSIDERARE
| La versione con CPU top di gamma ha prestazioni molto simili al Pro Retina 13″ base

[AGGIORNAMENTO] Su richiesta dell’utente jacksea aggiungo un grafico ricavato con lo Spyder 4 che evidenzia il gamut del pannello del MacBook Air 11″ oggetto della recensione che, nello specifico, copre circa il 65% dell’sRGB.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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